RECENSIONI 577 non esistono le leggi formali ))1 scriveva. Ma per Hesse anzitutto sarebbe srnto opportuno ripulire il terreno narrativo della sua ingombrantt' polemica se voleva arriv:ire alle figure, ai person:iggi positivi, come direbbe oggi Piovene. Comlliere per esempio il cammino che aveva compiuto Kdler con tt Enrico il Verde », :i proposito del qu:1.lc l'autore diceva di aver raccontato b. sua storia giov;;i. nile non pcrchè ma qu:rntunque egli l'avesse vissuta. Il che cqui,•3Jeva alla t( hainc du moi » del Taine. indispensabile ogni volta che si tenda a una creazione narrativa veramente libera e viva, piuttosto che a un colloquio estenuante dei personaggi con i principi di ogni esistenza quali b Vit:i e b Morte e i Sentimenti. Ma Hcssc, da buon tedesco, ha avuto sempre il culto utilit:uio del1'11Erlebnis >1, cioè dell'-:spcrienza, quantunque è chiaro che non esistono più vere crisi di coscienza laddove le crisi, come per molli nordici, vengono puntualmente ridotte al semplice rango di esperienze. Quel culto diviene egoismo se al fondo di esso cova, sempre, l'accanimento e l'impulso, tipicamente germanici, ad autocducarsi continu:tmentc, in ogni minuto, per il quale infa~ti i tedeschi difficilmente riescono :l bruci:irc ncl fuoco di personaggi vitali quel loro monotono autobiografismo. Detto questo, è giunto il momento di chiederci: dov'è andata :t finire l'eredità di un Goahdf e di un Kcller, numi tutelari della narr:ttiva svizzera? E qual'è l'influsso che ha esercit:tto su I-lesse la Confcdernione, in cui Hesse stesso risiede ormai da decenni ? Si s:1, la Svizzera invita sempre al colore, alb rappresentazione placida e pastosa. Durante la guerra dei Trent'anni per esempio: al centro di quel guerreggiare eterno e funereo, gu:1rdata da ognuno come un'oasi incredibile nelle cui strade galline grasse e soffici anda\ 1ano e venivano, e le stalle erano zeppe di bestia.me, la. Sviz~ zcra. nella. bufera troneggiava nel suo scanzon:ito candore. E :1nche ixr Kcller, a un dato momento dell:t sua vita, Gotthdf, l'umile e straordinario p:istorc protestante svizzero, fu un monito. Proprio qu:tndo la stanchezza delle fantasie dei rom:rntici sembrava spingere al reale, Kcller si ricordò di essere svizzero. E non valeva la sua mcra.vigliosa facolt.1 mimetica, da. n:1rratore di razza, per la quale egli si poteva fingere aùantico, spagt'tt>lo, it:1li:ino e americano, :i seconda delle cornici dei suoi racconti. C'era sempre uno di quei suoi indigeni, sp:tgnoli etc. che odora.va di Svizzera. Lo svizzero era per lui divenuto una nuova lingua curo~a, nel senso che Kdler pensava. i suoi racconti in svizzero nè più nè meno come fu detto che Manzoni pensasse il ~uo rotn:1nzo in milanese (Goethe pensava in esperanto, naturalmente). Mentre I-lesse, in terra elvetica, pare sb veramente, in tutti i sensi, un esule. Ha la Germania romantica nel sangue. Se l'è portata in cuore insieme con il pesante b:igaglio dei simbolismi, dc:J. l'ansia di evadere d:1lla realtà, della scontentezza abituale e ingorda. Della Germania romantica ha serbato la musicalità, in una lingua levigat:t e armonios:1, ma non ne ha più la freschezza che le dcriv:'lv:1 dalla giovinezza dei suoi motivi. Hesse, ancor oggi, non vuole a nessun costo rinunciare a quelb illimitat:t libertà di S1iirmer in difesa della quale egli, scrivendo, ~i è battuto durante questa e l'altra guerra (e di questo gli è stato dato oggi :mo). Ma c'è pericolo che- per questo suo ideale eroico e .un tantino anacronistico di libertà, che nulla ha a che fare con il concetto moderno di libertà come difesa dei diritti della personalità. egli. sul piano leuerario, rischi, come il suo lupo, di morire di indipendenza, 'di indigestione di libertà. Inoltre a· volte, come nel 1<Viaggio d'Oriente» quel suo tentare impasti nuovi con materiale antiquato e consunto (anche per influsso, forse, di certi modelli a lui completamente estranei: Kafka, per esempio, di cui I-lesse insieme a Ma.on e a Brod fu uno dei primi <livulg:itori) ci fa onest:tmentc dubitare della solidità dei piloni su cui p0ggia tutt:t 1a sua arte narrativa ormai stili• sticamente espert:1 e composita. Hesse, insomma, ci pare abbia lavorato ostinatamente, e spesso con notevoli risultati (si pensi a Knulp, una ddle sue cose migliori, non :incora tradotto) su una m:t• teri:1 purtrof)po sorda, e ribelle orm:1i ad ogni elabora.zione pactica.. Ad Hessc inoltre, e del resto alla maggior parte dei tedeschi come nota.va giustamente Hof• ma.nnsthal, manca il dono ineffabile della conversazione. Quei suoi personaggi scanzonati o malinconici, ardenti o tenebrosi non sanno conversare, non conoscono l'incanto di un dialogo bon:trio e socievole: in\'ocano o sentenziano, o espongono le idee del secolo. In Knulp l'interlocutore diretto è Dio. Nel e( Lupo della steppa » si discorre niente meno che con Goethe e con Moza.rt in c:irne e ossa. M:i ognuno vede che non sono :1ltro che le idee le quali, non potendo ispirare pcrsona.ggi poetici, si son vestite, e son diventate figure storiche, mobilitando l'Olimpo dei poeti e dei musici. Eppure sono tra le cose migliori cli Hesse. Sostenute da una. forte lucidità di giudizio critico, alleggerite da. un senso ironico, sbrigliato e vivacissimo che ne attenua le unghiate romantiche, esse
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