Quaderni di Roma - anno I - n. 6 - novembre 1947

• DANIEL ROPS II Come è avvenuta questa sostituzione, come si è operato questo rinn ovamento delle basi della società per opera del Cristianesimo ? È ovvio che il fenomeno non ha potuto compirsi da sè, e senza determinare vive reazioni. Un organismo saldo e potente come l'Impero di Roma non poteva lasciarsi gettare nell'abisso e permettere a un a ltro sistema di sostituirlo, senza che ci fosse, da parte sua, una tragica resistenza. La storia dei primi tre secoli è la storia di questa resistenza, di questa lotta, di questa tragedia. Un simile conflitto era inevitabile, o meglio si sarebbe po tuto evitare solo se il Cristianesimo non fosse stato quello che era: una dottrina chi:imata all'espansione dalla più interiore necessità. Se il Cri stianesimo fosse rimasto quello che era in origine, una piccola setta ebraic a, nata in quel minuscolo angolo dell'Impero che era la Palestina, è più ch e probabile che Roma non avrebbe ritenuto opportuno di prenderlo in cons iderazione. Una setta di più o di meno tra gli Ebrei, le sarebbe sembrata cosa priva d'interesse. Ma la dottrina evangelica, fin da quando era sgorgata dalla voce del Signore sulle colline di Galilea e di Giudea, era s tata destinata a diffondersi, uscendo dalla cornice ristretta della sua culla. « Non bisogna lasciare la lucerna sotto il moggio!» aveva detto Gesù e quando stava per risalire al Padre aveva dato ancora un ordine ai suoi f edeli: « Andate cd evangelizzate tutte le genti». li gran merito della prima generazione cristiana fu proprio quello d'orientare la nuova propaganda nella stessa direzione in cui in avvenir e si sarebbe affermata. Già Pietro, il principe degli Apostoli , l'antica pietra su cui Gesù aveva inteso fondare la sua Chiesa, aveva capito questa esigenza nel celebre episodio del centurione Cornelio che ci è ripo rtato negli Atti degli Apostoli: una visione aveva ordinato a lui, ebreo fedele e pio, pel quale ogni contatto con un pagano era una macchia, di a ndare a trovare l'ufficiale di Cesarea e di farne un cristiano. Ma fu soprat tutto la geniale intuizione di san Paolo, l'azione assidua di tutta la sua v ita, che orientò definitivamente il Cristianesimo verso quell'universalità che era in sostanza in tutto l'insegnamento del Signore. Il giorno in cui l'Ap ostolo dei Gentili lanciò la sua celebre formula: « Non ci sono più nè Greci, nè Giudei, nè circoncisi, nè incirconcisi », si può dire che proprio in quel giorno egli abbia impegnato il Cristianesimo in una lotta mortale contro l'antica società: l'uomo nuovo da lui affermato doveva sostituire l'uomo come l'intendevano la Grecia e Roma. Il suo istinto di gran riv oluzionario non l'ingannava.

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