Quaderni di Roma - anno I - n. 5 - settembre 1947

NOTE DI CRONACA 459 ••• Non meno degli altri Contincnti,"anc~!; l'America ha i suoi problemi razziali: quello indiano, specialmente nell'America Latina; quello dei negri, in Ha1ti, nelle Antille francesi, ecc., ma sopratutto negli Stati Uniti. :l, indubbio che i fattori economici ebbero parte preponderante nella schiavitù dei negri importati nel Nord America, fenomeno questo che, a sua volta, dopo la guerra di secessione (1861-186s) e l'abolizione della schiavitù stessa, ebbe tuttavia come immediato riflesso un più acuto distacco e contrasto razziale, oggi tuttora vivo e pungente. Intanto sta il fatto - contro l'opinione da noi corrente - che la condizione dei negri importaù non fu peggiore agli inizi, ma andò peggiorando alla fine del secolo XVIII, quando nelle pianure del Sud alla coltivazione del riso si sostitul quella del cotone: sicchè proprio negli anni in cui la rivoluzione francese diffondeva nel mondo i principi della fratellanza universale (cd in base a queste proclamazioni gii schiavi negri di Haiti, resi liberi, massacravano i francesi della colonia !) la condizione dc.i negri degli Stati Uniti divenne peggiore e tale rimase per tutta la prima metà del secolo XIX, del secolo cioè del nuovo umanitarismo. Con questo non si vuole accettare un fatale determinismo storico, ma piuttosto deplorare la inefficienza del senso cristiano quando divenne acuto questo problema. li quale è troppo complesso, perchè si possa in breve delinearne anche soltanto le linee essenziali, e nello stesso tempo troppo deformato nei suoi veri termini dai pregiudizi (inferiorità di razza ...) e dalle passioni; ancor oggi molti cristiani, pur accettando in teoria il principio evangelico della fratellanza al di sopra delle diver. genzc anche di stirpe, di fa1to proclamano impossibile la convivenza con i negri, donde la necessaria separazione nella vita sociale: cd è questo, forse, l'ostacolo più grave alla soluzione di un problema che effettivamente esiste e presenta gravi dif.. ficoltil. Dai primi tempi dell'importazione, i negri seguirono (era il princ1p10 corrente: cuius regio...) la religione dei loro padroni, i colonizzatori delle provincie del sud, compattamente protestanti: questo è uno dei motivi per cui, fino a non molto tempo fa, i negri credenti erano nella quasi totalità protestanti: diciamo subito che un altro motivo fu la non sufficiente sensibilità dei cattolici al problema negro. Ma la situazione rapidamente si trasforma. Se un secolo fa fu notevole l'atteggiamento benevolo dei quaccheri verso i negri ed è sopratutto degno cli menzione il grido di dolore e di pietà, ispirato da profondo senso cristiano, della scrittrice evangelica Enrichetta Beecher Stowe (La capanna dello zio Tom è del 1852, ed ebbe reale influsso sulla psicologia della guerra di secessione), oggi c'è in particolare una consapevole e ferma presa di posizione a favore dei negri della Gerarchia ca11olica, che conviene qui sottolineare. Già prima nelh causa dei negri vi erano stari fra i cattolici esempi eroici di dedizione: a prescindere dai tempi. .. preisoorici e dall'ammirabile apostolato di s. Pietro Claver, nel XVII secolo, a Cartagcna, abhiamo le pagine stupende scritte agli inizi di questo secolo da una grande Santa italiana, Francesca Saveria Cabrini, fattasi veramente negra con i negri nei grandi alveari umani di New Orleans; ma si trattava di goccie di balsamo in un oceano di dolore: bisognava, bisogna affrontare il problema in pieno, e questo sta facendo la Gerarchia nord.americana. Forte impulso a questa nuova consapevolezza, da part~ <lei vescovi americani, della propria responsabilità è stata data dalle gravi parole di Pio XII per il problema negro nella Lettera Enciclica alla Gerarchia nord-americana « Sertum laetitiae » del 1• novembre 1939: dopo di allora è risaputo con quanta frequenza,

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