Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

A. D. SERTILLANGES O. P. perchè l'animismo primitivo esiste ancora tra di noi allo stato di istinto. In realtà nu)la è meno semplice. Ma in ogni caso un tomista dovrebbe sapere che un'anima, forma d'esistenza d'un vivente, non può precedere questo vivente, non più di quanto la rotondità preceda la sfera (questo paragone è di Aristotele), non più di quanto la forma di una statua pre- <;,_edla statua nel folle progetto d'intagliare il proprio marmo. Del resto, ifna forma d'esistenza non è un agente; essa viene al compiersi dell'attività dell'agente, come suo termine. Si può dire, è vero, che l'anima umana è una forma d'esistenza speciale, che gode d'una autonomia esistenziale in rapporto alla sua materia. Ma questo non cambia nulla; perchè è proprio il principio spirituale stesso, a11imus e non solo anima, ad essere la forma d'esistenza del corpo umano (Cfr. Summa Theolog., quaest. 76, art. 1): essa subisce quindi il regime ordinario delle forme e conserva così il suo rango come termine della generazione e non come principio. Questo è molto importante, non solo dal punto di vista d'un tomismo coerente, ma anche dal punto di vista della scienza, che saremmo assai imprudenti a trascurare. L'idea d'uno spirito che fabbrica il corpo, che ·entra in composizione con i fattori biologici della procreazione, provenienti dal fondo della razza come testimonia l'eredità, e inoltre, ciò va <la sè, che presiede alla crescenza, alla nutrizione e alla eventuale riparazione, che non sono altro che la procreazione continuata, questa idea, dico, Claude Bernard l'aveva in orrore, e ciò ch'egli avanzava contro di essa non ha perduto nulla della sua forza, al contrario. Non dobbiamo lasciarci andare a puerilità che le nostre dottrine pagherebbero care; molti scienziati non rimproverano ad esse altro che que- -sto. Vedono all'opera le forze naturali e ci rimproverano di sostituire loro dei fantasmi. Perchè l'anima e le facoltà dell'anima, dal punto di vista -sperimentale e quando si tratta delle azÌ◊!ii e reazioni biologiche e fisiche, sono realmente fantasmi, delle « entità verbali n diceva Théodule Ribot, il mio predecessore nel posto che occupo all'lnstitut de France. E infatti metteva la parola « anima" tra virgolette. Dal suo punto di vista aveva ragione; il suo solo torto era di dimenticare che c'è qualcos'altro. Qual'è allora qui l'agente, l'agente naturale che prepara e deve raggiungere, alla fine del processo, l'azione creatrice dell'anima? È la virtù della specie (uirtus specie1) rappresentata dai fattori fisico-chimici fisiologici debitamente adunati, che passano da germe a germe, attraverso gli individui, sin dall'inizio della razza. Fin dalla prima uominizzazione, questa forza impulsiva è all'opera, assicurando la permanenza della specie ed incontrando, in ogni individuo di cui essa provoca il sorQ'ere, l'apporto trascendente sempre necessario perchè un'anima intellettuale sia.

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