RASSEGNE LA RICOSTRUZIONE EDILIZIA IN ITALIA Ad una rassegna delle idee presentate e delle discussioni svolte su libri, riviste e giornali d'ogni genere e d'ogni colore, in terna di ricostruzione edilizia, conviene premettere - perchè ci si possa meglio orientare - un cenno sui dati di fatto disponibili per quanto riguarda la consistenza ante-guerra dei fabbricati di abitazione, il deficit risultante dalle distruzioni e dalle mancate costruzioni del periodo bellico, l'attuale fabbisogno. L'ultima volta, che si contarono i locali• di abitazione esistenti .in Italia, fu nell'aprile '31. Unità di rilevazione adottata era la (( stilnza )), cioè ~< ogni ambiente o vano (compresi quelli ricavati dalle soffitte) di dimensioni sufficienti da poter contenere un letto e che fosse o potesse essere destinato come carner,a da letto, salotto, stanza da pranzo, stanza d'aspetto, ecc. ». Nel numero delle stanze veniva compresa anche la cucina, mentre ne erano esclusi i co~idetti « vani accessori n (corridoi, verande, bagni, latrine, ccc.). V'è da tener presente che la rilevazione non contemplava le convivenze (caserme, collegi, alberghi, ospedali, brefotrofi, e via dicendo). Si trovò che a quell'epoca vi erano in Italia 31.691 migliaia di «stanze», delle quali 29.779 migliaia (il 94 % del totale) erano occupate da 40,6 milioni di italiani. Poichè la popolazione residente, alla stessa data, risultava di 41 ,7 milioni di unità, v'è da presumere che circa un milione di persone occupasse gli edifici adibiti alle convivenze. Esprimendo con un numero la densità demografica degli individui in stanze occupate, si trova che vi erano 1,37 persone per stanza; dato, questo, non molto lusinghiero per una nazione civile. L'affollamento era maggiore nell'Italia Meridionale (1,77 persone per stanza) e Insulare (1,58), minore nella Settentrionale (1,23) e nella Centrale (1,23). Malgrado questo sensibile affollamento, che può venir meglio posto in luce considerando che in media circa tre persone soggiornavano in due stanze, quasi due milioni di stanze non erano occupate. La più parte di queste non veniva occupata perchè sfitta; ciò verrebbe provato da un calcolo da noi fatto sui dati riferentisi alle sette maggiori città (che da sole avevano circa il 12 % del complesso di stanze esistenti nel paese), dal quale è risultato che il 78 % delle stanze non occupate era sfitto e solo il 5 ~~ in restauro. Questi rilievi ci permettono di ritenere che il grado di affoilamento misurato da quel numero di 1,37 persone per stanza rappresentasse, a quell'epoca, una situazione di equilibrio tra l'offerta di locali.di abitazione e la domanda dei medesimi; che, in altre parole, e in linea generale, la popolazione italiana non• intendesse devolvere una frazione del proprio reddito maggiore di quella, che allora usava, per procurarsi a scapito di altri consumi una casa più comoda.
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