Quaderni di Roma - anno I - n. 5 - settembre 1947

IL 1fOVIMEN1O TEDESCO DI RESISTENZA 393 condanna a morte fu cleterminat:t>anche dal fatto che egli sapeva con precisione che Hitler e Ribbentrop avevano voluto la guerra. Da tutt'altro ount<:>di vista è•scritto il libro di Fabian von Schlabrendorff «Ufficiali ;ontro Hitler» (Zurigo, 1946). Al centro della precisa e seria narrazione, edita dal collaboratore di Dulles, Gero v. Gaevernitz, sta la emozionante illustrazione del tentativo del 13 marzo 1943, intrapreso eia Schlabrendorlf e dal generale von Treskow. L'autore è della sw,sa generazione del Gisevius. Nel 1932-33 compì il suo periodo di perfezionamento presso il segretario di stato del Ministero degli Interni prussiano; dal 1933 fino al 1938 esercitò la sua attività in provincia. È caratteristico per lui, come per parte degli ambienti giovani-conservatori prima del 1933, che la sua avversione al regime lo indusse a cercare contatto sia con personalità assolutamente conservatrici (Ewald v. Kleist-Schmenzin), sia con ambienti di «sinistra» (Ernst Niekisch, che a suo tempo era andato a Mosca per incarico di v. Seeckt per riallacciare i rapporti tedesco-russi). Nel 1938 venne a conoscere l'ambiente intorno a Hans Oster; richiamato, poco prima dell'inizio della guerra, in qualità cli sottufficiale ·di fanteria, fu, in principio del 1942, trasferito allo stato maggiore delle forze armate del fronte orientale centrale presso i! s1Jo amic::i v. Treskow (primo ufficiale di stato maggiore di questo gruppo èi armate). Prima e dopo l'attentato fallito, Schlabrendorlf curò il collegamento fra la centrale della resistenza a Berlino e il gruppo citato. Arrestato dopo il 20 luglio 1944, fu sottoposto a terribili torture nella prigione della Gestapo berlinese. Durante il suo processo dinanzi al Tribunale Popolare, il presidente Freisler, in seguito ad attacco aereo, fu ucciso dalla caduta di una trave, mentre teneva il mano il fascicolo dell'accusato. Il sangue freddo di Schlabrendorff ebbe la sua parte di merito, quando in un trasporto di detenuti di campi di concentramento potè essere liber:ito dagli americani durante la capitolazione nell'Italia Settentrionale. · Dall'opera di Gisevius, una ~nea diretta conduce, attraverso le esposizioni di Hassel e di Schlabrcndorff, a Rudolf Pechel, autore del libro « La resistenza tedesca» (Zurigo, 1947). Gisevius e Pechel sono i punti finali di questa linea: estremi irriconciliabili, che ciononostante avevano la stessa meta del colpo di stato. Fra di essi s'inserisce una grande parte della vera tragedia del movimento di resistenza tedesco, della quale più avanti parleremo più a lungo. Se Gisevius era pronto a battere ogni via, anche dubbia, per arrivare alla meta, e non si rifiutava perciò neanche alla collaborazione con organizzazioni di dubbia fama, Pechel non riesce ad accettare in pieno neanche un uomo come Hassel, perchè questi era rimasto al suo posto sotto Hitler sino al 1938. Pechel, anzi, arriva persino a voler fare a posteriori una certa « epurazione » fra i morti del 20 luglio

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