IL PROBLEMA BIOLOGICO NEL PENSIERO ODIERNO che ci porta in un piano superiore a quello fisico-chimico. Nella indagine causale che noi facciamo del fenomeno biologico, noi spezziamo questa unità, e allora il fenomeno biologico, così avulso dal suo quadro naturale, isolato in vitro nel nostro laboratorio, perde per questo stesso fatto, tutto il suo senso. Nella complessa e minuscola compagine della cellula, alterne vicende di condensazioni e di dispersioni, giuochi di elettroni e di ioni, potenziali elettrochimici e variazioni di tensione superficiale son, per così dire, alcune delle unità elementari, da cui nasce la vita della cellula stessa. Ma come non è la somma delle singole note che costituisce la sinfonia, bensl il loro delicatissimo coordinamento che le dispone e le regola, sin nelle più esili sfumature di tono e di intensità, secondo leggi che trascendono ogni semplice realtà acustica, assorbendola e superandola nelle estgenze particolarissime di quella ben determinata espressione musicale; così qui è una finissima armonizzazione di queste singole note fisico-chimiche, che crea la vita. Su scala più vasta il giuoco si ripete tra le cellule armonizzate in tessuti ed organi, tra gli organi reciprocamente subordinati nell'unitaria disciplina dell'intero organismo. Come la musica, fatta di note, non è la somma delle note, ma è una realtà nuova che, se obbedisce alle leggi dell'acustica, al tempo stesso le domina per servirsene in un piano superiore, nel piano del pensiero che l'ha creata: cosl la vita è fatta di ioni e di colloidi, di fermenti e di cariche elettriche, ma non in essi ha il suo motivo fondamentale, bensì in qualche cosa ad essi sovrapposto ed insondabile, che riassume in sè tutto il complesso fenomenico dell'organismo, per plasmarlo, al di sopra del determinismo causale, nel piano teleologico della sua conservazione e del suo sviluppo. E come l'esplodere indisciplinato delle singole not:, secondo le possibilità intrinseche di esse e di ciascuno strumento, sarebbe la negazione di ogni architettura musicale, così il libero estrinsecarsi dei singoli fenomeni fisicochimici, al di fuori di ogni controllo, diviene distruzione e morte: azione cioè sregolata di fermenti degradatori che demoliscono i materiali stessi costruttivi dell'edificio protoplasmico, o di attività condensatrici e sintetiche che ne appensantiscono e ne soffocano, nell'accumulo di prodotti inerti, la dinamicità, disturbato equilibrio ionico che di clementi essenziali fa dei fattori tossici. Disciplina e controllo costituiscono l'essenza stessa di ogni manifestazione vitale, l'anarchico giuoco delle forze ne è la distruttiva antitesi. All'apogeo delle nostre convinzioni meccaniciste abbiamo definiti j!li esseri vivi come delle macchine: macchine colloidali ad energia chimica, è stato detto. E sta bene. Ma con ciò stesso abbiamo fatto la più
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