Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

NOTE DI CRONACA Tra queste due correnti le qual( di fatto, nel nuovo ordine politico che sta sorgendo, rappresentano la destra e la sinistra si collocò un centro rappresentato dai partiti socialisti. Quale fu la conseguenza di un simile stato di cose non è necessario dire: sorsero i governi tripartiti, nei quali i democristiani si trovarono a collaborare con i socialisti e con i comunisti. Senonchè la convivenza si rivelò subito ardua e poi impossibile. Per quale motivo? La concezione comunista, fondata sul materialismo dialettico, cioè sul movimento, non credè mai di potersi immobilizzare su formule programmatiche di governo: e infatti i marxisti leniniani, finchè fu lor.:>pc,ssibilc, ebbero responsabilità governative senza per questo rinunziare ad atteggiamenti di fronda e di aperta opposizione. Dove il nuovo centro - i partiti sociali,ti -- esisteva ed ebbe una vita propria effettiva, fu possibile trovare un equilibrio. E si ~bbero governi di coalizione democristiani-socialisti (Francia e Belgio). Dove invc,ce il socialismo non esisteva. più se non come nome destinato a mascherare una realtà ben poco diversa dal comunismo (come in Italia), un equilibrio non fu possibile. E nuove esperienze si rivelarono necessarie. Se ora a queste affermazioni di carattere più o meno tem:ico generale vogliamo dare un senso pratico immediato, dobbiamo mettere in luce che la resistenza al comunismo è più tenace là dove esiste un partito socialista autonomo, di colore più o meno umanistico, ma dove si afferma il cosidetto socialfusionismo, la difesa diventa ardua. E la situazione appare ancor più grave se si considera la penetrazione del comunismo negli organismi sindacali. In Italia, dove nel sindacato unico esiste una netta prevalenza marxista, già comincia ad affermarsi la pregiudiziale politica. L'articolo 9 c.lelloStatuto confederale, approvato nel recente congresso di Firenze, consente alla C.G.I.L. di indire lo sciopero per ragioni politiche con una maggioranza di due terzi. È chiaro che chi s'impadronisce di questa maggioranza può trasformare i sindacati in do~ile strumento della propria politica. La politica moderna è una corsa all'accaparramento delle classi del lavoro: il motivo dell'unità su una piattaforma praticamente marxista è al centro di tutta l'azione del comunismo. Se questa :ngcrcnza classista prevaie sull'iriterdassismo cri• stiano, alla crisi della libertà politica europea potrà unirsi la crisi della libertà della persona umana in molti paesi dell'occidente. CRONACHE D'ARTE nostri artisti lavorano molto; le gallerie d'esposizione si moltiplicano e il pubblico le frequenta, talvolta le affolla. Buon segno, evidentemente. Già auspicammo, in altra sede, la restaurazione della figura del committente che, se sostituisce il cliente (sempre occasionale e quasi mai disinteressato), eviterebbe l'isolamento dell'artista mentre concepisce e compie la sua opera; e stabilirebbe quel mutuo apporto fra gusto diffuso e gusto personale dell'artista che risolverebbe più d'un problema: quello, per esempio, del distacco fra arte e vita che da ogni parte si lamenta e che taluno deplora fino alla definitiva sentenza dell'incomprensibilità dell'arte moderna. Gli auspici, dunque, son buoni; ma è difficile definirli esattamente e motivarli in concreto. Perchè, si è detto, gli artisti lavorano molto, è vero: ma :1nzichè risolvere le loro ricerche nell'affermazione chiara delle individualità sembrano discendere verso un carattere comune, un modo di esprimersi che in certo senso li eguaglia

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