320 GIORGIO CURTI CIALDINO rava le forze degli uomini e hai perciò agito come se Tu non li amassi per nulla». Ma contro l'ordine senza libertà che il Grande Inquisitore vorrebbe instaurare contro l'ambigua libertà di Cristo; contro il sistema di quel Scigaliòv dei «Demoni» insorge l'uomo del sottosuolo come l'uomo re- ·jigioso. In sostanza tutto il senso delle «Memorie» è in questa religiosità ~he non si riesce ad afferrare (il bisogno di uscir fuori da un mondo chiuso ed angusto, di spaziare; e insieme l'impossibilità di uscirne e il cercare di adattarcisi con la coscienza della menzogna); l'uomo del sottosuolo si limita a negare e ad affacciarsi a un niondo che non è suo, ma che n0n è nemmeno dei superficiali e dei falsi. E tutta qui è la problematicità di Dostojevskij; da una parte c'è il redattore delle « Memorie>> con la sua negazione assoluta, dall'altra Ivàn Karamàzov col suo Inquisitore: in entrambi l'aspirazione ad una vita piena che è quella religiosa. E ancora ci sono dietro di loro, quasi da loro germinati, Raskòlnikov, Kirìllov, l'altro volto di Ivàn col suo « Tutto è lecito», Stavròghin, tutti i demoni di Puskin. Quella aspirazione ad una vita piena e ad una vita morale e religiosa è comune come a Ivàn così all'eroe del sottosuolo: ma ad entrambi questa vita sfugge, l'uno e l'altro cioè non riescono ad interpretare quelle esi- ~enze che li muovono. lvàn Karamàzov fa a meno di Dio e della libertà e finisce per cadere sotto l'ironia del beffardo uomo del sottosuolo; e questi non. fa che negare: se tale è la vita, se essa è divenuta chiara e matematica, non si può accettare e non rimane che negarla nella sua evidenza e tentare l'assurdo. « Che dite mai ! - mi si griderà - protestare non è possibile: due per due fanno quattro. La natura non vi domanda certo permesso: essa non ha niente a che fare con i vostri desideri e non si preoccupa di sapere se vi piacciano o non vi piacciano le s~ leggi. Un muro, dunque, è un muro ... Signore Iddio che m'importa delle leggi della natura e dell'aritmetica, quando a me per qualche ragione queste leggi e il « due per due fanno quattro» non mi piacciono ? Certamente io non spezzerò questo muro con la fronte, se le mie forze non riusciranno a spezzarlo, ma non mi concilierò con esso solo perchè c'è davanti a me un muro di pietra che le mie forze non riescono a spezzare». Contro le leggi di natura non c'è che batte.re la testa, contro le leggi costrittive della ragione e dell'utile non c'è che l'assurdo capriccio. C'è in tutto questo l'esigenza profondissima della libertà che non può neces- ~ariamente dispiegarsi nella sua positività, perchè in sostanza il piano su cui essa muove è il piano falso dell'ateismo degli uomini positivi che credono nella ragione, nell'utile, nel progresso, che non credono nella libertà.
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