QVADERNI DI ROMA RIVISTA BIMESTRALE DI CVLTVRA DIRETTA DA GAETANO DE SANCTIS ANNO I • SETTEMBRE 1947 • FASCICOLO 5 SANSONI. EDITORE
' I Comitato di Redazione G. DE SANCTIS, pmid,nu - R. ARNOU - G. COLONNETII G. ERMINI - A."FANFANI - P. P. TROMPEO Segretario di Redazione P. BREZZI Dirc:àonc e Redazione CASA EDITRICE SANSONI - VIALE GIULIO CESARE, 21 - ROMA INDICE E. A. MEssERSCHMIDLTa: tragedia del movimento tedesco cli resistenza. . G. PETROCCHFI:ede e poesia nel Tommaseo L. PAGGIAROE:sistenzialismo in crisi . Rassegne: ..-. Sulla questione meridionale (RAFFAELCE1AscA) La riforma economica secondo alcuni cattolici francesi Note di cronaca: Cronache religiose Cronache politiche Cronache sociali (FERDINANDLOoFFREDO) 431 439 446 454
LA TRAGEDIA DEL MOVIMENTO TEDESCO DI RESISTENZA Avvenimenti di politica estera degli anni precedenti la guerra, la guerra stessa e diverse caratteristiche apparentemente identiche della politica interna hanno fatto sì che i regimi totalitari d'Italia e di Germania- fossero sempre nominati insieme e spesso persino identificati. Indubbiamente esistevano comunanze superficiali e una somiglianza ideologica; erano, tuttavia, altrettanto manifeste le reali differenze. Non è il caso qui di illustrarle una per una; qui si tratta di constatare una sola cosa: l'Italia non ha vissuto il dominio estremo di terrore nella stessa misura della Germania. Il nazionalsocialismo, quale sistema politico formatosi nella pratica, può essere inteso solo quale « ideologia » dì gente sradicata, priva di fede e semicolta, e così dicendo si mette il dito su una piaga non soltanto tedesca. Vi erano significativi motivi sociali, politici e psicologici per far accettare il nuovo sistema del 1933 a una parte considerevole del popolo tedesco, che si lasciò ingannare sui fini veri dei capi. L'intolleranza verso ogrri opposizione sia costruttiva che distruttiva aveva agli occhi del popolo minore importanza della creazione di possibilità di lavoro e dell'apparente ordine stabilito. Solo molto gradualmente si manifestò il carattere di quest'ordine esteriore che altro non era se non una fuga delle responsabilità grandi e piccole a causa di un vuoto interiore. Con un raffinato processo di assuefazione, il regime ruppe in maniera sempre più cinica con tutto ciò che in genere rende possibile una vita collettiva. L'educazione statale estraniava sistematicamente il popolo dalle basi morali e religiose della storia europea. Allorchè dietro ali'« ordine» si rivelò la stretta rete del controllo terroristico, fu troppo tardi per una ribellione per opera del popolo. Spietato infuriava il terrore e divenne totalitario, invase tutti i campi della vita. La «scomparsa,, di persone del proprio ambiente pi~ ristretto divenne per ognuno un'esperienza certo angosciosa, ma sempre più fami-
ERNST Il. MESSERSCHMIDT liare. Il regime portò la diffidenza persino in seno alla famiglia cercando di avvelenare in tal modo la cellula-madre di ogni vita; l'amor filiale veniva a trovarsi in conflitto con le esigenze dell'autorità statale (denunzia). La fiducia da uomo a uomo veniva a racchiudere un pericolo di morte. Chi poteva rimproverare al singolo se la notizia data all'amico provato porta,;:a poi, passata in terza o quarta mano, le conseguenze più temibili per tu'tti ? Il silenzio costitul la direttiva nei rapporti fra gli uomini; una propaganda ·veramente diabolica ebbe cura di assicurare l'isolamento completo. Furono resi impossibili ogni orientamento obiettivo e ogni paragone, e l'immensa potenza della parola scritta e parlata si venne manifestando. li fuoco tambureggiante ininterrotto sul corpo, sullo spirito e sull'anima rendeva difficile persino a un uomo pensante di mantenere la distanza necessaria perchè potesse maturare il suo giudizio. Una resistenza contro il regime poteva sorgere solo in vista di particolari premesse. Quello che vi era di opposizione aperta nel 1933 fu sbaragliato, vietato, trascinato nei campi di concentramento, oppure cercò nell'emigrazione la propria salvezza. Ma poichè ogni pressione produce sempre una pressione opposta, l'opposizione segreta crebbe nella. stessa misura in cui il terrore spadroneggiava sempre più liberamente. Ancora nel 1934 ex-soci di un'associazione di cacciatori che si era adeguata al regime (gleichgescl1altet), potevano dichiarare ad Hannover ai funzionari della Gestapo presentatisi per sciogliere la loro abituale amichevole riunione intorno al tavolo di un locale pubblico, che in tal caso si sarebbero riuniti al tavolo vicino. Intorno al 1936-37 la cosa sarebbe stata impossibile senza serie conseguenze per le persone in questione. In questa epoca si era compiuto il passaggio dal regime di terrore autoritario a quello totalitario di tipo moderno, e la polizia di stato era divenuta l'unica incarnaz:one del potere statale. Innumerevoli e sconosciuti sono i singòJì· autori di tentativi di sabotaggio contro il potere dello stato; Gisevius, esprimendo l'opinione che la l~ro « illustràzione richiedente certo dei volumi non ne valga la pena», si serve di un criterio che rende omaggio solo al successo e non apprezza l'unica forma di resistenza individuale possibile e l'eroismo silenzioso . .Giacchè l'opposizione - ed è questo il suo carattere, per i non-tedeschi rimasto tale troppo a lungo - fu per molto tempo un fatto individuale. Il terrore e la psicosi di diffidenza da esso creata costituivano ostacoli quasi insuperabili sulla via naturale che dall'opposizione dei singoli individui conduce alla resistenza attiva o addirittura alla formazione di gruppi, alla congiura, al colpo di stato organizzato.
