Quaderni di Roma - anno I - n. 6 - novembre 1947

NOTE DI CRON.\C.\ al piano Marshall se fossero in grado di amministrare essi stessi i soccorsi americani all'Europa; in tal caso infatti gli aiuti d'oltreoce:,no potrebbero fa,orire espe rimenti piè, o meno socialistici sotto un controllo marxista. Ma ·gli americani sarebbero disposti a soccorrere un'Europa controllata per intero dal comunismo > A Washington si dice chiaramente di no. Ma a }.losca si punta sul bisogno di vendere che han no gli Stati Uniti. In tal modo il piano J\larshall è intimamente legato alla vita politica di tutti popoli del vecchio continente. Diventa una bandiera di lotte e un pomo di disc ordie, mentre n:17ioni intere - come b Gcnn:1nb - ag-onizz:1110. La questione invade anche il piano sindacale. La Confederazione italiana del Lavoro per esempio, non ha voluto partecipare al convegno intersindacale in detto a Londra, appunto per far discutere il piano Marshall dagli organismi operai de i lavoratori. Alla conferenza hanno assistito le nostre correnti sindacali minoritarie. Ma la maggioranza comuni~ta non può dare l'impressione agli operai d'ignorare le larghissime prospettive di larnro e quindi di vita che il piano l'vforshall offre al yecchio continente. Essa ha stabilito contatti con una delle confederazioni sindacali ame ricane, il C.1.0., per dimostrare ai propri aderenti il desiderio di accogliere un aiu to che non incida sulle possibilità future della evoluzione o della rivoluzione socia le. Ma questi incontri sono stati dclusori per i sindacalisti marxisti . . .. . Se dopo questo rapido ,guardo all'orizzonte internazionale, volgiamo gli oc chi alle cose italiane, noi rllroviamo sostanzialmente i medesimi aspetti. La pretesa universalistica del comunismo ha distrutto, in pratica, ogni distinzione tra la politica interna dei popoli e la vita intèrnazionale e il contrasto che divide il mondo si ripete n ell'ambito dei singoli Stati e prende la forma di un dualismo manicheo eh~ salva tu tto ciò che è proletario mentre cond:rnna senza remissione tutto ciò che esula dalla classe operaia. In Italia la Costituente ha terminato l'opera sua. La legge fondamentale de llo Stato italiano reca ben visibili i segni del diritto costituzionale contemporaneo . Nel primo dopoguerra, Costituzioni repubblicane (Weimar) credettero cli garan tire la quiete dei pop0li affidando ai cittadini stessi la decisione dei propri destini. Ma i poteri concessi ai Capi di Stato, alla prova dei fatti, si rivelarono quanto mai pe ricolosi. L, rivoluzione legalitaria di Adolfo Hitler, tanto per citare l'esempio più noto, fu possibile solo per la connivenza del Presidente della Repubblica von Hindenburg . Sicchè, dopo il secondo conflitto mondiale, la tendenza che prevale è quella delle costituzioni d':,ssemblea, di quegli Stanni cioè che rendono arbitri della v ita dei popoli le Assemblee parlamentari, deprimendo l'esecutivo a favore del legi slativo. Si tratta di una nuova illusione perchè non le leggi fanno gli uomini ma gli uomini le leggi. Il problema non mio costituzionale ma di tutta la vita associata moderna è l'educazione morale civica del singolo. Mancando questa educazione, neppure le costituzioni d'assemblea offrono la garanzia di pace e di libertà che l'uomo cerca. \'ere padrone della situazione sono le maggioran,e parlamentari, cioè i partiti e le direzioni dei partiti. Si profila così il pericolo di un ritorno verso tirannie oligarchiche mal dissimulate da apparenze democratiche. Le Costituzioni sono inter pretate dalle maggioranze e le garanzie che rssc offrono corrono il rischio cli essere alterate o anche eluse. A parte ciò, la Costituzione italiana, come del resto quella francese, ha il grave difetto di un'estrema minuzia di par!irolari: prevede persino la tutela del paesaggio!

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