IL PROBLEMA BIOLOGICO NEL PENSIERO ODIERNO Affidarci a processi interpretativi che escludano una simile possibilità di analisi esatta, sarebbe un pericoloso salto nel buio. Se vogliamo rimanere nel campo delle scienze sperimentali,· è necessario bandire ogni presupposto aprioristico, oscuro, indimostrabile che, come il vecchio finalismo, ultima eco della filosofia naturale del secolo scorso, paralizzerebbe ogni sano sviluppo del pensiero biologico. Ma ciò non significa che, per attenerci ai procedimenti e ai metodi della misurazione precisa e rigorosa, noi dobbiamo attenerci anche alla loro forma mentale ed esaurire in essa il vero momento dell'essere vivo. Nel quale ad ogni passo potremo trovare una causa d'ordine fisico e d'ordine chimico, ma una causa che entra in giuoco in quel determinato momento in cui essa serve e in quel momento soltanto. Come chi si accingesse a studiare, pezzo per pezzo, una macchina complicata e delicatissima e perdesse di vista il pensiero invisibile di cui essa è la creazione. Da Keplero, da Newton e poi da Lavoisier e da Dalton, lo sviluppo delle leggi fisiche e chimiche, parve disciplinare rapidamente in un ordine grandioso e in una solenne unità il mondo sensibile. Ed un rigido determinismo sembrò impadronirsi delle cose: della statica architettura del cristallo, come della sconcertante mobilità della vita e sin dell'imponderabile fluire del.pensiero. Ma oggi questa posizione è radicalmente mutata. Nel chiuso recinto del meccanicismo classico si è aperto uno squarcio, che si perde in un insondabile lontanissimo orizzonte e, dietro la tersa parete delle leggi consuete dalle ben precise e schematiche espressioni, si dispiega improvvisamente un abisso nel quale le nostre possibilità di cognizioni intuitive, di rappresentazioni sensibili non ci servono più e nel quale non possiamo approfondire la nostra indagine, se non a patto di rinunciare - parafrasando un pensiero di Heisenberg - a ogni forma di immaginabilità, per affidarci unicamente alle espressioni della logica matematica. Il meccanicismo aveva creduto di cancellare il mistero del monòo fisico come di quello biologico, sostituendolo con la schematica rigidità delle leggi, insite nella natura stessa di una materia che era elevata a norma generale dell'universo; e oggi le nuove conquiste del pensiero distruggono la ma• teria e il suo ordine, per sostituirvi la inimaginabile realtà di uno statistico disordine di incontri probabili di treni d'onda. La mente si perde in una tale realtà, ma lo spirito si dilata finalmente oltre la ossessionante prigione nella quale era stato sino allpra coartato. La realtà nuova si apre nell'infinito. Oggi più che mai sentiamo che, nel complesso di queste nostre conoscenze, è vana pretesa volerci ancorare alla piccola realtà delle appa- . renzc sensibili. Come dal disordine statistico dei microfenomeni elementari risalire all'ordine armonico dei macrofenomeni ? Ritorna, in altra
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