LA CREAZIONE DELL'ANIMA UMANA Leibniz ha parlato d'una folgorazione permanente della Divinità per il sorgere delle anime. Lampi di pensiero scaturiscono infatti da ogni parte della materia viva e la sopraelevano senza turbare le sue proprie leggi. L'esistente spirituale di ognuno di noi è il prodotto d'una folgorazione speciale giunta al suo rango nel susseguirsi delle generazioni. È come un fenomeno d'illuminazione, secondo il modo di parlare dell'antico agostinianesimo. In 9uale momento del processo generatore si produce 9uesto fatto ? In altri termini, in 9uale momento ha luogo l'a11imazio11e che permette di dire: Ecco, è formato un uomo ? È 9uestione di esperienza. Il problema è di sapere in 9uale momento il soggetto ha la sua attrezzatura fisiologica e psicologica al completo, in modo che in condizioni normali e sotto l'azione degli eccitanti necessari ad ogni vita, egli possa fare atto d'uomo. Questo può aver luogo tra il sesto e l'ottavo mese, secondo i calcoli ordinari. Ma bisogna ben dire che le nostre conoscenze sono ancora assai poco avanzate in 9uesto campo, cosa che giustifica la pratica della Chiesa in materia battesimale. Si va al più sicuro; del resto, la Chiesa, in un caso simile in cui si tratta della salvezza, non si preoccupa dei nostri sistemi. Quello che noi. diciamo fermamente dal punto di vista della filosofia tomista, è che l'esistenza di un'anima intellettuale in una materia che non è ancora adattata al suo funzionamento, è un puro controsenso. L'anima è « l'atto del corpo organizzato avente la vita in potenza»; !"anima intellettuale è quindi l'atto del corpo organizzato avente la vita intellettuale in potenza, vale a dire possedendo tutte le coordinazioni cerebrali che permettono il pensiero. Quest'anima è quindi un compimento e non un principio, in rapporto all'embriogenia umana. Anteriormente non ci può essere che una successione di forme comportanti stati vegetativi, poi sensitivi, e solo infine un'anima razionale. Per s. Tommaso, che non pensava ad una evoluzione delle forme, ciò faceva tre anime, ognuna delle quali si sostituiva alla precedente, attuandosi le disposizioni materiali richieste. Per noi, si tratta di un continuo cambiamento di forma, che accompagna dei fatti di vegetazione, poi <li sensazione, che preparano a loro volta, ma preparano soltanto, dei fatti d'intellezione che saranno il privilegio dell'anima pensante. Allora, e non prima, può prodursi l'incontro di cui abbiamo parlato tra il processo naturale e l'azione creatrice dell'anima. Dopo quanto è stato detto sopra, questo incontro o questo congiungimento non comporta alcuna nuova difficoltà. Dio, che è presente a tutto, non ha difficoltà ad integrare un'azione naturale ch'egli ha voluta soltanto in vista proprio di questo compimento. Forse che noi non diciamo continuamente, nella nostra dottrina to•
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