A. D. SERTILLANGES O. P. Non per questo l'espressione è meno disgraziata, perchè equivoca, e se il grande pensatore stesso non se ne lascia ingannare, s'ingannano però i suoi discepoli. Molti ragionano come se l'anima fosse creata a parte, e introdotta successivamente in un corpo a questo scopo preparato, senza rendersi conto che in· questo caso l'unità umana è spezzata, che l'eredità spifituale diviene interamente inspiegabile, e che da tomisti, quali pretencio~o essere, essi passano nel campo dei platonici, che immaginano un'anima-spirito in un corpo-materia, un « pilota in una nave », diceva Platone, « un'anima che trascina un cadavere», diceva Epiueto, << un animale invisibile all'interno di un animale visibile» diceva Titchener beffardamente. Se vogliamo essere tomisti per davvero, e se, nel mondo contemporaneo, si vuol essere d'accordo con la scienza sperimentale, senza cadere nel materialismo, dobbiamo concepire il nostro caso in modo da non infirmaré l'unità umana, e per di più la continuità fenomenica degli avvenimenti che analizziamo. Perciò il taglio che abbiamo or ora affermato tra gli antecedenti dell'umanità e l'umanità stessa, non è dell'ordine fenomenico; è puramente metafisico. E se il metafisico trascina in un certo modo il fisico, in nome di questa unità umana di cui noi difendiamo la causa, si tratta d'una causalità immanente della quale la scienza, guardando dal di fuori, non sospetta nulla. In modo che, per la scienza, il sorgere alla luce del pensiero nel corso dell'evoluzione della spc:cie, si presenta semplicemente come un fenomeno nuovo risultante da condizioni nuove nello sviluopo dell'organizzazione anteriore. Ed è proprio cosl. Dal punto di vista di s. Tommaso, ed egli lo dice a più riprese, il sorgere dell'anima in un organismo preparato a riceverla è un fatto necessario, un fatto naturale, per niente miracoloso. Eppure non per questo è meno una creazione. La conciliazione di ~~esti due punti di vista non può concepirsi altro che se la pretesa infusione dell'anima è in realtà un'azione immanente, in collegamento con le attività naturali constatate dalla scienza, in modo che vi sia un solo processo, una sola azione generatrice, un effetto di Dio << misto alle sue opere», come dice s. Agostino, e un effetto della natura unita a Dio. Questo senza confusione degli apporti, certamente, ma anche senza separazione, Dio creando l'anima nel corpo, mediante sovranimazione interiore, e non creando l'anima per porla nel corpo, come suggerisce l'istinto antropomorfico. Un leggero passo innanzi del nostro spirito nel senso del << panteismo cristiano», di cui parlano certi critici, ci aiuterebbe a capire questa congiunzione d'una spontaneità naturale e d'una autentica creazione divina. Dio e la natura non sono due cose. Si sa che per s. Tommaso, la creatura non fa addizione a Dio,' e che in varie occasioni che dànno luogo a gravi
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