IL MOVIMENTO TEDESCO DI RESISTENZA 39r .. Dell'origine, dello sviluppo e dell'attività del movimento di resistenza tedesco che diede prova della sua esistenza nel tentativo di putsch del 20 luglio 1944, narrano i sopravvissuti che furono testimoni oculari. Le loro esposizioni recano, sia nelle qualità che nei difetti, le caratteristiche delle memorie contemporanee. Per un giudizio complessivo sulla resistenza tedesca è importante caratterizzare in breve il posto di lavoro e il carattere particolare di ogni relatore, tanto più che nessuno di essi ci dà una crònaca storica completa. L'esposizione più ampia e insieme problematica risale a Hans-Bernd Gisevius (« Bis zum bittern Ende ", Zurigo 1946, 2 voli.). L'autore viene dall'ambiente giovane conservatore di tendenza progressista e faceva parte dello « Stahlhelm ", associazione combattentistica orientata politicamente ,, a destra ", che cot:11prendevaanche gruppi giovanili. Compiuti gli studi universitari venne a trovarsi nel 1933, alla età di 29 anni nel!'« Ufficio della Polizia Segreta di Stato n creato da Géiring, per perfezionarsi nel servizio dello Stato. La convinzione che lo Stato nazista mancava di ogni certezza giuridica nelle sue stesse basi, fece di lui un avversario del regime. Due furono le vie che determinarono la sua ulteriore formazione: il suo pass·aggio al Ministero degli Interni, per opera di Frick, dove continuava ad avere la possibilità di studiare le pratiche della Polizia di Stato, e la sua amicizia con il futuro maggior generale Hans Oster, che ne ebbe l'aiuto, a partire dal 1934, nella formazione di una cellula illegale in seno alla ~ezione « Controspionaggio " presso il Comando Supremo delle Forze Armate. Il posto di lavoro del Gisevius è definito dai suoi stretti rapporti con Oster, Arthur Nebe (nel 1935 capo dell'Ufficio Statale dì Po1izia criminale di recente fondazione), con Hjalmar Schacht e Karl Goerdeler. Allo scoppio della guerra fu inviato viceconsole a Zurigo quale intermediario dei suoi amici dell'opposizione; quivi entrò in rapporti non del"tutto chiari con il capo dello spionaggio americano (OSS) Allan Dnlles. Ad ogni modo nella settimana precedente il 20 luj!lio 1944 si trovava a Berlino e dei colloqui di quel mpmento, come anche <lei decorso drammatico di quel giorno nella Bendlerstrasse (sede del Comando Supremo ( 1 ella Weh;macht), egli dà un resoconto tratto dalla propria esperienza che è finora l'unico; sembra che tutti gli altri testimoni oculari siano morti. Non si può negare l'importanza dei due volumi per lo smascheramento della persona di Hitler e per la rivelazione dell'inganno perpetrato ai danni del popolo tedesco, maigrado le diverse contraddizioni e i giudizi errati che si trovano specialmente nel primo volume finito nel 1941. La
392 3 ERNST A. MESSERSCHMIDT funzione estremamente fatale avuta dai generali v. Blomberg, v. Fritsch e v. Brauchitsch in una involontaria collaborazione con gli eccessi scandalosi e gli intrighi dei dominatori appare tracciata altrettanto esattamente quanto invece la difesa quasi incondizionata di Schacht e del suo atteggiamento contraddittorio deve destare dubbi. Gisevius, relatore di avvenimenti al cui 'ientro si trovava egli stesso, manca nel secondo volume di ohiettività in niolti suoi giudizi: la illimitata condanna di ministri e generali borghc~i (specialmente di Halder !) a spese di un'altrettanto illimitat:i accentuazione laudativa del proprio ambiente di amici, è certamente errata. Gisevius attacca una pagina sì e una no i generali perchè non si decidevano all'attentato; sorge la domanda, perchè Gisevius 'l il suo gruppo non avessero tentato essi stessi di eliminare il tiranno. Si deve dire che nel libro del Gisevius traspare un che di quella mentalità cangiante che spcssi~~imo si trova negli uomini dopo un'annosa attivi,~ cl! spionaggio. Mentre Gisevius, fallito il colpo di stato, cercò ,alvez;,a nella fuga e ,, sopravvivere » fu la sua suprema divisa, Ulriçh von Hassell andò incontr0 alla morte ad occhi aperti. Senza mutare lt' sue Jliitudini di vita, malgrado gli avvisi ricevuti, attese alla propria scrivania gli sgherri. Nato nel 1881, si trovava nel servizio diplomatico fin dal 19r.r e divenne amh:isciatore tedesco a Roma nel 1932. Vi rimase persino sotto Hitler, giacchè in una pacifica collaborazione tra Germania e Itali~ egli vedeva la possibilità di creare una feconda base per la colbbora7.ione europ(a. li corso degli avvenimenti lo costrinse nel 1938 a ]asciare il Ministero degli Esteri; entrò nondimeno a far parte del movimento di resistenza. I suoi diari, che vennero salvati (r938-1944), usciti nel 1946 a Zurigo col titolo cc Dell'altra Germania», sono ricchi di preziose informazioni. Pensieri, incontri e colloqui, spesso riportati alla lettera, ritraggono eccellentemente nelle loro caratteristiche gli uomini e la situazione del momento. Quello che ne possediamo è, tuttavia, solo un estratto, che attesta onestà di sentimenti. patriottismo cosciente e responsabile e coscienza europea come anche una grande conoscenza del mondo e un'acuta capacità di giudizio. Hasse] fu il capo del movimento di resistenza dal punto di vista della politica estera. In tale qualità si adoperò nel 1939 per impedire la guerra, valendosi della sua amicizia coll'ambasciatore britannico a Berìino, Sir Neville Henderson. È difficile inserirlo in un particolare ambiente del movimento di resistenza; da rapporti particolarmente stretti egli era unito a Beck, Goerdeler, Popitz, Jessen, Witzleben e altri. Fra tutti von Hassel fu nel campo della politica estera il più importante e il più attivo lottatore contro Hitler; sempre nuovi viaggi, intrapresi con pretesti mascherati ufficiosamente, lo conducevano negli altri paesi europei per mantenf're i contatti col mondo circostante e alla ricerca di possibilità di pace. b sua
