LA CREAZIONE DELL'ANIMA UMANA problemi teologici, Dio e la creatura possono agire al modo di un unico principio. Nulla impedisce qui,9di, nel nostro caso, di vedere in un medesimo fatto, cioè l'ominizzazione dell'antenato pre-umano, l'incontro di una corrente naturale e di una attività trascendente, in modo che il sorgere del pensiero sia al tempo stesso il termine naturale delle attività fisiologiche anteriori e un effetto di creazione. Ciò è tanto più normale in quanto questo incontro è stato previsto sin dalla prima istituzione delle cose. La materia non è che per lo spirito; in virtù della propria destinazione essa sale allo spirito; tutta la filtrazione biologica operata nel corso dell'evoluzione ne porta testimonianza: es•a deve quindi adattarsi naturalmente allo spirito benchè non possa farne la conquista da sola. C'è qui qualcosa di sottile che a molti sfugge e che è tuttavia di grande conseguenza. Perchè ne consegue che l'anima umana è a casa sua in questo universo, invece di esserci èome un'estranea, come caduta dal cielo, senza collegamento organico con quello eh' essa è tuttavia incaricata di organizzare mediante il proprio lavoro. Si dice spesso ·che l'anima è quaggiù come in esilio. Questo si può comprendere sotto certi rapporti; ma l'espressione è poco filosofica; perchè se l'uomo è veramente uno, proprio ciò che predomina in lui, come l'intendimento, non potrebbe essere in esilio là dove t'uomo vive. E questo è tanto verò che, secondo il pensiero cristiano, l'anima separata dal suo corpo aspira come un naturale desiderio alla ricostituzione dell'unità antecedente e intravede per più tardi, dopo la catastrofe finale, la ricostituzione del suo universo stesso. I nuovi cieli e la nuova terra, e la resurrezione della carne, fenomeni solidali, hanno proprio questo significato. II Ecco ora il secondo caso da esaminare. L'umanità esiste come specie e si riproduce per generazione. Se siamo d'accordo che un'anima pensante, per le ragioni sopraddette, è necessariamente oggetto di creazione, noi dobbiamo una volta di più congiungere un'azione naturale, cioè lo sviluppo embrionale, e un intervento trascendente. E ancora una volta di più siamo di fronte ad interpretazioni filosofiche differenti, cosa che non ha nulla di singolare; ma quello che stupisce, è vedere in disaccordo con se stessi i seguaci di una medesima filosofia: intendo la filosofia tomista. Più di un tomista crede, come i dualisti del genere platonico o cartesiano, che l'anima è presente alla materia embrionale sin dalla concezione stessa e che è essa a fabbricare il suo corpo. Questo pare del tutto naturale:
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