394 ERNST A. MESSERSCHMIDT ~ <. (p. es. la cancellazione dalla prima lista dei morti del nome del presidente della polizia berlinese, conte Helldorf, benchè questi facesse parte della cospirazione dal 1938). Certo, Gisevius presta il fianco ;; forti critiche, ma anche Pechèl pone al lettore del suo ·libro dei problemi insolubili, rrialgrado la sua posizione molto onesta, superiore a ogni dubbio. Parlando della convinzione fattasi dopo il 1934 (affare Rohm) che la violenza si ~ezza solo con la violenza, egli viene a condannare ogni persona che (anche allo scopo del colpo di stato) manteneva il proprio posto direttivo. Pechel non si rende conto delia propria incongruenza; come direttore della rivista « Deutsche Rundschau » ( da lui diretta a partire dal 1919) condusse dopo il 1932 una lotta coraggiosa contro il regime; dovette però, ai sensi dell'adeguamento politico della stampa (Gleichschaltung) nel 1933, iscriversi come ogni altro pubblicista alla rispettiva organizzazione professionale nazionalsocialista. Quello che egli respingeva in altri come comp~omesso, egli stesso l'ha fatto: la sua strada è stata quella del doppio g1uoco. Pechel proviene politicamente da ambienti i quali oggi, non a torto, devono essere considerati araldi del regime nazionalsocialista. Intorno all'autore del libro « Das Dritte Reich » (Moeller van den Bruck), il cui titolo diede il nome all'impero hitleriano, erano riuniti nel « Juni-Klub » di Berlino uomini giovani e non più giovani, avversari decisi della giovane repubblica di Weimar quanto l'ambiente nazionalistico intorno a Reinhold Wulle. Entrambe le correnti si separarono, è vero, molto presto da Hitler e dalla sua ideologia confusionaria, ma si separarono come una specie di trotzkisti del nazionalsocialismo. Non è a caso probabilmente che il libro di Pechel si sofferma a lungo proprio su questi ambienti della resistenza: il capitano Beppo Romer, il generale v. Hammerstein, Niekisch, H. Schulze-Boysen. Tutti seguono la strada che in Ernst Jiinger, amico di Niekisch (« Der Arbeiter », prépàrato in scritti minori fin dal 1q30 e pubblicato come libro nel 193'.t), trova la. sua logica conclusione. Dovremo ancora occuparci in via di principio di questi problemi cosl importanti per la comprensione della situazione politica prehitleriana. Per Pechel è essenziale ricordare che fu lui a far conoscere a von Papen l'avvoc~to monacense dr. Edgar Jung, uomo politicamente ambiziosissimo e molto capace (autore di « Die Herrschaft der Minderwertigen »); il 30 giugno 1934 Jung scontò con la morte la sua resistenza al regime. A un colloquio del 1922 fra Hitler, Moeller, dr. _Lejeune-Jung e Pechel risale l'avversione a Hitler di quest'ultimo. A partire dal 1932 egli ha poi lavorato attivamente contro il nazionalsocialismo. Il mezzo di lotta della rivista, letta dagli strati superiori degli intellettuali tedeschi, fu l'abile camuffamento, cioè l'« attacco indiretto». L'esposizione dei metodi so-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==