Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

GIORGIO CURTI GIALDINO ]n fondo il problema centrale, fondamentale di tutta la sua opera è il problema religioso, cioè il problema di Dio; se si parla di Dostojevskij psicologo, dualista, maledetto o demoniaco, e accanto di un Dostojevskij scrittore religioso, se non si vede al contrario che quest'ultimo aspetto di Dostojevskij è l'aspetto essenziale, e che tutto, la sua psicologia, il suo dua- !~mo, il suo demoniaco, il suo ind.ividualismo e ogni altro aspetto che si vl'>gliatrovare nella sua opera, non sono se non in funzione del problema religioso, di Dostojevskij si dirà molto, come molto hanno voluto dire Gide e Zweig, ma non si coglierà comunque la sostanza del suo pensiero. Certo Dostojevskij è uno psicologo, ma uno psicologo in un senso molto profondo. Ciò che interessa lui è Dio e l'uomo, e attraverso l'affondare nell'abisso dell'animo umano, attraverso il turbine delle passioni che lo sconvolgono ritrovare alla fine la parola di Dio. ]n questo senso soltanto Dostojevskij è uno psicologo: la rivelazione dell'essere, la chiave dell'enigma dell'esistenza egli la chiede non alla ragione, ma all'uomo nel suo sentire e nella sua istintività. Scriveva Dostojevskij alla signora Fonvizin nel 1854: « Dirò di più: se qualcuno mi mostrasse che Cristo sta al di là della verità, o se la verità fosse fuori di Cristo, io sceglierei di stare con Cristo, rinunciando alla verità ». E ancora nelle « Memorie del sottosuolo ,, : « La ragione - dice - sa soltanto ciò che ha avuto il tempo di imparare (qualcosa forse non saprà mai, ciò non è una consolazione, ma perchè non confessarlo ?) mentre la natura umana agisce in blocco con tuttociò che è in lei e mentisca CO· scientemente e incoscientemente, non importa, vive». Dostojevskij scopre dunque il mondo della volontà e delle passioni, un mondo complesso e misterioso nel quale, attraverso la ricerca del1 'uomo, egli vuol trovare il segno che gli riveli Dio. Di qui la sua psicologia. È chiaro in tal modo come questa assuma per Dostojevskij una importanza fondamentale, mostrandosi in (ultima analisi come· quell,a ricerca alla~guale è affidata la soluzione dei massimi problemi. Alla base della quale psicologia, che era una protesta a un mondo astrattamente sezionato nelle categorie di bene e male, si trovava un prin, cipio di una semplicità estrema: che non c'è natura talmente perversa, vale a dire, che in sè non abbia al fondo e in qualche modo una luce e una «sua» verità, e una verità dunque che non è della specie dell'intelletto, ma di un altro ordine affatto; che anzi la capacità al bene - egli continua - è tanto maggiore guanto più la miseria e la bassezza siano state spinte al limite estremo. Per esemplificare: « Vi sono uomini che non hanno ucciso - egli dice - eppure sono mille volte più cattivi di chi ha ucciso sei persone »;

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