Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

IL PROBLEMA BIOLOGICO NEL PENSIERO ODIERNO altro non è - per ispirarci a Pascal - che il più nobile atto della ragione umana, capace di riconoscere i propri limiti. Orbene, se coraggiosamente e lealmente sappiamo superare una tale difficoltà psicologica, noi dovremo con sincerità riconoscere che il mistero <leiia vita comprende un elemento che si sottrae alle nostre procedure di ordine fi~ico-chimico. Non s'intende, con questo, alludere a quei problemi particolari - · quale ad es. quello già prospettato del meccanismo di regolazione della permeabilità delle membrane - che, oscuri ancor oggi, potranno domani, col progredire delle nostre conoscenze fisico-chimiche e con l'affinarsi dei nostri mezzi di indagine, trovare, prima ·o poi, la loro soluzione. Ma l'essenza dell'essere vivo non si esaurisce nella spiegazione dei singoli meccanismi o nella interpretazione delle singole funzioni. Nell'essere vivo nulla vi è di eccezionale entro l'ambito dei suoi componenti: gli elementi più banali della serie periodica, quelli al tempo stesso più diffusi anche nel mondo anorganico, lo costituiscono, aggregati in sistemi molecolari che la nostra indagine vien sempre meglio individuando e dei quali molti sono ottenibili per sintesi, altri si ha buone speranze di poter in breve ottenere. Eppure nessunissimo tra gli innumerevoli tentativi è riuscito a riprodurre la più debole manifestazione che veramente potesse dirsi vitale. , Dinanzi alla sconcertante, ordinata labilità della chimica protoplasmica, dinanzi a certi singolari dati di osservazione spettroscopica che dimostrerebbero lo spettro delle proteine (cioè dei presumibili costituenti fondamentali della cellula) visibile solo dopo che la cellula è morta, oggi noi guardiamo con particolare attenzio~e all'ardita concezione di Cahn che rivoluziona tutte le nostre idee chimiche: la chimica dei nostri laboratori e delle nostre reazioni, la chimica dei nostri impianti non è tutta la chimica, non è la chimica vera. Chimica delle cose morte, delle configurazioni molecolari permanenti, stabili a temperature elevate, stabili alla luce, essa è solo una parte, in· certo qual modo secondaria, della vera chimica; una chimica restrittiva che considera corpi imprigionati ormai entro condizioni definite di esistenza, entro leggi rigide, bloccando quella che sarebbe la normale libertà e labilità della materia, di cui la chimica cellulare ci dà invece una vivida e fedele espressione. Una chimica 9uest'ultima, poggiante su configurazioni labili, assai mobili e mutevoli, di durata trascurabilmente breve, in una continua evoluzione, attraverso stadi di passaggio, che rendono estremamente difficile, a qualsiasi istante, la determinazione e la precisazione della configurazione stessa del sistema. In confronto della chimica atomico-molecolare e anche ionica cui siamo avvezzi, questa chimica elettronica della cellula viva lascerebhc libera-

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