342 EZIO VANONI Affermare che il problema economico non possa essere risolto nel migliore dei modi dall'equilibrio delle forze brute operànti nella società e che non possa considerarsi come ottima la soluzione che si realizza al di fuori della morale e del diritto, porta necessariamente a negare che l'equilibrio immaginato dall'economia libera sia l'equilibrio migliore· P<y la società. La soluzione volontaristica del problema economico si fonda in"sostanza sull'intervento della morale e della giustizia nel regolare l'attività umana in ordine alla soddisfazione dei bisogni dell'uomo e sul considerare la morale ed il diritto come sforzo operante nell'ordine economico non meno dello stimolo utilitaristico. Questa posizione pone al politico il quesito, si potrebbe dire organizzativo, di come attribuire una effettiva forza alla morale ed alla giustizia nella determinazione dei rapporti econom1c1. Va anche ricordato che nelle condizioni storiche attuali lo schema dell'economia libera prescinde dallo squilibrio di forze conseguente alla ineguale distribuzione della ricchezza che si è venuta determinando nei secoli e che deriva nella sua grandissima parte da sopraffazioni politiche, dallo sfruttamento senza riguardo di posizioni di superiorità accidentali, da sconvolgimenti esteriori quali sono i rivolgimenti di ordine monetario, le conquiste belliche, la politica coloniale, i protezionismi ed i favoritismi di ogni specie. Partendo da uno squilibrio di forze, l'azione libera di esse non può che portare al perpetuarsi ed all'accrescersi dello squilibrio in un mondo regolato solo dalla forza: ciò è tanto evidente, che le più recenti di-fese di ordinamenti economici liberi ammettono come un male inevitabile la accentuata difformità nella ripartizione della ricchezza, giustificata solo dall'assunta maggiore efficienza produttiva della organizzazione libera. Queste rapide premesse consentonovdi valutare sommariamente l'indirizzo della libera economia in rapporto ai tre punti che interessano: a) per quanto riguarda l'occupazione ed il salario giusto lo schema trascura completamente l'aspetto morale e politico del problema, giacchè considera il lavoro come una merce: e negli squilibri tra offerta e domanda e nei riaggiustamenti di salari che ne conseguono non vede che un processo di assestamento di fattori economici verso l'equilibrio più efficiente. Questa posizione sorvola su elementi essenziali dal punto di vista morale e precisamente dimentica: aa) che quando vi è una crisi di domanda di lavoro, vi sono masse di lavoratori che restano privi della possibilità di provvedere al loro sostentamento;
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