GIORGIO PETROCCHI tuale (dove gli era spesso troppo facile peccar.e dopo il rimorso, anzichè rimordersi dopo il peccato), sovente la parola alta e severa di Manzoni dovè sembrare astratta, concettuale, disumana. Egli intendeva che avrebbe ben potuto far sua qualche massima, non il percorso generale dalla inquietudine alla seren:tà, dal dolore alla frde. , Il Tommaseo conosceva troppo bene le proprie vocazioni e perplessità per affidarsi con purezza d'intelletto alla lezione di Manzoni. Gli lnni Sacri gli avevano offerto l'ideale della lirica religiosa: egli accetta il registro di quella energia morale, ma ritorna con pienezza di cuore alla vita assegnatagli. Ha còlto la norma di ricercare intimamente, ma le armi e i modi di questa indagine psicologica restano completamente consegnati ai propri impulsi sentimentali e morali. Se si cercano le forme di quel travaglio spirituale (che poi non ebbe termine, lo lasciò allo stesso punto, nei medesimi atteggiamenti in cui s'era trovato agli inizi della personale parabola etica), il Tommaseo parla con quella voce che il Manzoni mise a tacere, vive gli ardori che il Manzoni riuscì fisicamente a soffocare, e neppure in tarda età. Per aspirare alla poesia, per raggiungerla, il Tommaseo non sacrifica alcuno dei suoi stimoli sensori, non astrae quel cc se stesso " assoluto e perfettibile che è dentro ciascuno di noi. Davanti al Manzoni geloso della propria autobiografia, portato per legge di natura ad una elevata universalità logica e affettiva, Niccolò Tommaseo sfugge, ritorna nella folla, apre il proprio petto ai durissimi scompensi dell'indole popolana, si rileva in tratti e colori che sono quanto di più remoto, si direbbe anche al pari degli altri contemporanei, si possa supporre dall'immagine manzoniana. Ciononostante echi specifici di una risoluzione tecnica, di un giro tutto intimo per rilevare e innalzare la materia religiosa, di un modo di far vibrare il testo evangelico secoi@b le leggi espressive del romanticismo manzoniano, vi sono, nella li'rica del Tommaseo, ed innegabili anche,. nella produzione senile, allorchè letture più ampie e di sapore europeo avrebbero potuto spegnere le influenze d·egli Inni Sacri. Ma questo non ostacola la libera posizione del Tommaseo nel quadro della poesia dell'Ottocento. Non v'è poeta neo-classico e romantico che egli respinga (pur con tutta l'acidità tipica del suo temperamento), senza che all'istante non ne assorba qualche canone formale o qualche singolarità compositiva. Chi legge, mormora sulle labbra un nome o l'altro, ma poi s'accorge che quel riferimento ha mutato prospettiva di gusto e senso espressivo. Nelle esperienze lessicali del Tommaseo, più tempi, anzi più secoli impastano curiose combinazioni linguistiche, sapute algebre metriche, sentori di nuove parole, amalgame ardite e felici. Qui,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==