FEDE E POESIA NEL TOMMASEO 421 òopo un lungo sostare nel travaglio morale, appare la natura: una foglia come il volto di una donna, il mare come l'incubo di un rimario, le fantastiche rocce del Brasile come la dolorosa stagione dell'espiare e del ritrovare Iddio. li ricordo di un oggetto si distende in un sottile disegno sentimentale, lineato in una semplice essenza: Conversa in loto ed in polvere, o pia, per vite nuove il perpetuo concento seguiterai della prima armonia. E io, che viva in me stesso ti sento, cadrò tra breve, e darò del mio frale al fiore, all'onda, all'elettrico, al vento. Più cari i piccoli aspetti della vita vegetale che i lati panorami : fronde, gòcciole, fiori. La natura tutta, rimpicciolita davanti a Dio, parla l'intima storia spirituale dell'artista, riflette le ansie così come le foglie si muovono all'alito del vento; e in qualche momento di ottimistico abbraccio a tutto il creato, Tommaseo sente la forza rigeneratrice della fede religiosa: Esci di te. Nell'ampia luce che avviva i mondi )e tue virtù ritempera, le gioie tue trasfondi, dilegua i tuoi doler'. Il tuo destino apprendi; de' secoli le vie sali, raggiando, e scendi, concorde ali' armonie del provvidente Amor. Ma assai p1u intensa di vita interiore quale drammatico fondale alle passioni dei sensi, è la natura che circonda le immagini delle donne desiderate e che accompagna la discesa verso il peccato. In quel denso prologo di Memorie sparse, non richiesto da un decorativo sentore, ma proprio rivissuto al pari del momento peccaminoso, come forte riverbero di cose ben visibili e nette entro i movimenti lenti della voluttà, la natura appare dispiegata in figure insistite, in similitudini che accrescono la forza sensuale delle immagini, e che preludono ad un arresto della coscienza morale su quelle voluttà, quasi che da un contorto spasimo emergesse una più forte capacità di dominio spirituale: Dammi l'anima tua. Queste beate splendide forme che gentil passaggio fan d'una in altra, come all'aura estiva
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