IL 1fOVIMEN1O TEDESCO DI RESISTENZA 393 condanna a morte fu cleterminat:t>anche dal fatto che egli sapeva con precisione che Hitler e Ribbentrop avevano voluto la guerra. Da tutt'altro ount<:>di vista è•scritto il libro di Fabian von Schlabrendorff «Ufficiali ;ontro Hitler» (Zurigo, 1946). Al centro della precisa e seria narrazione, edita dal collaboratore di Dulles, Gero v. Gaevernitz, sta la emozionante illustrazione del tentativo del 13 marzo 1943, intrapreso eia Schlabrendorlf e dal generale von Treskow. L'autore è della sw,sa generazione del Gisevius. Nel 1932-33 compì il suo periodo di perfezionamento presso il segretario di stato del Ministero degli Interni prussiano; dal 1933 fino al 1938 esercitò la sua attività in provincia. È caratteristico per lui, come per parte degli ambienti giovani-conservatori prima del 1933, che la sua avversione al regime lo indusse a cercare contatto sia con personalità assolutamente conservatrici (Ewald v. Kleist-Schmenzin), sia con ambienti di «sinistra» (Ernst Niekisch, che a suo tempo era andato a Mosca per incarico di v. Seeckt per riallacciare i rapporti tedesco-russi). Nel 1938 venne a conoscere l'ambiente intorno a Hans Oster; richiamato, poco prima dell'inizio della guerra, in qualità cli sottufficiale ·di fanteria, fu, in principio del 1942, trasferito allo stato maggiore delle forze armate del fronte orientale centrale presso i! s1Jo amic::i v. Treskow (primo ufficiale di stato maggiore di questo gruppo èi armate). Prima e dopo l'attentato fallito, Schlabrendorlf curò il collegamento fra la centrale della resistenza a Berlino e il gruppo citato. Arrestato dopo il 20 luglio 1944, fu sottoposto a terribili torture nella prigione della Gestapo berlinese. Durante il suo processo dinanzi al Tribunale Popolare, il presidente Freisler, in seguito ad attacco aereo, fu ucciso dalla caduta di una trave, mentre teneva il mano il fascicolo dell'accusato. Il sangue freddo di Schlabrendorff ebbe la sua parte di merito, quando in un trasporto di detenuti di campi di concentramento potè essere liber:ito dagli americani durante la capitolazione nell'Italia Settentrionale. · Dall'opera di Gisevius, una ~nea diretta conduce, attraverso le esposizioni di Hassel e di Schlabrcndorff, a Rudolf Pechel, autore del libro « La resistenza tedesca» (Zurigo, 1947). Gisevius e Pechel sono i punti finali di questa linea: estremi irriconciliabili, che ciononostante avevano la stessa meta del colpo di stato. Fra di essi s'inserisce una grande parte della vera tragedia del movimento di resistenza tedesco, della quale più avanti parleremo più a lungo. Se Gisevius era pronto a battere ogni via, anche dubbia, per arrivare alla meta, e non si rifiutava perciò neanche alla collaborazione con organizzazioni di dubbia fama, Pechel non riesce ad accettare in pieno neanche un uomo come Hassel, perchè questi era rimasto al suo posto sotto Hitler sino al 1938. Pechel, anzi, arriva persino a voler fare a posteriori una certa « epurazione » fra i morti del 20 luglio
394 ERNST A. MESSERSCHMIDT ~ <. (p. es. la cancellazione dalla prima lista dei morti del nome del presidente della polizia berlinese, conte Helldorf, benchè questi facesse parte della cospirazione dal 1938). Certo, Gisevius presta il fianco ;; forti critiche, ma anche Pechèl pone al lettore del suo ·libro dei problemi insolubili, rrialgrado la sua posizione molto onesta, superiore a ogni dubbio. Parlando della convinzione fattasi dopo il 1934 (affare Rohm) che la violenza si ~ezza solo con la violenza, egli viene a condannare ogni persona che (anche allo scopo del colpo di stato) manteneva il proprio posto direttivo. Pechel non si rende conto delia propria incongruenza; come direttore della rivista « Deutsche Rundschau » ( da lui diretta a partire dal 1919) condusse dopo il 1932 una lotta coraggiosa contro il regime; dovette però, ai sensi dell'adeguamento politico della stampa (Gleichschaltung) nel 1933, iscriversi come ogni altro pubblicista alla rispettiva organizzazione professionale nazionalsocialista. Quello che egli respingeva in altri come comp~omesso, egli stesso l'ha fatto: la sua strada è stata quella del doppio g1uoco. Pechel proviene politicamente da ambienti i quali oggi, non a torto, devono essere considerati araldi del regime nazionalsocialista. Intorno all'autore del libro « Das Dritte Reich » (Moeller van den Bruck), il cui titolo diede il nome all'impero hitleriano, erano riuniti nel « Juni-Klub » di Berlino uomini giovani e non più giovani, avversari decisi della giovane repubblica di Weimar quanto l'ambiente nazionalistico intorno a Reinhold Wulle. Entrambe le correnti si separarono, è vero, molto presto da Hitler e dalla sua ideologia confusionaria, ma si separarono come una specie di trotzkisti del nazionalsocialismo. Non è a caso probabilmente che il libro di Pechel si sofferma a lungo proprio su questi ambienti della resistenza: il capitano Beppo Romer, il generale v. Hammerstein, Niekisch, H. Schulze-Boysen. Tutti seguono la strada che in Ernst Jiinger, amico di Niekisch (« Der Arbeiter », prépàrato in scritti minori fin dal 1q30 e pubblicato come libro nel 193'.t), trova la. sua logica conclusione. Dovremo ancora occuparci in via di principio di questi problemi cosl importanti per la comprensione della situazione politica prehitleriana. Per Pechel è essenziale ricordare che fu lui a far conoscere a von Papen l'avvoc~to monacense dr. Edgar Jung, uomo politicamente ambiziosissimo e molto capace (autore di « Die Herrschaft der Minderwertigen »); il 30 giugno 1934 Jung scontò con la morte la sua resistenza al regime. A un colloquio del 1922 fra Hitler, Moeller, dr. _Lejeune-Jung e Pechel risale l'avversione a Hitler di quest'ultimo. A partire dal 1932 egli ha poi lavorato attivamente contro il nazionalsocialismo. Il mezzo di lotta della rivista, letta dagli strati superiori degli intellettuali tedeschi, fu l'abile camuffamento, cioè l'« attacco indiretto». L'esposizione dei metodi so-
IL MOVIMENTO TEDESCO DI RESISTENZA 395 vietici (GPU), biografie di Napoleone, Gengis-Khan, articoli come quello sul dittatore sudamericano Lopez, erano diretti in realtà contro il regime tedesco. L'appoggio finanziario 1yeniva a questa lotta da parte dell'industriale Robert Bosch. Nel 1936 Pechel conobbe Goerdeler e gli mise a disposizione la sua rivista per la pubblicazione di articoli. Entro il movimento di resistenza vero e proprio, Pechel è caratterizzato in base ai suoi rapporti col generale Olbricht, con Leuschner e v. Hammerstein. La sua lotta incondizionata per la verità e per l'onestà dell'uomo determinò nell'aprile 1942 il suo arresto; il Tribunale Popolare lo assolse nel febbraio del 1945, e il 14 aprile dello stesso anno potè lasciare il campo di concentramento. Oltre che dei libri indicati, questi cenni riassuntivi del movimento di resistenza tedesco si sono valsi di altre fonti, come il rapporto del dr. George Kiezel, membro della « Commissione Speciale 20 luglio " della Gestapo, e le descrizioni dei capitano conte Josd Ledebur, collaboratore del'" controspionaggio" sotto la direzione del colonnello Hansen. II Le fonti sinora disponibili non permettono ancora una espos1z1one completa dcli' organizzazione del movimento di resistenza tedesco. I dirigenti che soli ne conoscevano tutte le diramazioni, furono