LA CREAZIONE DELL'ANIMA UMANA e che ci deve essere omogeneità, iden~ità di livello ontologico tra l'inizio, il centro e il termine. L'inizio è il soggetto pensante stesso, secondo che è pensante; il centro è la fonzione di pensare; il termine è il risultato di questa funzione, cioè il pensiero acquisito. Bisogna in ogni modo che essendo il pensiero acquisito, concetto o verità, manifestamente superiore a quel che esso esprime del concreto, e non essendo quindi concreto esso stesso, vale a dire impegnato nella materia, sottomesso allo spazio e al tempo, non lo sia neanche la funzione, nè il soggetto che pensa, per quanto pensa. Questo è rigoroso e sicuro, quanto le evidenze prime, e quindi d'un ordine di certezza superiore perfino a quello delle scienze sperimentali. Se si ammette questo, si deve concludere, con beneficio dell'anima pensante, con una creazione; perchè ogni venuta all'essere senza presupposizione alcuna nell'ambiente in cui essa si produce è una creazione. Se quindi l'anima pensante è extra-cosmica per natura propria, e dunque senza presupposizione del suo ordine nell'ambiente in cui essa sorge, nella corrente da cui essa sembra uscire, non si può attribuire il suo sorgere altro che a un supplemento d'attività proveniente dalla Fonte di tutto l'essere; i filosofi agostiniani del Medio Evo avrebbero detto una illuminazione, intendendo con ciò una novità ontologica e non solo fenomenica, in altri termini, una creazione. La questione si pone adesso del rapporto tra questo supplemento di attività creatrice e le attività cosmiche il cui concorso non è sospeso, quando si tratta del sorgere dell'essere umano. Nella nostra ipotesi dell'evoluzione, l'uomo non è sorto tutto d'un pezzo in una natura estranea alla sua costituzione. Come essere pensante egli procede da Dio; ma come essere sensitivo, come essere vegetante, come essere fisico, è figlio della natura generale. Come si accomoda questo ? Come avviene la congiunzione, se c'è una congiunzione ? E se si scarta l'idea d'una congiunzione tra un principio pensante creato a parte e un vivente che procede dalla natura generale, come concepire la coesistenza iniziale di questi due elementi d'una stessa umanità ? Ecco dove attiriamo l'attenzione di tutti, in particolar modo dei filo- ~ofi tomisti, le cui concezioni, su questo punto, non sono sempre corrette, voglio dire dal punto di vista del loro proprio sistema. Si parla di una introduzione o infusione dell'anima in un corpo precedentemente preparato dalle potenze della natura, e questo può capirsi correttamente: prova ne sia che s. Tommaso stesso usa correntemente questo modo di parlare.
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