FEDE E POESIA NEL TOMMASEO .. raie, per questo bruciore estremo del linguaggio nei sensi dell'uomo, il linguaggio poetico del Tommaseo (i\nche per la ricchezza e spressiva delle analisi psicologiche) è apparso come il più vicino a quello dei decadenti, il più carico di incognite e di anticipazioni. È cosa naturale che il Tommaseo civile, alfiereggiante e foscoleggiante, influenzasse Carducci: più ascose e sottili sono le vene che portano al D'Annunzio, al Pascoli, al De Bosis, al Salvadori. Come anche non meno singolari quelle che lo avvicinano al Praga, al Tarchetti, proprio agli ultimi guiz zi del romanticismo: Oh, giovanetta, io non sapea di questa, ch'erra tra 'l verde, e de' lontani al pianto risponde e notte e dl, voce modesta. E non credea che te, veduta appena, povera Carolina, nella casa de' morti avrei vicina. E la data di composizione (A Carolina Becattini è del 1871) salda, nell'estremo anelito poetico del vecchio scrittore dell'Antologia fiorentina, la Milano dei primi accenti decadenti. Non si tratta, a d ogni modo, di un consapevole superamento formale del romanticismo, ma sì di un certo frammentistico e irregolare processo di saturazione del linguaggio romantico, al quale le complesse impostazioni metriche d el Tommaseo hanno affidato compiti di un lirismo nuovo e interiore. Tanto più che all'approfondimento psicologico e morale corrisponde sempre, nel Tommaseo, un analogo bagno espressivo entro plaghe misterio se e fuggevoli dell'armonia poetica: in quelle zone di ineffabilità in cu i la coscienza dispiega la sua vita tormentosa, in una ricerca di arcano e di ipersensibile che è pari alla ricerca del linguaggio lirico. Il sentimento della natura e la qualità dell'ansia religiosa del Tommaseo manifestano chiaramente questa posizione di transito che c'è nella lirica del Dalmata, tra il romanticismo e le prime incon sapevoli avvisaglie decadenti. Uomo romantico come altri mai non fu, certamente è il Tommaseo, ed è inutile qui rammentare come fittamen te la sua personalità di uomo pubblico, di letterato, di filologo, di ricer catore di canti popolari, di polemista, sia radicata nel momento più romant ico del riostro Risorgimento: dopo le discussioni teoriche, dopo gli sche mi mentali e morali, appunto quando romanticismo significò anche e s oprattutto una pratica di vita, una maniera di essere e manifestarsi uomi ni del proprio tempo. Ma non vanno negletti quegli elementi (i quali, si direbbe in assurdo, riguardano più' l'artista nel suo istante di pura creatività anzi che l'uomo; ma appena postolo, si dimentichi subito que sto confronto)
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