IL PROBLEMA BIOLOGICO NEL PENSIERO ODIERNO 359 immediata, da aver quasi sempre condotto a singolari assurdità di interpretazione. Lungamente questa idea di una forza vitale chiamata a ogni momento in causa come unica possibilità di spiegazione dei fenomeni, ha dominato il mondo biologico, paralizzando e deviando lo sviluppo di un sano pensiero sperimentale. Ed è singolare che questa affermazione di una forza vitale, come principio determinante dei fenomeni biologici, fosse condivisa anche da quei chimici e da quei fisici che avessero contemporaneamente volto la loro attenzione al mondo dei viventi. Soprattutto interessante al riguardo la posizione di Wohler, il quale, mentre con la sua celeberrima sintesi dell'urea doveva infrangere la barriera tra chimica inorganica e ~himica organica, dimostrando per la prima volta la possibilità che un tipico prodotto dell'attività biologica potesse ottenersi indipendentemente da essa in vitro, non per questo si allontanò tuttavia dalla sua posizione vitalistica dinanzi a1 fenomeni organici. In una tale posizione, tanto maggior rilievo assume la figura di Hales, il fisiologo inglese nato e cresciuto nell'atmosfera delle grandi scoperte della fisica di Newton, il quale, con una genialità e con una libertà veramente sorprendenti, ha cercato di additare nella limpida chiarezza e precisione delle leggi fisiche il fondamento per la spiegazione dei fenomeni fisiologici. Da quel momento una corrente nuova di vita è venuta ad alimentare la ricerca biologica collateralmente al vecchio e vieto indirizzo finalistico, una corrénte la cui fecondità è andata sempre più sviluppandosi a mano a mano che l'incremento delle ricerche di fisica e di chimica ha progressivamente esteso la zona di influenza di queste due scienze sino a invadere il campo biologico. Ed è sembrato che dovesse così, a mano a mano, dissiparsi il velo di mistero che avvolge gli esseri vivi. La scoperta di Lavoisier che la respirazione degli organismi potesse paragonarsi a una combustione e che tale fosse l'origine del calore animale, trapiantava direttamente il fenomeno chimico nel pieno dominio della vita. Allo stesso esito si giungeva, d'altro canto, dopo le ricerche di Priestley e ancora di Lavoisier sulla costituzione dell'aria e dell'anidride carbonica, con i risultati meravigliosi di de Saussure su quella funzione che possiamo considerare la base di tutte le manifestazioni della vita alla superficie terrestre, vale a dire sulla fotosintesi C•>. Un passo ancor più grande fu quello (1) Fotosintesi (o funzione clorofillbna) è b funzione che contraddistin~ue in modo car:ute~ ristico b pianta verde d:111':i.nimalcD. all':rnidridc c:ubonica e ck1\l'.1.cqua le foglie, in virtù appunto del pigmcmo verde (clo.rofilb) e utilizzando l'cncrgi:i. luminosa solare, sintctizz:rno zucchero, lìbc• rando ossigeno. Dal punto di vista chimico tale funzione segna il passaggio dal mondo dei corpi minerali (acqua e anidride carl>onic:i) a quello dei composti organici (lo zucchero che si form:t è
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