Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

334 RODOLFO DE MAITEI Pare impossibile - e mai, forse, Gian Giacomo lo avrebbe ammesso -, ci si trova esattamente in pieno clima versagliese, sul piano del PetitTrianon, e del Sans-Souci, nel più autentico Settecento godereccio e scacciapensieri; in un'Arcadia ancor più disinteressata e liquida; non tanto in sede di storia naturale, quanto in sede di favola naturale, che ha per so.lo fine la lieve felicità dell'ascoltatore. Il vento non ha più nome mitolo~ico, ma non vuole averlo tecnico; e non vuole neppure essere vento, da squassar l'organismo umano, bensì aere che molcisca. Nel vecchio passeggiatore solitario riaffiora il giovane verseggiatore dei lontani anni abbeverati alle gradevoli fonti del bel secolo; di un secolo, per l'apppunto, che al posto di Dio collocò la dea Felicità: quella stessa che uno Stendhal pensò più tardi di riabilitare e onorare. Si fossero incontrati, i due passeggiatori solitari dei boschi, Petrarca e Rousseau, non si sarebbero data la mano: quegli soggetto ai suoi rovelli, al conflitto curarum mearum, e anelante a Dio, questi svincolato sbarazzino, slegato dal passato e dal futuro. Appare naturale che, a un certo ·punto, le Promenades solitaires restino in tronco. I ricordi cominciavano a bruciar le pagine: Rousseau può liberarsi, a suo maggior sollievo, delle memorie e dei fogli C•l. RODOLFO DE MAITEI ( 1 ) Le superiori considerazioni sono state suggerite dalb nuova presentazione itali:1.nadelle Réveries dc:IRousseau. (Le passeggiate solitarie di Je:m-JacquesRousseau a cura di Beniamino Dal F,bbro, Mil,no, Bompiani, 1946).

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