vittime della loro lotta, cosicchè il quadro originale può essere ricostruito solo un p0' alla volta. L'organizzazione .si era formata attraverso gruppi sorti indipendentemente gli uni dagli altri, la cui formazione spirituale ed esteriore risale a date diversamente l_ontane. Questo carattere di gruppo contrassegna il movimento di resistenza fino alla sua disfatta. Furono in prinu linea motivi di prudenza che· lasciarono intatta l'ampia autonomi::t di questi gruppi e fecero tenere la loro conoscenza reciproca nei limiti più ristretti. La vera e propria formazione della resistenza ebbe inizio nell'anno 1938. È decisiva per questo momento la costituzione di un collegamento fisso tra il settore civile e quello militare e la chiara divisione del lavoro fra i Òut settori. L'azione militare, al momento del colpo di stato, era di competenza dei rappresentanti militari, la preparazione spiritmle e la riunione delle personalità più adatte erano compito degli ambienti civili. Tutt'al più, nell'inverno 1939 si può parlare deila esistenza di un'organizzazione complessiva la cui struttura procede costantemente; in questa epoca, capo indiscusso del movimento di resistenza è il colonnello generale Reck. Il carattere determinante. del movimento di resistenza st:1 nel fatto
ERNST A. MESSERSCHMIDT che esso raccoglieva uomini di tutti gli strati sociali e di tutti gli ambienti. Bisogna conoscere le condizioni politiche, sociali e confessionali Jella Ger- ,mania per capire il significato di quest'unione fra sacerdoti protestanti e gesuiti, socialisti e conservatori, generazioni vecchie e giovani, sindacalisti e funzionari del Ministero degli Esteri con ufficiali e capi dell'economia naz.ionale al fine di un comune colpo di stato, e insieme la loro presa di confatto con esponenti comunisti. Il colonnello generale Ludwig Beck (nato nel 1880) fu capo dello stato maggiore dell'esercito dal 19_35fino alla tarda estate del 1938. Fin dal febbraio 1938, prima dunque dell'annessione dell'Austria, egli presentò a Hitler un pro-memoria, rimasto senza risposta, in cui lo metteva in guardia dalla continuazione di una politica di conquista che doveva sboccare in una catastrofe europea. Prima delle sue dimissioni, dovute a ragioni di coscienza, ebbe un colloquio con Hitler circa la provocata crisi dei Sudeti. Hitler gli rispose: « Le forze armate sono uno strumento deila politica. Assegnerò all'esercito il suo compito quando sarà venuto il momento. L'esercito dovrà assolvere questo compito e non discutere se il compito sia posto bene o male». Nell'inverno 1939 Beck fu nominato capo della fronda senza obiezione alcuna e per opera del maggiore generale Oster. « Egli era la grande mente direttiva nello sfondo, un maestro della cospirazione ma un cattivo rivoluzionario », dice di lui il rapporto della Commissione Speciale delle SS dopo il 20 luglio 1944. « Egli temporeggiava nei suoi piani strategici », aggiunge questo rapporto, accennando probabilmente al suo rifiuto verso la politica di Hitler priva di scrupoli. Hassel lo chiama « un soldato di notevole levatura spirituale », ma aggiunge completando che di tanto in tanto dovev~ ìnfilargli delle « stecche » per rafforzarlo contro obiezioni provenienti dalle sue proprie file. Beck è senza dubbio la personalità militare più caratteristica di formazione prehi,tleriana. Schlabrendorff pone ifì gran rilievo il suo equilibrio interno, la sua nobile onestà e sottolinea l'unione di bontà e di autorità nel suo carattere. Dopo il fallimento del tentativo del colpo di stato, Rtck si tolse la vita. Spesso, naturalmente, il lavoro del settore militare e di quello ci\'ile s'intersecavano; se nelle pagine seguenti daremo un'espo~izione separata dei due settori, ciò è dovuto solo a motivi di chiarezza. L'el_aborazione dei piani militari del colpo di stato, che ancora non ci sono noti nei particolari, era affidata al generale Friedrich Olbricht, capo dell'Ufficio Generale dell'Esercito. Si trattava di piani preparati da ufficiali addestrati dello Stato Maggiore tedesco e si può ben supporre che il lato propriamente militare dell'impresa progettata difficilmente desse motivi a critiche.
IL MOVIMENTO TEDESCO DI RESISTENZA 397 Centro del movimento attivo (etecutivo) della resistenza era la sezione controspionaggio presso il Comando Supremo delle Forze Armate. Ndle mani del maggior generale Hans• Oster venivano a eonAuire i fili clelle notizie che in gran parte venivano annodati da lui o con il suo' aiuto. Il carattere particolare dell'ufficio rendeva possibili, più di altri, contatti poco sospetti tra i rappresentanti civili e quelli militari del movimento <li resistenza. Oster era « un uomo secondo il cuore di Dio", si legge in Schlabrendorff a proposito di questo «amministratore» della resistenza; con alto disinteresse rinunziava a possibilità più facili di promozione presso qualche Comando del fronte e vedeva il suo vero compito solo nel favorire il colpo di stato. Gli uomini più importanti intorno a Oster erano il consigliere del Tribunale del Reich v. Dohnayi, -il barone v. Guttenberg (editore dei « Weisse Bliitter »), il dr. Justus Delbriik, il direttore delle assicurazioni Striinck, il dr. Gisevius. Astraendo dal lavoro all'interno della Germania e dal collegamento con le truppe al fronte, il « controspionaggio n era il punto di partenza dei contatti con l'enero. A quest'ultimo riguardo dovremo ricordare: l'avv. Josef Miiller (già capo del partito popolare bavarese, consulente legale di mons. Pacelli quando ·era nunzio a Monaco) che attraverso il Vaticano allacciò rapporti col ministro britannico degli esteri Halifax;. il parroco protestante Dietrich Bonhoffer, che allo stesso scopo conferì nel maggio del 1942 col vescovo britannico di Chichester a Stoccolma; Otto John e il conte Ledebur perseguivano fini simili attraverso l'ambasciatore britannico a Madrid Viscount Templewood (Sir Samuel Hoare); l'avv. Karl Langbehn entrò in rapporti con l'ex-Alto Commissario della Società delle Nazioni per Danzica, prof. Karl Burckhardt, a Ginevra; Gisevius, il quale aveva stabilito importanti contatti col oresidente della polizia berlinese conte Helldorf e con il capo dell'Ufficio di Polizia criminale del Reich, Arthur Nebe, entrò più tardi in raoporto con il capo dello spionaggio americano in Svizzera, Allan W. Dulles. Tutti questi contatti furono presi con l'intenzione di chiarire il rapporto del movimento di resistenza tedesco con le potenze occidentali. L'attività di Oster fu, se non altro, tollerata da parte del suo superiore, l'ammiraglio Canaris. Quest'ultimo era· sostenuto da Hitler in persona contro ogni attacco, perchè a·veva avuto (proprio insieme al suo futuro avversario, il capo della polizia di sicurezza e del SD, Reinhard Heydrtch) una parte decisiva n_ell'affare Rosa Luxemburg. Dopo che la lotta per l'egemonia fra Canaris («Controspionaggio» delle Forze Armate) e il dirigente del servizio notizie estere delle SS, Schellenberg (Ufficio VI, Ufficio Centrale per la sicurezza del Reich, chiamato SD) fu decisa nell'aprile 1943 a favore di quest'ultimo, l'attività di Oster fu con-
