LUIGI l'AGGIARO rivo che si sia rivestito del tradizionale «jsmo » perchè, in tal caso, non ad un solo esistenzialismo dovremmo riconoscere il diritto ad esistere ma a tanti quanti ne può comprendere la infinita varietà degli individui che si sono portati con l'aiuto dell'esame introspettivo dal grado di esistente all'assoluto dell'esistenza, che sono passati cioè da soggetto ad \Oggetto dell'indagine, da singoli a realtà. ~ Purtuttavia è sempre possibile stringere in un tema comune la varietà di contrappunto propria della orchestrazione esistenzialistica. E il tema lo si ritrova nel primo e ripetibile atto di ribellione che l'esistenzialismo di ogni tempo compie contro ogni vincolo che minacci di dissolvere la persona nella « routine» dei dogmatismi o degli assolutismi di ogni specie che operino su di essa dal di fuori. Ogni dottrina, infatti, che pretenda di studiare l'uomo da un centro di osservazione che non sia il centro medesimo da cui l'uomo osserva se stesso, finisce col definirlo_ come un estraneo a sè, come un perduto a sè e quindi come un uomo minorato. o mancato. Perchè il singolo riconquisti il senso della propria persona e il valore della medesima, necessita che egli non perda mai la consapevolezza di essere se stesso che vive e' si muove in questo momento e in questo spazio e che perciò non è puro essere ma esserci ( dasein ). Da questo punto di vista era nel giusto lo scrittore spagnolo Eugenio D'Ors quando all'ultimo congresso internazionale di Filosofia di Roma auspicava una revisione da parte della scienza dei classici termini metafisici a favore, beninteso, di una terminologia più aderente all'esistenzialismo dei nostri giorni. Infatti, l'uso tradizionale di riconoscere concreto certo modo infinito del verbo come mangiare od essere non può reggersi, egli aggiungeva, proprio per la mancanza di uno specifico oggetto che sia proprio della funzione del mangiare che non sazia se non mangia qualcosa o di quell'essere che è il nulla medesimo se non diventa l'esistente. Di conseguenza l'esistenzialismo, esclusa a priori ogni esperienza che trascenda il singolo, pone il cuore dell'uomo al centro del tutto facendo convergere la complessità dei problemi che fuoriescono dall'io nell'unico problema _che si accentra nell'io e che è il problema del suo esistere. In questo modo alla presunta genericità dell'assoluto metafisico sostituisce la corpulenza del particolare empirico, e all'impersonalità dell'essere senza tempo la personalità del singolo esistere che dal nulla emerge al qualche cosa, simile al colore che dall'ombra della notte si ridistende sulle cose per il miracolo della luce. , Determinato un tale punto fermo· nella genesi esistenzialista, è assiomatica l'opposizione da parte di ogni esistenzialismo alla pretesa che sia
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