FRANCESCO GABRIELI poesia di Israele in cui e immanente il senso del divino, affatto assente invece in quella arabo-musulmana di questo tipo (a differenza cioè di quella mistica, di cui non è traccia in Ibn Hamdìs), è felice e prettamente salvadoriano; e vero e salvadoriano è il delicato accenno alla donna quale è cantata in questa poesia araba: semplice larva senz'anima, carica di luccicanti monili (e in più, aggiungiamo noi, ridotta a mero tema obbligato di una convenzione letteraria). Ma soprattutto interessante è vedere il non infondato dubbio del dotto arabista (« vale, questo mondo lontano, il tempo speso a studiarlo?») dissipato con quelle parole ove la herderiana e goethiana aspirazione a una letteratura mondiale si trasfigura in una generosa speranza di fraternità umana. E il ·celebre frammento di Saffo, lievemente e forse intenzionalmente alterato nel senso finale (Espero, che tutto radduce, porta invece via la figlia alla madre, nell'epitalamio della Lesbia) suggella in una squisita immagine di grazia l'augurio del nostro poeta. La lettera del Salvadori è del 1908: di quello stesso anno in cui, lontano da lui, si chiudevan per sempre gli « occhi lucenti » di colei che era stata un giorno il suo grande amore giovanile, la « dolce signora » d'Ascoli che gli aveva allora ispirato pochi indimenticabili versi. Ma da anni e anni quella passione terrena era spenta, dimenticata da lui nella via nuova ,in cui era entrato, per batterla senza esitazioni sino alla fine. Come il legislatore d'Israele, anch'egli aveva scorto il Divino entro il roveto ardente, e assorto in quella visione traversò intera la vita. Quell'oltreterreno richiamo che gli urgeva nell'animo vibra anche nella lettera sull'antico poeta arabo di Sicilia, e riscalda il semplice parere letterario, richiestogli dall'amico arabista. E un altro modesto arabista, cui in questi giorni son passate per le mani quelle vecchie carte, s'è sentita scendere al cuore la parola di Giulio Salvadori, da quel sottile foglietto allegato, più che non le cento e cento pagine susseguenti del Canzoniere di lbn Hamdìs. FRANCESCO GABRIELI
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