~ ( 398 ERNST A. MESSERSCHMIOT tinuata su scala minore dal colonnello Hansen (Ufficio « Forze Armate » nel SD). Il punto di gravitazione esecutivo del movimento di resistenza passò però dopo l'estate ·1943 nelle mani del colonnello Klaus Schenk v. Stauffenberg. Questi divenne in quell'epoca capo di stato maggiore dell'Ufficio Generale dell'Esercito sotto la direzione del generale Olbricht so11a ricordato. Importantissima per le prospettive di successo del movimen'to .di resistenza fu la posizione di Stauffenberg quale capo di stato maggiore del comandante dell'esercito della riserva a partire dal giugno 1944. Stauffenberg, nato nel 1907 da antica famiglia cattolica della Germania meridionale, prese la carriera di ufficiale di cavalleria ed entrò presto nello stato maggiore dove era ritenuto altamente qualificato in tutte le questioni di carattere organizzativo. Nell'Africa 'settentrionale fu gravemente ferito, perdette un occhio, la mano destra e due dita della sinistra. ·Interessi spirituali lo avevano avvicinato a Stefan George, le cui liriche egli sapeva in parte a memoria («L'Anticristo»). La sua posizione nei confronti di Hitler aveva origini spirituali e la sua lotta ·contro di lui era ancorata nel cristianesimo. Il giudizio su di lui da parte degli avversari più decisi, dopo la sua morte il giorno stesso dell'attentato da lui compiuto contro Hitler, da parte cioè della commissione d'inchiesta delle SS suonava: « Un uomo ·universale, non un ufficiale unilaterale. Nella sua struttura elementare, intellettuale, spirituale e fisica egli era un vero nvoluzionario ». Fra gli ufficiali che fin dal princ1p10 fecero parte del movimento di resistenza, ricorderemo solo il generale feldmaresciallo v. Witzleben, il colonnello generale Kurt v. Hammerstein-Equord (capo dell'ufficio economico dell'esercito), come anche il giudice capo dell'esercito, dr. Sack. La parte importante avuta da altri generali ed ufficiali sarà accennata a suo tempo. .-. · La mente più notevole del settore civile del movimento di resistenza fu il dr. Karl Friedrich Goerdeler, nato nel 1884, ex-commissario del Reich per i p'rezzi e fino al 1937 primo borgomastro della città di Lipsia. Dopo la sua destituzione si legò strettamente alla ditta Robert Bosch (Stoccarda), il cui ambiente favorì lui e la sua attività nella maniera più generosa e gli rese possibili, fino allo scoppio della guerra, anche_lunghi viaggi all'estero. Per anni interi mantenne trattative con i rappresentanti di tutti gli ambienti politici ed economici interessanti in qualche modo il movimento di resistenza. Egli fu l'instancabile incitatore della resistenza, sempre ottimista (fu il suo « cuore », dice Schlabrendorff) e crebbe con il suo compito. Pechel, che gli era molto legato, accenna come elementi determinanti del suo carattere la religiosità profondamente morale unita alla saggezza ecònomica; nel suo libro ne riferisce prove convincenti, spe-
IL MOVIMENTO TEDESCO DI RESISTENZA 399 cialmente nell'esposizione dei piani del Goerdeler per una ritrasformazione dell'Europa e per un superamento delle ideologie imperialistiche e nazionalistiche. È significativo tfer lui che solo nel 1942 gli potè essere strappato il consenso a un attentato a Hitler; egli voleva la fine di Hitler con arresto e condanna da parte di un tribunale tedesco ordinario. Goerdeler fu l'« immagine ideale di un funzionario di alta levatùra », si legge nel rapporto della commissione d'inchiesta delle SS; « politicamente egli sarebbe stato adatto a organizzare le forze liberate da elementi rivoluzionari; di liberarle, tuttavia, non era capace». Hassel, con il suo giudizio preciso, lo caratterizza guale idealista « con tendenza a pensare in desiderii ». Dopo il fallimento del colpo di stato, Goerdeler fu arrestato nella Prussia Orientale in seguito a denuncia e andò a morte come i suoi amici. Fra le numerose sue relazioni ricorderemo l'ambiente intorno alla ditta Robert Bosch, il gruppò di economisti intorno all'ex-direttore della GuteHoffnungshiitte, consigliere di commercio Reusch, come anche i « colloqui al caminetto », in casa di uno dei maggiori latifondisti tedeschi, Wentzel, a Teutschenthal (Hall e/Saale). Il collaboratore più devoto lo ebbe nel fratello Fritz Goerdeler (Capo delle finanze comun-ali di Konigsberg nella Prussia Orientale). Il « Circolo di Kreisau » fu il centro del movimento di resistenza per i p_ianipolitici; quivi si elaborava la prima base spirituale per un miglior avvenire. Nella sua proprietà in Slesia, Kreisau, il conte Helmuth von Moltke, facente parte durante la guerra del « controspionaggio » e conoscitore del diritto internazionale, a partire dall'estate del 1940 riuniva un certo numero di giovani appartenenti ai più diversi ambienti del popolo. Ci si raccoglieva in piccoli gruppi e, secondo1 la competenza tecnica del gruppo, si lavorava in questo o in quel campo. Numerose discussioni di guesto genere ebbero luogo, con un più largo numero di partecipanti, a Pentecoste del 1942, nell'ottobre dello stesso anno e a Pentecoste del 1943. I singoli partecipanti concordavano il risultato del loro lavoro con i gruppi da essi rappresentati. In una importante discussione intorno alla fine del 1942 e ai primi del 1943 si dice si fosse manifestato un contrasto di generazioni fra Goerdeler e i più giovani, che Hassel e Popitz (ministro prus- . siano delle finanze) cercarono di appianare. Facevano parte di questo circolo in senso stretto, oltre alle persone già ricordate, soprattutto: i socialdemocratici prof. Adolf Reichwein, Theo Haubach, Carlo Mierendorf (il cui posto, dopo la sua morte, fu preso da Julius Leber nell'autunno del 1943), il prof. Jessen, il presidente di governo conte Fritz v. d. Schulenburg, il consigliere di Governo conte Peter York v. Wartenburg, i gesuiti padre Delp e padre provinciale Roesch, il consigliere di legazione Adam v. Trott zu Solz, il parroco protestante Eugen Gerstenmaier (rap-
