Quaderni di Roma - anno I - n. 5 - settembre 1947

ERNST A. MESSERSCHMIDT uomo pericoloso del potere esecutivo avversario, cioè del comandante di gruppo delle SS Miiller, capo della Gestapo (sezione IV, Ufficio Centrale della sicurezza del Reich). La combinazione che i due capi <lell'autorità esecutiva suprema del Reich (Nebe e Hansen, insieme alla polizia di Berlino sotto la direzione di Helldorf), fossero a disposizione dei cospiratori, non è stata sfruttata sufficientemente. Mentre il colpo di stato fallì a Berlino, )'azione portò a una situazione difficile a Praga e a Vienna; a Parigi ebbe pieno successo in seguito all'arresto di tutti i capi delle SS per opera della Wehrmacht. Degli avvenimenti di Germania al di fuori di Berlino, nulla, si può dire, è trapelato. Mentre l'aspetto militare non è ancora passibile di giudizio, i piani nel settore amministrativo civile sembrano essere stati difettosi; uomini come l'ex-ministro della Reichswehr Gessler, nonchè Noske (fino al 1933 primo presidente della provincia di Hannover), ii dr. Monge (già primo borgomastro di Hannover), v. LLiningk (già primo presidente della Westfalia) -ecc., non avevano alcuna idea del compito a loro affidato. La « Commissione speciale del 20 luglio » della Gestapo comprendeva circa 400 fonzionari; più di 7000 persone furono arrestate; tra i soli ufficiali ben 700 furono giustiziati. Le liste dei morti pubblicate (nei libri di Pecliel e di Schlabrendorlf) recano solo una parte dei nomi delle vittime. IV Dai fatti finora citati della storia del movimento di resistenza non è riconoscibile il suo carattere; se nell'introduzione si è ricordato il terrore sotto la cui pressione esso era pur tuttavia sorto, l'insieme dei suoi problemi veri e propri non è stato accennato. All'avversario segreto del regime tèdesco si poneva la domanda: (data la possibilità) è meglio emigrare o rimanere ? Se non si trattava di essere perionalmente minacciato, egli era guidato dall'antichissima esperienza che nè un'emigrazione esterna nè una interna (passiva) avevano mai prodotto una svolta nella politica interna. L'em_igrazione non era la Hrada del movimento di resistenza. A chi rimaneva, si poneva il problema ancor più grave: (data la possibilità) è meglio abbandonare il posto occupato in seno al regime o no ? Hassel nel suo diario si pone la domanda se sia lecito in generale dare ancora i propri servigi a un tale sistema di governo. D'altra parte si faceva strada, anche in Hassel, la convinzione espressa da Gisevius con queste parole: « In un sistema di terrore organizzato fin negli ultimi particolari non si può compiere dal basso un lavoro di sabotaggio che abbia successo. Si può solo fare un putsch dall'alto ».

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