Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

ETTORE REMOTI! mente in gioco tutte le possibilità, che nella prima sono bloccate nei rigidi sistemi molecolari, libere in una perenne attiva circolazione, entro la quale tutte le trasformazioni sarebbero agilmente possibili con il minimo dj.- spendio di energia e con la più ricca gamma di combinazioni transi1'0rie e labili. Addizionate alla configurazione cellulare e ad essa assorbite, le moleçole provenienti dal mondo esterno vi perdono la propria individualità, vt si dissolvono, vi si trasformano, mentre, sotto l'azione di altri e sconosciuti fattori, da questa stessa compagine altre molecole verrebbero via via individuandosi e separandosi. Chè proprio quando un complesso molecolare tende a irrigidirsi in una fisionomia stabile facilmente riconducibile ai nostri simboli e alle nostre formule, proprio allora esso, quasi contravvenga alle leggi della vita, viene espulso dalla compagine protoplasmatica, come qualcosa di eterogeneo ed ostile. Allo stesso modo che la labile motilità dei sistemi colloidali ha potuto darci una giustificata rappresentazione delle condizioni fisiche, così questa interpretazione elettronica della chimica protoplasmatica può fornirci la chiave di volta per molti aspetti delle attività, cellulari. Ma abbiamo risolto con questo il mistero ? Siamo ormai al limite estremo della divisibilità, della mobilità, della libera indeterminatezza della materia e possiamo, in questa concezione, trovare - come abbiamo detto - il mezzo di spiegarci tante misteriose possibilità reattive della cellula, ma l'essere vivo non si esaurisce qui. Come non si esaurirebbe nella interpretazione fisico-chimica di tutte • le sue funzioni, una per una; come non si esaurirebbe nella loro conoscenza totale. Chè, se esso sussiste attraverso uri complesso di componenti e di eventi che si svolgono nell'orbita delle leggi della materia, non sussiste con ciò in virtù della semplice loro giustapposizione, della semplice loro somma, ma presume una complessa coordinazione, che significa - fra gli infiniti possibili - un ben determinato rapporto di tempo e di intensità. Rapporto determinato di tempo, cioè definita successione; rapporto di intensità, cioè delicatissima modulazione delle componenti fisicochimiche ùelle singole funzioni, come delle componenti funzionali dell'intero organismo. Il lato veramente nuovo e car.rfteristico della vita, in confronto alla statica e omogenea individualità del cristallo - la individualità più complessa del mondo anorganico - sta appunto in questa complicatissima eterogeneità capace di sussistere in virtù del profondo legame di coordinazione che ne fonde e unifica le varie parti; e non solo sussiste, ma - e questo è il lato ancor più importante - si modifica, si trasforma, variamente si plasma, per superare la mutevolezza delle conclizioni esterne e conservare, al di sopra di questa, la propria unità. È tale profonda e misteriosa unità - costante e mutevole a un tempo - quella in cui si compendiano i tratti essenziali dell'essere vivo. È essa

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