i 400 ERNST A. MESSERSCHMIDT - ~< • presentante del vescovo del W(irttemberg, Wurm, a Berlino). Bisogna .. notare che Stauffenberg teneva stretti contatti con questo circolo, e che da quest'ambiente partirono i contatti e i colloqui con i due importanti esponenti comunisti Franz Jakob e Anton Saefkow, i guaii avevano costituito propri centri di resistenza con direzione centrale in molte grandi città tedesche. !..L'accento principale per il significato del circolo di Kreisau è da porre sul lavoro comune dei rappresentanti di diverse confessioni cristiane su un piano politico, come anche sulla formazione di una comunanza interiore con il movimento operaio. Allan Dulles, il cui libro cc Germauy's U11dergrouwi » (Nuova York, 1947) purtroppo non è ancora accessibile, dice riassumendo: « Era l'idea della fede in un'etica cristiana e in una morale sociale, che doveva costituire la base di una nuova ricostruzione della Germania; era il ritorno ai motivi originariamente spirituali della dottrina cristiana, in unione con un nuovo sistema economico che lavorasse per tutto il popolo, che sorgevano in quest'ambiente in via programmatica n. E non erano piani per la caduta di Hitler, ma piani per le misure necessarie dopo la sua caduta, poichè Moltke stesso era avversario di un colpo di forza e riteneva più importante l'aver pronti i piani per gli anni dopo la futura sconfitta. Il libro di Pechel dà un 'analisi particolareggiata di questi piani, dalla quale citeremo i punti seguenti: « Restaurazione del diritto e dell'ordine pubblico, istituzione di tribunali indipendenti, punizione dei criminali di guerra da parte di un tribunale internazionale, denazifìcazione in base alla colpa del singolo, autonomia amministrativa democratica, nuovo ordinamento del Reich con paesi equiparati federati e suddivisione della Prussia, abolizione del centralismo, abbandono della esagerata sovranità dello stato al fine di una lega europea e di una organizzazione mondiale dei popoli, nazionalizzazione delle industrie<l.iave e delle banche, sana riforma agraria, appianamento delle tensioni socialì e tutela del diritto dei genitori a una scuola religiosa, come pure la regolamentazione dei rapporti fra chiesa e stato in un libero e reciproco accordo n. La commissione d'inchiesta delle SS constatò con esattezza che non si era giunti a una fusione unitaria di tutto il movimento della resistenza sulla base di questo programma oolitico; è in errore però l'articolo di fondo dcli'« Aufbau » (Nuova York, IO gennaio 1947) quando dice che il movimento di resistenza non aveva programma e che i suoi fini non erano un rinnovamento fondamentale di tutta la vita statale e spirituale del popolo. È vero il contrario; si era piuttosto progettato troppo e non troppo poco. Proprio in questo, già in base al compito, sta la differenza fra il movimento di resistenza tedesco e gli altri movimenti di
IL MOVIMENTO TEDESCO DI RESISTENZA resistenza europei; per questi ultimi ..bastava che ci fosse l'accordo per il lato negativo, mentre il primo doveva porre qualcosa di positivo al posto di quanto intendeva eliminare. Un'importanza notevolissima spettava al gruppo di resistenza costituito presso il Ministero degli Esteri. Numerosi sforzi per impedire la guerra a partire dal 1938, avvisi dati in tempo, specialmente al governo britannico, intorno al colpo imminente di Hitler, e passi per la restaurazione della pace, avevano qui, in seno al movimento di resistenza, il loro punto di partenza. Sono da ricordare in modo speciale: Theodor North (ultimo inc:iricato d'affari a Londra), il ministro Erich Kordt (si offerse nel 1939 a gettare una bomba contro Hitler), il consigliere di legazione v. Trott zu Solz (durante la guerra cercò, attraverso i due banchieri svedesi Wellenberg, di allacciare rapporti con il governo britannico), l'ex-segretario di legazione Briicklmeier (dal 1933 collaboratore del direttore generale della pesca nel Mare del orci, dr. Roloff), il consigli.ere d'ambasciata Albrecht v. Kessel (fino al suo trasferimento a Ginevra, agente di collegamento fra il ministero degli Esteri e le Forze Armate), Hasso v. Etzdorf, v. Scheliha (giustiziato nel 1942), il consigliere di legazione Hans v. Haeften, l'ambasciatore conte v. d. Schulenburg (ultimo ambasciatore a Mosca), Ulrich v. Hassell, il console C. Kiep. L'ambasciatore v. Nadolny e il segretario di stato v. Weizsacker (ultimo ambasciatore presso la Santa Sede) sapevano dell'attività del movimento di resistenza. Di poco minor importanza come base per le riunioni e le discussioni era la « Società del mercoledì » berlinese, alla quale appartenevano sotto la direzione del ministro prussiano delle finanze, Johannes Popitz, dic10tto famosi scienziati, fra i quali il prof. Sauerbruch, il prof. Spranger, il celebre fisico prof. Planck, suo figlio Erwin Planck (fino al 1933 segretario di stato, poi direttore della ditta Otto Wolff, industria del ferro), l'economista prof. Jessen, v. Hassel quale rappresentante della scienza politica, Beck quale cultore della scienza militare, e il generale Olbricht. Meritano un cenno particolare gli sforzi del prof. Popitz. Persone sopravissute alle vittime del 30 giugno 1934, i cui legami risalivano al movimento giovarrile (il barone v. Gbbenz, il capitano Ludwig Gehre, i fratelli John e altri), fin dal 1939 si misero in contatto con Himmler allo scopo di eliminare Hitler. Dell'avvocato Langbehn (avvocato del capo delle SS Wolff, che era il capo delle SS e della polizia fino alla capitolazione da lui firmata) si servì Popitz per colloqui di sondaggio col capo delle SS. La parte di Himmler, il quale ebbe relazioni con i cospiratori e più tardi ne protesse alcuni per lungo tempo e ad altri salvò la vita (p. es. Theo<lor Steltzer), rimane oscura; è possibile che l'inimicizia sempre ere-
