LE PASSEGGIATE SOLITARIE 333 altrettanti png1onien da quanto lui stesso. Rousseau non vi scorgerebbe che un'ordinata libertà, giacchè libera la natura non lo è, restando legata ai suoi ritmi precisi, a un suo ordine fatale, alle sue leggi inderogabili. E ha un bel protestare, Rousseau, oontro « l'abitudine di non cercare nelle piante se non droghe e rimedi» (7' Prom.): vi cerca egli, forse, qualche cosa di diverso ? Soltanto che domanda rimedi spirituali per mali interni. Se il filo d'erba e l'albero lo distraggono e lo placano, vuol dire che le piante gli funzionano ottimamente da mezzi « curativi » ! Ma la differenza, tutt'altro che piccola, tra un Rousseau e un Bouvard o Pécuchet è che lo studio della natura per Gian Giacomo non vuol essere costoso, non ha da risolversi in fatica; altrimenti, addio risultato in preventivo, cioè « piacere » ! Rousseau ha ben vagliato in ·anticipo (e magari avessero fatto altrettanto Bouvard e Pécuchet) tutti gli ostacoli, gli imbarazzi, i disgusti che gli procurerebbe lo studio del regno animale e minerale (7' Prom.). E lui non vuol mica strapazzarsi e schifarsi, non vuole aver da fare con orribili scheletri e pestilenziali vapori. Cerca il piacere, non la fatica. « D'altronde, non ho mai veduto che molta scienza contribuisca a una vita felice: cerco offrirmi svaghi miti e semplici, che possa gustare senza fatica e che mi distraggano dalle sventure » (id.). Le piante « nascono sotto i nostri piedi e, direi quasi, nelle nostre mani », la botanica, essendo « uno studio da ozioso, pigro solitario», procura « un piacere senza fatica. Vi ha in quest'oziosa occupazione un incanto che non si sente se non nella completa calma delle passioni, ma che allora basta da solo a rendere la vita dolce e felice; non appena vi si mescoli un motivo d'interesse o di vanità, sia per occùpare dei posti sia per fare dei libri, non appena non si voglia imparare che per istruire, non appena si vada a erbe per diventare autore o professore, tutto quel dolce incanto svanisce... : non si trova nessun vero piacere nel loro studio ... " (id.). Rieccoci dunque, all'ideale edonistico; alla curiosità senza travaglio, alla natura senza tragedia; e se quella dei monti e dei boschi ha da essere una passione, sarà passione senza passionalità. Si tratta di abolire non solo il ricordo degli uomini, ma anche gli studi degli uomini, insomma qualunque cosa dia pena e neghi l'estasi. Se cercherà nuove piante non lo farà per acquisire un titolo scientifico, ma una piacevole sensazione di più. Col che si è certamente lontani dallo scientismo, come lo si è dal- !' Arcadia, cioè si è equidistanti da Virgilio e da Linneo; ma si è anche abbastanza remoti dal ditirambico, selvaggio, alluvionale Romanticismo. Allora, dove praticamente ci si trova ? A quale grado di latitudine e longitudine storica ?
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