DANIEL ROPS le prospettive secondo le quali era solita impegnare i suoi soldati. Durante il IV secolo, dal regno di Costantino a quello di Teodosio, si offriranno molti problemi cui si dovranno trovare soluzioni valide se non si vorrà vedere il Cristianesimo rovinare con l'Impero sul quale si è insediato e che sta per naufragare. Tutti questi problemi si riducono a uno; quello stesso che i pensatori cristiani avevano intuito: bisognava preparare la sostituzione della Croce all'Impero prima che fosse troppo tardi. È allora che la Chiesa, perfezionando il grande compito d'organizzazione che fin dalle origini non ha mai cessato di perseguire, mette in atto un sistema amministrativo particolarmente agile e forte. I vescovi, scelti quasi sempre con singolare cura, basano la loro autorità sulla venerazione del popolo, ma questa autorità è assoluta e nessuno pensa a discuterla. Mentre i funzionari imperiali sono sempre più detestati, perchè rappresentano un regime d'oppressione poliziesca e fiscale, i vescovi appaiono sempre più quali difensori della città, titolo che il potere pubblico finirà col riconoscere. Nella compagine stessa della Chiesa l'organizzazione si fa sempre più coerente e salda, mediante le grandi assemblee, i Concili in cui si riuniscono i rappresentanti di n1tte le cristianità, con la preminenza sempre più riconosciuta della sede apostolica, del vescovo di Roma, successore di san Pietro. Cosl, nel momento in cui i barbari si gettano sull'Impero e ne abbattono la metà, è la Chiesa che diventa l'armatura della società ed è lei che manterrà un'autorità diversa da quella della forza quando, nel V secolo, i re vandali, visigoti o burgundi saranno succeduti ai legati imperiali. Contemporaneamente lo sforzo del pensiero cristiano produce allora risultati prodigiosi. Mentre la letteratura pagana non conta più che compilatori di compendi, di manuali e di dizionari, la letteratura cristiana iscrive nel suo programma tutto quello che è vivo. Nutriti di Virgilio e di Cicerone e di filosofia greca, i grandi scrittori del IV secolo, quali san Giovanni Crisostomo, san Gerolamo, sant'Ambrogio, s'inseriscono nella linea d_iretta della grande letteratura. E notate, è proprio nello stesso momento, nel momento in cui l'arte antica naufraga nel fittizio, nel colossale, nel magniloquente, che l'arte cristiana esce dalle segrete profondità delle catacombe e la sostituisce; che appaiono le commoventi figure e i simboli degli affreschi cristiani e che le basiliche costantiniane innalzano le loro linee pure là dove sorgevano gli ultimi templi. Si può dire che in questo momento « la Rivoluzione della Croce» trionfi, ancora però non senza minacce, non senza scosse. Per alcuni anni, nello stesso IV secolo, Giuliano l'Apostata riprende la lotta contro il Vangelo e}enta di ridar forza al paganesimo per opporlo a Cristo. Ma fallisce:
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