I ERNST A. MESSERSCHMIDT • "•scente fra le SS e la buroc;azia del partito (Martin Bormann) sia la chiave di questo doppio giuoco. · Parte molto importante nella resistenza ebbero certi ambienti sindacali, come risulta già dalla loro rappresentanza nel circolo di Kreisa u. Dei sindacati liberi furono due gli uomini di particolare importanza: Wi lhelm Leuschner (ministro degli interni dell'Assia dal 1928 al 1933 e segrttario sindacale molto in vista) unl intorno a sè, dopo la sua liber azione dal campo di concentramento, un gruppo di socialdemocratici e creò dei punti-base in tutto il Reich. Per mascherare la sua lotta contro Hitler era a capo di una piccola industria servendosi della collaborazion e di Hermann Maass (fino al 1933 amministratore delle leghe giovanili tedesche); Pcchel mise entrambi in contatto con· Goerdeler. Al novemb re 1g39 rirnlgono i primi contatti di Leuschner con il « controspionaggio » di Oster. Il generale Olbricht gli accordò la sua particolare protezion e mediante il rilascio di documenti di identità da parte delle Forze Armate . Rapporti stretti lo univano inoltre a Beck e a Hammerstein. Julius Lebe r, !)iÙ giovane di lui, era stato redattore di giornale a Lubecca, finchè n el. 1933 fu chiuso in campo di concentramento; dopo essere stato rilasciato· nel 1917 mascherò il suo lavoro illegale dandosi al commercio del carbon e a Berlino; attraverso la sua conoscenza di Ernst v. Harnack, figlio d el celebre teologo dell'università di Berlino, conobbe Goerdeler. L~uschner era il prudente ed intellige.nte tattico, l'energico organizzatore, uomo di doti notevolissime; vasti ambienti del movimento di re sistenza lo preferirono a lungo quale uomo politico a Goerdeler. Egli stes so contribuì con il suo misurato riserbo all'accordo definitivo avvenuto n el 1943 in base al quale la direzione politica passò a Goerdeler. Leber invece fu chiamato il « Lenin del movimento operaio tedesco » dal presidente del tribunale popolare, Frcisler. Era un uomo pieno di idee e di caratte re impetuoso, e lavorava in vista Ji un vasto ";;ovimento popolare. La s ua personalità irradiava la volontà d'azione e la cosciente volontà di ass umersi le più alte responsabilità. Pur simpatizzando con le idee del circo lo di Kreisau, egli si riservò tuttavia la piena libertà di movimento politic o. Fra gli uomini che la socialdemocrazia tedesca diede al movimento di resistenza, specialmente nell'ultima fase, come suoi migliori e che in gran parte perdette, furono inoltre: Mierendorf, Reichwein, Haubach , Gustav Dahrendorf, Ernst Schneppenhorst, Emi! Henk, Ludwig Schwamb, Theodor Steltzer. Strettamente legati fra di loro erano i rappresentanti di altri gruppi: Jakob Kaiser, capo degli ex-sindacati cristiani; Franz Leuninger, già s egretario generale dell'Unione cristiana dei metallurgici; Bcrnhard Lette rhaus (già deputato alla Camera prussiana e capo delle associazioni opera ie
IL MOVIMENTO TEDESCO DI ·RESISTENZA cattoliche); Max Habermann, già capò dell'Unione tedesco-nazionale dei commessi ed agenti di commercio; l'avv. Wirmer del movimento accademico cattolico. Oltre a questi contatti vi fu la collaborazione con forze cattoliche unite prima nel partito del centro (ministro del Reich in pensione dr. Andreas Hermes; Eugen Bolz, già presidente di stato dei Wi.irttemberg; il prelato dr. Otto Mi.iller) e il consulente giuridico della chiesa confessionale protestante F. Gustav Perels. E con questo arriviamo agli organismi che costituiscono le sorgenti spirituali più importanti del movimento di resistenza, alla solida chiesa cattolica e alla chiesa confessionale protestante. Anche se esse stesse non furono attivamente partecipi del piano del colpo di stato, costituirono pur tuttavia una delle più essenziali fonti di vigore del movimento di resistenza, la sua interiore spina dorsale. I sacerdoti di entrambe le confessioni furono apertamente e, in virtù del loro ufficio, nella linea più avanzata della lotta spirituale contro la mendacità e l'immoralità delle dottrine e dell'attività del regime. Il nome del vescovo di Mi.inster, cardinale conte von Galen, è divenuto il simbolo di una coraggiosa resistenza attraverso prediche e lettere pastorali, come il nome de) pastore Niemoller da parte evangelica; i loro nomi rappresentano qui quelli di numerosi altri. III I piani diretti all'azione dell'organizzazione della resistenza che sempre più andava unificandosi, non sono facilmente rintracciabili, giacchè la conoscenza di questi piani, per naturali ragioni di prudenza, rimaneva limitata· a un numero anche minore di persone che non le notizie sull'esistenza dei singoli gruppi. L'idea fondamentale di tutte le imprese pratiche era che l'opera non poteva dirsi compiuta con un attentato a Hitler. L'attentato dell'8 novembre 1939, il cui nesso con il servizio segreto britannico fu una menzogna di Himmler, sostenuta sempre, persino di fronte a Hitler, è da valutarsi solo come azione di un fanatico. L'eliminazione di Hitler (allontanamento dal potere, attentato o arresto) poteva solo essere il primo passo, benchè in un primo tempo il passo più importante. Doveva costituire I'« accensione iniziale» per l'attuazione del vero e proprio colpo di stato. Il piano del colpo di stato prevedeva il seguente corso degli avvenimenti: 1) Creazione di uno stato di carenza di giuramento per le forze armate (che avevano giurato fedeltà a Hitler) mediante un attentato riu-
j ERNST A. MESSERSCHMIDT • ~ ;.t . '- scito. li gruppo di coloro che dovevano occupare posizioni-chiave doveva essere subito pronto ad assumere il rispettivo pasto. 2) Due ore dopo, il servizio informazioni dell'esercito, della marina, delle forze dell'aria, delle SS, del partito e dell'amministrazione, come anche la radio, dovevano essere in mano dei cospiratori oppure interrotti. 3) Da due fino a sei ore più tardi, mediante radio, telegrafo e o\_dini telefonici, il potere esecutivo doveva essere in mano alle persone responsabili informate del piano e questo in seno all'amministrazione, agli eserciti al fronte, all'esercito in patria e nei territori occupati. 4) Trentasei ore dopo, ovunque dovevano regnare pace e ordine e dovevano aver inizio i contatti con le potenze ·nemiche al fine di entrare in trattative attraverso l'estero neutrale. Esamineremo più avanti i casi in cui tali preparativi della tentata esecuzione sarebbero entrati sicuramente in azione; oltre a questo piano vi fu un grandissimo numero di colloqui, consultazioni e azioni singole più o meno attuabili che non sono da sottovalutare come manifestazioni della volontà di resistenza ma non si debbono altrcsì neppure sopravalutare. Per la prima volta una rivoluzione seria del genere fu progettata per i primi di settembre del 19,8. Allorchè la crisi dei Sudeti minacciò lo scoppio di una guerra, il colonnello generale Beck diede le proprie dimissioni; il suo successore Halder si mise in contatto con Oster e arrivò a domandargli quali preparativi tecnici e politici per un colpo di stato si fossero fatti; successivamente Halder interpellò Schacht per sentire se sarebbe stato disposto ad assumersi il governo. Sotto la direzione di Beck partecipavano al movimento con lavoro direttivo: v. Witzlcben (allora comandante della guarnigione di Berlino), il rappresentante di Halder, generale Otto v. Stiilpnagel, il generale conte Brockdorff (guarnigione di Potsdam), il conte Helldorf insieme a <Gìsevius e (in manit'ra non del tutto chiara) Schacht. L'imminente guerra doveva essere impedita mediante l'arresto di Hitler, e la sua condanna doveva essere pronunziata da un tribunale nella giusta persuasione che la maggioranza del popoio non voleva la guerra. li termine era fissato per il ritorno di Hitler da Berchtesgaden a Berlino; insieme col ritardo del ritorno si verificò l'intervento di Chamberlain, cd infine l'accordo di Monaco che fece sì che le potenze occidentali lasciassero mano libera a Hitler. Il colonnello generale Halder, che nel 1938 faceva parte della cospirazione, e Brauchitsch, nella sua qualità di comandante· supremo delle forze armate, non credevano più, dopa la liscia occupazione di Prag,1 nel marzo del 1939, e specialmente dopo la conclusione del patto tedescosovietico nell'agosto 1939, a un allargamento a guerra mondiale della
