Quaderni di Roma - anno I - n. 5 - settembre 1947

IL MOVIMENTO TEDESCO DI RESISTENZA parte contribuire ali'« ideologia del -NS », quelle che non passarono li Hitler divenivano i suoi più aspri nemici. Queste forze della Destra con la loro aspirazione a una vera sintosi di nazionalismo e socialismo erano soprattutto i «giovani-conservatori» (Treviranus, Edgar· Jung), i « nazionali» (« Razza nordica» !), gli « Unionisti » (provenienti dal movimento giovanile), il gruppo « nazionalismo cjel soldato» (esperienza degli excombattenti) e in fine i « nazionalbolscevichi »; Moeller van den Bruck, Ernst Niekisch, Ernst Jiinger (protetto a partire dal 1933 dalla Wehrmacht) devono essere ricordati anzitutto, come anche la loro affinità con ambienti designati col nome d1 v. Hammerstein (il « generale rosso» della vecchia Reichswehr) e di v. Brockdorff-Rantzau (il « conte rosso», exambasciatore a Mosca). Il reciso atteggiamento negativo di Hitler nei confronti della Russia comunista risultò molto prima del 1933 in apparenza il punto decisivo di separazione degli spiriti; dicendo questo non possiamo qui dilungarci sui reali e complicati intrecci dei nessi di carattere ideologico e i nessi di politica interna ed estera. Sta il fatto che le potenze occidentali hanno appoggiato Hitler fino al 1939 per ragioni di politica antisovietica, anzi certi istituti bancari lo appoggiarono persino prima del 1933. L'avversione a Hitler di larirhi ambienti del movimento di resistenza sembrava ad esse risalire all'orientamento occidentale di Hitler. Può darsi che alla diffidenza delle potenze occidentali verso il movimento di resistenza tedesco abbiano contribuito ragionamenti simili. Tutto il complesso del problema mostra per lo meno con quale importanza mondiale il contrasto est-ovest avente il punto intersezione dei due circoli nell'Europa Centrale, domini, a partire dal 1918, la politica mondiale. Siamo troppo vicini agli avvenimenti per poter dare un giudizio definitivo; questo vale anche per il movimento di resistenza tedesco. Allan Dulles ne dice: « È facile criticare il movimento di resistenza per il suo temporeggiare, per la sua mancanza di unione, le sue vacillazioni e il suo finale fallimento. Ma non è da supporre che in uno stato di polizia come quello organizzato da Himmler e Hitler, gli uomini possano compiere cose migliori di quelle compiute da Bcck, Gocrdeler, Lauschner e Stauffenberg ». Ed è certo che il popolo tedesco nell'anno 1943, conoscendo la situazione, si sarebbe liberato della_ guerra e del terrore non meno volentieri del) 'Italia che tentò di farlo. Che l'Italia riuscisse a trovare la via e la Germania non riuscisse, questo fatto indica, al di là delle differenze fra i due regimi, la problematicità dclreliminazione di un moderno regime di terrore, organizzato fino negli ultimi particolari. ERNST A. MESSERSCHMIDT

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