374 RASSEGNE d1m10uita nel 1940. Invero, il quoziente in questo anno ~ stato talvolta superiore a quello dell'immediato periodo prebellico. Le successive esigenze belliche, d'altronde, tolsero ogni illusione che le autorità germaniche potevano avere di mantenere la natalità ad un alto livello. Da un coetlìciente di 20 per -mille nel 1940, si scende a 14,9 nel 1942, l'ultimo anno per il quale si posseggano dati. Cosl, nello spazio di .due anni, la natalità della Germania diminul del 25%. Le cifre per le grandi città della Germania nella prima metà del 1943 mostrano un'ulteriore diminuzione ç con ogni probabilità questa è continuata ininterrottamente. ~ Le cifre di alcuni Stati invasi dalla Germania sono molto scoraggianti. Nel caso della Francia•, è evidente che come deliberata misura di tenere in soggezione la su:r popolazione, i tedeschi tennero prigionieri oltre due milioni di uomini, la maggior parte dei quali giovani nel pieno dell'età riproduttiva. La natalità della Francia era già inferiore alla sua mortalità fin dal 1935; nel 1938 la natalità della Francia era solo del 14,7 per mille. Questa si ridusse a 13 nel 1941, il minimo raggiunto dalla Francia nel corso dell'ultima guerra, una cifra che può essere paragonata al minimo di 9,5 nella prima guerra mondiale. Nel 1942, d'altro lato, la natalità della Francia sall a 14,3 con un ulteriore aumento a 16 nel 1943; la cifra è praticamente quasi al livello detla natalità dei decenni precedenti. L'esperienza del Belgio è stata anche peggiore di quella della Francia. In Danimarca ed in Olanda, la_ natalità, strano a dirsi, è aumentata durante la guerra e nell'ultimo Stato il quoziente del 1943 è stato il più alto degli ultimi 15 anni. Sebbene non si posseggano dati relativi agli altri Stati occupati della Germania, si deve ammettere che una notevole diminuzione della mtalità si sia avuta in Polonia, Jugoslavia e Grecia. La natalità della Finlandia ha mostrato variazioni piuttosto ampie durante la guerra, che riflettono le variazioni della situazione militare di questo stato. In Italia si è avuta una diminuzione della natalità di circa il 14% dal 19,10 al 1942: da 23,4 per mille nel 1940 a 20,4 nel 1942. Con l'inizio della guerra sul territorio nazionale dall'agosto 1943 si è avuta una forte diminuzione della natalità: 19,9 nel 1943, 19,2 nel 1944 ed un minimo, di 18,3, nel 1945. Con il 1946, si ha un aumento, a 22,7. L'esperienza dell'Inghilterra è stata molto diversa da quella degli altri Stati in guerra. Con la maggior parte dei suoi uomini tenuti in patria, la natalità nei primi anni di guerra è diminuita solo lievemente dal livello degli anni precedenti. Malgrado alcune interruzioni alla normale vita familiare che questo stato ha sofferto, la natalità è diminuita solo del 5% dal 1939 al suo livello più basso del 1941. Una netta ripresa nel 1942, di oltre il 10%, ed un ulteriore aumento nel 1943 hanno portato la natalità inglese quasi al livello di 15 anni or sono. Le cifre per la popolazione urbana dell'Inghilterra durante il 1944 indicano un aumento di oltre il 10% in confronto del 1943. Se questo riflette la situazione dell'intero Paese, la natalità del 1944 sarà la più alta registrata dal 1925. Un andamento diverso della natalità si osserva negli Stati Uniti. La lenta ripresa del quoziente dal 1933, quando il Paese si trovava in uno stato di depressione, è continuata piuttosto stabilmente fino al 1939. Con il 1940, il quoziente cominciò ad aumentare rapidamente, anzitutto per il forte incremento dell'attività industriale e poi per il grande impulso della nuzialità in prossimità del servizio militare. Nei pochi anni dal 1939 al 1943, il quoziente di natalità aumentò del 27 %-Si è valutato che il numero delle nascite del 1943 è stato di 3.200.000, circa un milione in più di quello che si è avuto durante il più basso anno di depressione. Il quoziente di natalità del 1943 è stato di circa 24 per mille, il più alto degli ultimi 20 anni. Con milioni di uomini giovani, celibi e coniugati, che servivano nelle Forze
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