IL MOVIMENTO TEDESCO DI RESISTENZA ... guerra imminente con la Polonia. Malgrado tutti gìi ammonimenti di Bc:ck, del generale Thomas, di G~çrdeler e di Hassel, le potenn occidentali non si erano mosse contro Hitler. La posizione del movimento di resistenza tedesco fu moralmente indebolita di fronte al popolo tedesco, mentre quella di Hitler ven·ne rafforzata; così scoppiò la guerra mondiale il 1° settembre 1939 portando una situazione del tutto nuova anche per il movimento di resistenza. Tre premesse erano in quel momento adempiute per poter intraprendere con probabilità di successo un colpo di stato: 1) Per la prima volta si avvicinava la possibilità· di un accordo unanime di tutte le fo,rze.del mondo contro il nazionalsocialismo. 2) Il movimento di resistenza politico aveva trovato la via per incontrarsi con il movimento di resistenza militare e con ciò aveva stretto la mano sull'organizzazione con la quale soltanto si poteva dare il colpo mortale al regime. 3) In seguito allo scoppio della guerra le forze armate avevano aumentato in maniera essenziale la propria influenza. Durante la guerra vi furono da cinque a sei tentativi di attuare il colpo di stato: novembre 1g39, primavera 1940, primavera 1942, primi del 1943, fine del 1943, 20 luglio 1944. Il piano del novembre 1939 prevedeva l'arresto di Hitler in occasione della sua ispezione all'armata sul Reno che sottostava al comando del colonnello generale v. Hammerstein-Equord. Hammerstein, che fino al febbraio 1934 era stato a capo dell'esercito della vecchia Reichswehr, fu indicato nel 1939 a Londra da parte dell'ex-cancelliere dr. Bruning come unico generale cui poteva riuscire l'eliminazione di Hitler. Prima che il generale, deciso ad agire, potesse attuare la caduta di Hitler, si trovò richiamato dal suo posto. Alla divisione.« Brandenburg » tenuta a Potsdam espressamente per il putsch, venne meno l'« accensione iniziale n. Il putsch progettato per la primavera del 1940 fallì per colpa dei generali. Halder si era dichiarato d'accordo, in via di principio, ad assumersi la responsabilità dell'eliminazione di Hitler e aveva indotto Brauchitsch a esporre a Hitler tutti i dubbi circa l'offensiva sul fronte occidentale. Il risultato di questo colloquio decise Halder a ritirarsi; fo:e dire però all'ammiraglio Canaris che, nel cas9 dell'eliminazione di Hitler, egli per sua parte avrebbe collaborato. Allorchè Canaris · fu convocato da Hitler, non· si decise ad agire perchè Halder non aveva voluto assumersi la responsabilità dell'azione. La cosiddetta « soluzione occidentale n di un piano putschist.ico per la primavera 1942 risale a un conve~no di Hammerstein, Beck, Goerdeler, v. Alvensleben e Pechel nel dicembre 1941. Dopo l'attentato a Hitler, che doveva essere attuato per opera del conte Waldersee dello stato
ERNST A. MESSERSCHMIDT maggiore del comandante militare di Parigi, Witzleben (comandante militare della Francia) doveva abbandonare insieme con truppe fidate la Francia e assumere, entrando in territorio tedesco, il potere esecutivo lan• ciando un proclama al popolo tedesco. I comandanti delle truppe nel ~eich e in Oriente dovevano associarsi. Pechel, il quale prese parte attiva ai preparativi, spiega il fallimento del piano con il proprio arresto (aprile 1942), mentre Hassel è d'accordo con i due comandanti v. Witzleben e v. Falkenhausen (Belgio), i quali respinsero il progetto, e •dice che essi avrebbero dichiarato che tali azioni « isolate » erano un'utopia. Inoltre sembra mancassero truppe capaci. Delineandosi intorno alla fine del 1942 e ai primi del 1943 la catastrofe di Stalingrado, si concretò il piano di una « soluzione orientale "· Il colonnello generaie Paulus, quale capo della VI armata, àovc:va dirigersi in tempo verso Occidente. In seguito i capi dei gruppi Tarma centro (v. Kluge) e sud (v. Manstein) del fronte orientale avrebbero dovuto assumere un comando indipendente, dopo di che v. Witzlebcn doveva staccarsi in Occidente. Per ricostituire una « condotta di guerra » unitaria Beck doveva assumere il comando e fare con l'esercito in patria .un specie di putsch « legale». Il piano fallì per colpa di Paulus, il quale, dopò aver sacrificato la sua armata, si arrese alla prigionia russa. In tutti questi piani erano ~tati fatti bensl dei preparativi, ma non si arrivò all'azione. Diversamente stanno le cose per il tentativo del q marzo 1943, reso noto principalmente dalle notiiie di v. Schlabrendorff. Questi e il generale Henning v. Treskow lottavano dal dicembre 1941 in poi per conquistare la collaborazione di v. Kluge; l'instancabile Goerdeler, con la stessa intenzione, si recò espressamente in volo a Smolensk. Nel 1942 in un convegno fra Goerdefèr, Olbricht e Treskow si raggiunsero accordi precisi; alla fine di febbraio de.I 1943 Olbricht, finiti i preparativi,>poteva dire: « Siamo pronti. Si può procedere all'accensione iniziale». Allorchè Hitler visitò il quartier generale del gruppo armate del centro, l'incerto v. Kluge si tirò indietro. Treskow e Schlabrendorff decisero di agire per proprio conto e introdussero una bomba a orologeria nell'aereo di Hitler senza che questa, durante il volo di ritorno, funzionasse. I tentativi di indurre Hitler ad una seconda visita allo stesso gruppo di armate fallirono tre volte. Il progettato attentato collettivo per opera di sette ufficiali e per mezzo di pistole non fu attuato, come non furono attuati i preparativi. fatti dal generale v. Treskow (per opera del colonnello v. Gersdorff) e del generale Stieff (per opera del figlio del colonnello Josef Hofmann). Durante l'estate del 194:1 i progetti del colpo di stato furono maggiormente elaborati. Von Witzleben pose il suo nome sotto l'ordine alle
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