NOTE DI CRONACA Questo pericolo non sfugge ai go:erni inglese ed americano i quali, prima in incontri a due e poi nella conferenza tripartita di Parigi, hanno posto le basi per l'incremento della produzione nelle miniere nella Ruhr e in genere nell'industria pesante tedesca. La Francia, malgrado i timori di una rinascita germanica, ha finito con l'aderire ai piani anglo-americani in cambio di garanzie. L'Unione dei Sovieti, naturalmente, ha sollevato vive proteste affermando che, a norma degli accordi di Potsdam, le rlecisioni concernenti il potenziale economico tedesco debbono essere stabilite di comune accordo tra i Grandi. Ma la polemica anglo-americana risponde che la Russia non si è ·mai curata di interpellare le potenze occidentali sull'organizzazione economica della zona sovietica. Altri punti di attrito fra i due maggiori protagonisti sono nell'Europa meridionale: vale a dire nei Balcani, in Grecia e in Italia, ove il governo di Mosca è presente con la diplomazia e con l'azione fiancheggiatrice dei partiti a lui devoti per escludere gli inAussi americani. In Grecia questa sorda rivalità ha portato con sè l'inasprimento della guerra civile cui il governo di Atene, per quanto appoggiato da Washington, non ha saputo dare una decisione. Ai confini settentrionali si è stabilito un potere indipendente da quello di Atene, il quale, per il fatto che esiste, sia pure con l'appoggio aperto dei paesi confinanti - Jugoslavia, Albania e Bulgaria - riesce ad imporsi come una realtà, almeno di fatto. Si è perfino parlato di un possibile invio di delegati del generale ribelle Markos all'O.N.U. Al problema italiano è intimamente connessa la questione della ratifica dei trattati di pace. Quando a Roma, sono tre mesi, si cominciò a parlare della necessit~ di ratificare il trattato di pace, vi fu l'impressione che si agisse su ispirazione ame. ricana e inglese. Si trattava di una pace separata tra l'Italia e le Potenze occidentali, cioè di un aumento dell'inAusso anglo-sassone nel nostro Paese? Mosca, forse, lo credette. Ed è per questo che il governo sovietico fece sapere a Londra che i trattati di pace con gli ex-alleati della Germania avrebbero dovuto essere ratificati tutti insieme, dopo il consenso degli stessi paesi interessati. Il che significava che il trattato italiano non doveva entrare in vigore se non quando fossero entrati in vigore anche quelli con gli altri Stati balcanici o del Nord Europa. Con ciò la Russia credette di aver ~eutralizzato la possibile manovra anglo-sassone in Italia, e il veto sovietico all'ammissione del nostro Paese nell'O.N.U. non fu che il corollario di questa preoccupazione. Ma quando fu chiaro che da parte americana non esistevano, quanto all'Italia, disegni precisi, noi abbiamo assistito alla precipitosa ratifica elci trattati da parte dei Paesi amici della Russia e poi alla ratifica della Russia medesima. In tal modo i trattati, quello italiano compreso, entravano in vigore. L'Unione dei Sovieti, con. solidata la propria inAuenza nei Paesi balcanici, otteneva di allontanare dall'Italia le forze americane cd il nostro Paese si trova ora di fronte alla dura realtà che forse fino ad oggi non vide nei suoi \'eri aspetti e guarda all'avvenire con grande preoccupazione. Tutto ciò, peraltro, non è servito a facilitare l'entrata dell'Italia nell'O.N.U. Ali' Assemblea di settembre la delegazione sovietica ha cerc1to cli mercanteggiare l'ammissione del nostro Paese mi le azioni Unite condizionandola a quella di altri Stati ormai praticamente dominati dall'U.R.S.S.: Finlandia, Romania, Ungheria e Bulgaria. Ma i governi anglo-sassoni non riconoscono, spec.ie agli ultimi due Paesi, i requisiti necessari per appartenere all'O. .U. La manomissione delle libertà magiare e bulgare hanno suscitato una forte reazione nei Paesi dell'Occidente. La condanna e l'esecuzione di Perkov hanno afforzato questo stato d'animo e la condizione sovietica non è stata accolta. Cosl il ,·cto cli Mosca preclude ancora una volta all'Italia le vie per l'entrala
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