Quaderni di Roma - anno I - n. 6 - novembre 1947

518 NOTE DI CRONACA Intanto sorge un sistema russo che presenta curiose analogie con remote esperienze. È recente il secco monito che la Pravda, organo ufficiale del partito comunista russo ha rivolto a Dimitrof presidente del Consiglio bulgaro. Questi patrocinava una federazione slava tra i Paesi affini della regione balcanica. Mosca, attraverso i suoi portavoce, ha dichiarato che aspirazioni simili per ora non possono realizzarsi. Il pensiero corre spontaneamente ai primi secoli della storia romana quando la città del Tevere, alla vera e propri:i alleanza con le città latine, preferiva il foed11s i11iquum, una rete di accordi che legava le singole ciità all'Urbe mantenendole separate le une dalle altre. Troppo recente è il comunismo balcanico per offrire agli occhi di Mosca le necessarie garanzie. Uno Stato slavo forte, nella penisola balcanica, domani potrebbe essere indocile alla politica sovietica. Quindi la sicurezza e la potenza di Mosca esigono che gli stati della sfera d'influenza russa siano amici ma rimangano divisi. 11 punto di confluenza deve essere l'C'nione dei Sovieti. Intanto il piano Marshall è stato approvato. Le linee di questo disegno (E.R.P. \ European Relief Pian) sono conosciute: nell'ultimo periodo della guerra e poi nel ,. primo tempo della torbida pace, mo!ti Paesi del mondo hanno potuto soprav,iven: grazie agli aiuti americani, che però non hanno guarito i mali dei popoli più colpiti. Otto mesi or sono, parlando nell'Università di Harvard, il Capo del dipartimento di Stato, generale Marshall, proponeva un piano organico di aiuti che avrebbe dovuto integrare lo sforzo coordinato di ricostruzione di tutti i Paesi del vecchio continente. Poco dopo, nel luglio del '47, si riunivano a Parigi, assenti i delegati dell'Unione dei Sovieti e degli altri Paesi del sistema orientale, i rapprc~entanti di sedici nazioni. I piani elaborati in questa conferenza furono poi sottoposti al dipartimento di Stato americano e successivamete corretti con l'assistenza di esperti europei. Ora il progetto definitivo è stato approvato al Congresso degli Stati Uniti ed è in via di esecuzione. I motivi dell'ostilità sovietica sono economici e insieme politici. Non è da credere che il piano Marshall sia sorto unicamente per intenti di filantropia: l'economia americana ha bisogno di vendere e ha quindi interesse a creare in Europa mercati complementari che assicurino uno sbocco alle esportazioni transoceaniche. Un aiuto inorganico, concesso a titolo gratuito, può costituire un temporaneo rimedio alla sovraproduzione americana; ma non può durare indefinitamente senza una contropartita. Il piano Marshall tende appunto a. cre~re la possibilità di queste contropartite europee. Tutto ciò spiega assai bene l'atteggiamento russo. Per i comunisti l'economia è la base di tutte le forme sociali. È concepibile che il capitalismo americano possa creare in Europa sistemi socialistici ? No, rispondono i marxisti di osservanza staliniana: esso anzi farà il possibile per salvare il capitalismo continentale. Quindi rappresenta una minaccia per l'avvenire socialistico dell'Europa. Tutti coloro che acceltano il piano Marshall sarebbero dunque traditori della classe operaia. ' Ciò non significa che i comunisti respingano sempre e in ogni caso i soccorsi dell'America. Essi sanno troppo bene che una condizione essenziale per la riuscita di ogni tentativo socialistico è una produzione sufficiente ai bisogni. E una produzione adeguata implica problemi di materie prime e di organizzazione che, oggi come oggi, i Paesi ~ropei da soli non possono risolvere. I comunisti così non sarebbero ostili

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