RASSEGNE 375 Armate, fuori della Patria, era però inevitabile un'interruzione nell'andamento ascendente della natalità. Al riguardo si possono citare le seguenti valutazioni del febbraio 1944. Circa il 40% delle donne coniugate al disotto dei 20 anni avevano i mariti nelle forze armate; all'età di 20-24 anni, il massimo del periodo riproduttivo della donna, questa cifra era di 29% ed ai 25-34 anni, del 13%. Con l'aumento del numero di persone che si trovavano fuori della Patria, non può far meraviglia che la natalità nell'ultimo trimestre del 1943 sia stata inferiore a quella dello stesso periodo dell'anno precedente. Per l'intero anno 1944, il numero delle nascite è stato inferiore del 6% a quello del 1943; il numero delle nascite del 1944 non può essere lontano dai tre milioni. È interessante che negli stati neutrali Svizzera e Svezia si è avuto un aumento della natalità durante l'ultima guerra, in contrasto con la diminuzione che si ebbe durante la prima guerra mondiale. La prosperità del periodo bellico è probabilmente il maggior fattore del recente aumento. L'intero tributo della recente guerra nei riguardi del deficit delle nascite non sarà pagato per molto tempo ancora, poichè molti dei caduti in guerra sono stati uomini giovani che avevano da poco costituito o stavano per costituire una famiglia. La natalità postbellica della Germnaia sarà probabilmente influenzata in modo notevole, paichè in questo Stato le perdite di uomini giovani sono state relativamente più gravi che per ogni altro Stato belligerante. L'Unione Sovietica, la Polonia ed alcuni Stati dell'Europa Orientale soffriranno probabilmente una considerevole diminuzione delle nascite in questo dopoguerra. A,lcuni Stati che furono rapidamente conquistati ed occupati dalla Germania non hanno subìto gravi perdite militari e le loro prospettive di mantenere una elevata natalità sono quindi migliori. Tutti gli Stati ex-belligemnti avranno probabilmente una ripresa netta delle nascite entro un anno o due dalla smobilitazione, ma questo sarà solo un fenomeno transitorio e nel mondo occidentale continuerà l'andamento decrescente della natalità per un lungo periodo fin quando non vi sarà una stabile ripresa economica, connessa con intelligenti programmi nazioùali per l'incoraggiamento delle famiglie numerose ed un cambiamento fondamentale negli .atteggiamenti pratici e morali delle papalazioni a questo riguardo. Tali programmi saranno urgentemente necessari in alcuni Stati non solo per mantenere la natalità al disopra del livello già del tutto deficiente prebellico, ma ancor più per compensare le mancate nascite dei bambini che sarebbero ordinariamente nati dagli uomini uccisi o mutilati in guerra. Non si deve dimenticare che in alcuni Stati le perdite delle nascite durant~ e dopo l'altra guerra sono state superiori al numero di uomini caduti in guerra. Da questo breve esame è chiaro che l'influenza della guerra sulla natalità non è uniforme, in quanto intervengono diversi fattori, generalmente sfavorevoli, ma non s~mpre. Vi è d'altronde una lezione che può essere appresa dall'esperienza dell'altra guerra. Negli Stati in cui la natalità era in diminuzione prima del conflitto, la diminuzione è continuata dopo che era passato il periodo abnorme determinato dalla guerra. E questa condizione probabilmente si ripeterà anche adesso ed in forma più accentuata, se le nazioni non fisseranno positive politiche demografiche o non otterranno un appoggio popolare per esse, stabilendo opportune misure tendenti a limitare od impedire il diffondersi di quei mezzi contracettivi, che, specialmente negli ultimi anni precedenti la guerra, dilagavano sempre più, particolarmente negli Stati anglosassoni. ANTONIO TtZZAKO (Da/1'/srituto d'Igiene dell'Università di Roma).
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