Quaderni di Roma - anno I - n. 5 - settembre 1947

NOTE DI CRONACA negli ultimi anni, 1 negri abbiano avuto ingresso in Vaticano e paterna accoglienza dal regnante Pontefice. Per riassumere in breve: una nuova Congregazione religiosa femminile è stata istituita a Filadelfia (11omen, omen !) da Caterina Drexel, dedicata esclusivamente all'assistenza religiosa dei negri e degli indiani; un seminario per negri è stato fondato a St. Augustine; 500 suore negre già si dedicano all'apostolato tra le loro con1\azionali; molti sacerdoti, in ogni parte degli Stati Uniti, si dedicano all'apostolato rl'cgro, tra i quali emerge per chiarezza di vedute il gesuita Lafarge, direttore della Rivista America; vi sono riviste apposta per i negri; i negri cattolici, da uno su 6o in pochi anni sono passati ad uno su 40; nel 1946 si è calcolato che 43 negri al giorno, in media, si sono conveniti alla Chiesa cauolica. Uno dei punti dove le resistenze sono più grandi, sopratutto nel Sud (nel Nord solo dopo la prima guerra mondiale è incominciata, dal Sud, la migrazione interna dei negri, in sostituzione della bloccata emigrazione europea) è quello <!ella ammissione dei negri nelb vita sociale del bianco: ebbene, l'anno scorso abbiamo avuto l'esempio, nel Congresso per il problema negro tenuto a Detroit, del Card. Mooney che celebra un solenne Pontificale con la assistenza di soli sacerdoti neri; ed a Trenton abbiamo il caso di un parroco nero che ha alle sue dipendenze un vice-parroco bianco. Non mancano le resistenze, anche nel campo cattolico: « è ancora troppo grande la distanza tra ciò che si afferma in linea di principio e ciò che si pratica in materia razziale» ha detto un noto cattolico ali« radio; ma i tempi felicemente impongono che un cristiano sincero si senta sempre più «sociale» nel senso più largo (quindi anche razziale) per le esigenze logiche della sua fede. • •• CRO ACHE POLITICHE Nell'ultima rassegna s'è parlato del cosidetto pinno Marsha1!, vale a dire dell'intenzione americana di dare all'Europa un aiuto organico in base alle necessità obiettive messe in luce da un progetto di ricostruzione studiato dai paesi interessati del vecchio continente. Le diffidenze preliminari dell'Unione Sovietica si sono precisate nell'incontro dei tre ministri degli esteri _;ivvenuto a Parigi; e Bevin e Bidault si sono trovati cli fronte al netto rifiuto di !\folotov: si è confermata cioè quella frattura che divide il mondo moderno in due compartimenti stagni. Nè la. Russia, nè i paesi del suo sistema politico hanno accettato di collaborare con gli esperti che a Parigi dovevano gittare le basi della nuova collaborazione economica. La Cecoslovacchia, che pure, in un primo momento. aveva accolto l'invito delle potenze occidentali, ha disdetto la sua partecipazione quando si è accorta che sarebbe stata la sola nazione del blocco orientale presente a Parigi e che in tal modo si sarebbe posta contro le di_rettive politiche di Mosca. Le ragioni dd rifiuto sono evidenti: l'Unione dei Sovieti teme che una collaborazione economica di paesi europei, integrata dagli aiuti americani, possa vincolare il vecchio continente alla politica « capitalist.ica » degli Stati Uniti e, quindi, attenuare l'inAusso sovietico. D'altra parte Mosca, non a torto, vede nell'economia americana i segni di una grave crisi di superproduzione: gli Stati Uniti hanno bisogno di vendere i loro prodotti; in mancanza di sbocchi commerciali, la crisi si aggraverà con ripercussioni di natura sociale che potrebbero assecondare la politica generale dell'Unione Sovietica.

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