Quaderni di Roma - anno I - n. 6 - novembre 1947

NOTE PI CRONACA La fine della democrazia senza aggettivi in Cecoslovacchia ha suscitato gravi preoccupazioni nell'occidente europeo ccl americano. Il suicidio cli Masarik assume un valore simbolico: è la morte di una democrazia. I paesi anglo-sassoni s'erano abituati a considerare il governo di Praga, ancora pervaso da un socialismo umanistico e liberale, il « trait-cl'union » tra due mondi opposti, una specie di lacuna nel « sipario di ferro ». Ora questa illusione è svanita. La presenza a Praga ciel russo Zorin, la parte ch'egli ha avuto nella crisi apparentemente legalitaria che ha dato al comunista Gottwald tutto il potere, sottolineano una circostanza cli fatto che distrugge ogni illusione. L'Unione dei Sovieti accelera i tempi. Ormai la linea di demarcazione tra due mondi ostili, animati da concezioni opposte scende dal Baltico, si Aette verso oriente contornando l'Austria e raggiunge l'Adriatico. Tra poco, con l'alleanza finlandese, i russi raggiungeranno la sponda orientale del Baltico. Quali sono i motivi di questo affrettato schieramento che non è, con tutta evidenza, soltanto politico? Il mancato accordo sulla Germania, la frattura che ne deriva nel cuore del continente, gli sforzi anglo-sassoni per dare un assetto politico ed economico, almeno , provvisorio, alle regioni tedesche occidentali, sono le ragioni che inducono la Russia ~ ad accrescere la sua pressione. La quale peraltro incorHra reazioni molto significanti. In queste rassegne s'è parlato, mesi or sono, dell'aspirazione britannica agli Stati Uniti dell'Europa ocçidentale. Già da tempo il vecchio Churchill ha sposato questa idea; ora lo stesso Bevin la riprende e nel suo recente appello sostiene la necessità di una più stretta unione tra i Paesi ciel continente. La suggestione è stata raccolta dal Benelux, cioè dallo « Zollvercin » tra il Belgio, l'Olanda e il Lussemburgo e, all'indomani degli avvenimenti di Praga, la conferenza a cinque di Bruxelles ha gettato le basi di un patto che dovrebbe opporsi ad ogni aggressione. Un anno fa, quando a Dunkerque fu stretta la nuova alleanza anglo-francese, pareva che il Foreign Office volesse tornare alla vecchia politica clell'e11te11tceordiale in funzione sopratutto antidesca; oggi l'evidenza rende consapevoli che ,·i sono per i popoli europei pericoli ben pit1 imminenti e il nuovo patto a cinque ne dà la prima dimostrazione. L'accordo firmato il 17 marzo è fondato sull'assistenza scambievole e contiene clausole economiche, sociali e culturali. L'assistenza è automatica nel caso che l'aggressione contro uno qualsiasi dei contraenti avvenga in Europa; dovrà essere preceduta da una consultazione negli altri casi. La Germania è nominata come possibile aggressore; ma, contrariamente al patto anglo-francese di Dunkerque che è concepito solo contro un'eventuale aggressione tedesca, il trattato di Bruxelles considera la possibilità di altri aggressori. Le Parti si terranno in contatto per mezzo di un comitato consultivo che si riunirà periodicamente e l'accordo è aperto anche ad altri Paesi che potranno essere ammessi per deliberazione unanime dei cinque contraenti. A Bruxelles, dunque, s'è creata la base per una collaborazione delle potenze occidentali: si tratta, cioè, di un passo verso l'Unione ·occidentale tanto auspicata a Lohdra e altrove. Il messaggio che il Presidente degli Stati Uniti, il giorno stesso, ha rivolto al Congresso riunito in seduta straordinaria, mentre ha messo in luce l'energia della politica americana in tutto il mondo e, quindi, in Europa, ha dato all'accordo di Bruxelles ,.una garanzia esplicita che ne accresce il valore pratico. D'altra parte

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