Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

CRITERI POLITICI DELL'ORGANIZZAZIONF. ECONOMICA 347 mensioni delle imprese, negli immobilizzi, nella quantità e qualità del prodotto, i quali importano sempre dispersioni di capitale, di materie prime, di prodotti, di lavoro. li problèma è aliora un problema di dimensioni degli errori e delle dispersioni: chi ha presente le enormi perdite di ricchezze cagionate da recenti crisi economiche (anche a prescindere dalle guerre che talvolta riconoscono come loro causa non ultima i contraccolpi di tali crisi) è perplesso nel dare un giudizio sulla probabilità che siano maggiori o minori le perdite causate dagli errori del piano o quelle dipendenti dalle necessità di riaccomodamenti di un'economia libera. bb) i riaccomodamenti del piano, sia per correggere gli errori, ~ia per tener conto della variazione nella domanda dei prodotti, sono lenti e faticosi e presentano fasi di inerzia che portano a perdite di utilità, mentre nell'economia libera gli spontanei regolatori dell'equilibrio economico agiscono più prontamente. Anche qui è una questione d_ipiù o di meno, teoricamente indeterminata, intorno alla quale si è perplessi ad esprimere un'op1mone. cc) è enormemente difficile, per non dire impossibile, risolvere in concreto tutte le equazioni che sono necessarie per formulare un esatto piano di produzione. dd) nel grande piano di produzione viene meno lo stimolo ad impiegare fino all'estremo delle loro possibilità certi fattori della produzione. Si ricorda al riguardo il contadino piccolo proprietario o l'artigiano che impiegano il loro lavoro e lo scarso capitale di cui dispongono fino all'estremo limite delle possibilità. Cosl altri teme, forse a ragione, che nel piano si anteponga l'efficienza tecnica (grossolanamente espressa, la bella fabbrica coi migliori macchinari) all'efficienza economica (la migliore produzione a costi sociali minori). ee) la impossibilità di valutare la convenienza relativa di certe forme tecniche di produzione in assenza di un meccanismo di prezzi fondato su elementi analoghi a quelli che caratterizzano l'economia capitalista, in particolare senza l'interesse, la rendita, il profitto e con salari fissati su elementi diversi dal libero equilibrio della domanda e dell'offerta di lavoro. Anche qui vi è chi osserva che nell'economia socializzata non è necessariamente esclusa l'esistenza di un compenso per l'uso dei beni capitali (interesse) e per la diversa produttività dei beni di natura (rendita), nonchè, entro certi limiti, anche di un premio per le organizzazioni produttive più efficienti (profitto): solo che interesse e rendita sono attribuiti alla collettività ed il profitto a tutti gli uomini che partecipano alla singola organizzazione produttiva.

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