Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

ETTORE REMOTTI Spiegare l'essere vivo, come alcuni vorrebbero, per semplice effetto di aumentata complessità da condizioni preesistenti, significa non cogliere di esso il momento essenziale; il quale, ove non si sia fuorviati da idee preconcette e aprioristiche, è, come abbiamo già detto, rappresentato n~n da un fenomeno di semplice giustapposizione, di semplice sommazione di motivi fisico-chimici, ma da un legame di coordinazione e di una coordinazione, come abbiamo visto, non statica, bensì dinamica, mutevolmente adattabile, come è espresso nel termine stesso di autoregolazione. A sottolineare, in certo qual modo, questa posizione del tutto particolare del piano della vita, sta del resto anche il fatto che, per essa e per essa soltanto, in confronto con le altre manifestazioni del mondo sensibile, noi abbiamo spontaneamente introdotto quell'antagonismo tra normalità e malattia, tra sano e patologico, che costituisce una categoria completamente nuova, non avente nessun riscontro se non nella valutazione etica dei fatti psichici, e che tradisce nettamente l'idea intuitiva dell'esistenza di una norma, di un ordine tutto speciale, che presiede al mondo biologico. Ordine la cui salvaguardia coincide appunto con lo stato di normalità, la cui minaccia od offesa con quello di malattia. Il che è: tanto più significativo in quanto, da un punto di vista schiettamente fenomenico, che lasciasse impregiudicata la questione fondamentale del suo. significato, la malattia non potrebbe considerarsi che come un fenomeno biologico alla stessa stregua degli altri: cosa sopratutto evidente nel caso delle malattie infettive, quando la si consideri, anzichè dal punto di vista dell'organismo aggredito, da quello dcll'iaggressore. Nulla di simile - ove non si voglia ricorrere al linguaggio delle analogie e delle metafore - nel mondo dei fenomeni fisici e chimici. Scienza• della natura, la biologia condivide con la fisica e con la chimica l'imperativo ad esse imposto da La Piace: l'equazione dell'universo. E l'unica via per il biologo è l'applicazione degli stessi metodi della fisica e della chimica, applicazione che abbiamo già visto all'inizio quale fecondità abbia avuto nell'evoluzione del pensiero biologico. « Misura tutto ciò che è misurabile e rendi suscettibile di misura ciò che non è tale » : è il precetto galileiano, che la .biologia deve applicare a se stessa; una definizione dei fenomeni che non sia pura descrizione, ma registrazione quantitativa, la più esatta possibile: n~mcri dunque e rapporti numerici. miei nclb complt:ssa compagine dd sistema ncr\'oso; m:i di qui allo spiegar ne la genesi quanto intercorre ! Che cosa possi~o di simile contrapporre nel campo in:rnimato ? Le 1tonre marchinc, usai più grossolane peraltro ma non son esse b proiezione esterna di un pensiero ?·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==