UN POETA ARABO E GIULIO SALVADOR! traduzione, e con essa conservata presso la Scuola Orientale dell'Università romana. Questa lettera merita di esser conosciuta, non tanto per il poeta arabo-musulmano che la occasionò, quanto per quello italiano e cristiano che la scrisse, e di cui rispecchia l'intelletto e lo spirito nobilissimo; e noi la diamo qui, nel ventennale della morte del poeta, quale piccolo supplemento al bellissimo epistolario salvadoriano, edito di recente da Pietro Paolo Trompeo e Nello Vian. \ Roma, 30 agosto 1908 Egregi~ professore leggo prendendoci viva parte le poesie d'lbn Hamdis ch'Ella m'ha voluto favorire, tradotte con eleganza italiana: e veramente, per quanto posso dire ignorando lingua e letteratura, difficilmente si potrebbe avere una manifestazione più viva del genio arabo, con la poesia della scimitarra, del vino, del cavallo, del camello e della donna (sebbene questo bel nome in questo caso non mi par proprio) sentita col fuoco del deserto vanamente mitigato da una fonte d"acqua viva all'ombra di qualche palmizio. Come non raccogliere una simile testimonianza' In quell'ardire che passa attraverso la morte per il potere o il godimento, è la grandezza del sangue fraterno di quello d'Israele, che anch'esso è dominato dall'incendio, ma nell'incendio, come nel roveto ardente veduto da Mosè, è Dio. La ringrazio, professore, d'avermi dato a leggere una simile pagina di storia dell'umanità. Come può esserLe venuto il dubbio che lo studio profondo di un popolo che ha avuto tanta parte anche nella storia del nostro Occidente, non meritasse il tempo che ci vuole? Venisse presto il giorno che, dopo ,merci conosciuti a vicenda, riconoscendo ciascuno i diritti e i meriti degli altri, tutti i popoli della famiglia umana si raccogliessero, come fratelli che, divisi Ja mattina per and1re al lavoro, si raccolgono la sera a uno stesso focolare, sotto una stessa lampada! La signorina Elsa CJ) rammenterà forse quei due versi: Espero, che tutto raccogli quanto disperse la splendida aurora, Riporti la pecora, riporti !a capra, riporti il fanciullo alla madre. E ora a rivedcrLa, professore. Voglia porgere alla Signora e alle Signorine i rispetti di Giuseppina (3) e miei, e i migliori auguri per la villeggiatura. E mi creda, con affettuoso rispetto. suo dcv.mo G1uL10 SALVADORI Pr?fano di lingua e letteratura araba, il Salvadori non poteva vedere storicamente l'esotico poeta musulmano sullo sfondo del suo ·tempo e della sua civiltà, e fu attratto, come ogni altro sensibile lettore, dalla apparente novità e originalità degli argomenti, e dal barbaglio delle immagini, di cui ribocca il Canzoniere di lbn Hamdls, reso davvero con eleganza e precisione dallo Schiaparelli, Ma, come abbiam detto, non è il giudizio su Ibn Hamdls che qui conta, quanto l'animo del Salvadori che vi si rivela nella sua pensosa e religiosa gentilezza. L'accenno alla cognata (1) Una figliuola dello Schiap:irclli,divenuta oggi grande sarta parigina. (3) L3 sorella del P0<ta.
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