Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

.. IL PROBLEMA RELIGIOSO DI DOSTOJEVSKlJ E LE MEMORIE DEL SOTTOSUOLO Quelle « Memorie del Sottosuolo » che Dostojevskij pubblicava nel 1864, vale a dire tre anni avanti che comparisse ìl primo dei suoi grandi romanzi, « Delitto e castigo», erano l'aprirsi del mondo dostojevskiano nella sua più profonda problematicità e nel suo aspetto più complesso. Si presentava di colpo, bruscamente, ma col carattere assoluto dell'evidenza, un essere strano, paradossale e tristemente beffardo, l'uomo cioè del sottosuolo. Un uomo che, rintanatosi nel chiuso delle s·ue quattro mura, in quel « lurido e puzzolente sottosuolo» veniva trascorrendo e rimasticando, a dispetto di se stesso e della società, una vita nella quale ogni valore sembrava respinto e ogni moto affettivo; e pel quale questo racchiudersi nel guscio soffocante del proprio quartierino, acquistava il senso di una rottura definitiva col mondo e valeva una sfida all'umanità. Cosicchè nella perdita di ogni distinzione radicata nel sentire dell'uomo, l'assolutezza e la relatività si scambiavano e si confondevano in una logica dell'assurdo, mentre il problema metafisico o morale, che pareva affrontato con estremo impegno, terminava poi, per una rapida svolta, con un problema qualsiasi di tutt'altra natura, particolare, determinatissimo, che stava quasi a nascondere l'altro che urgeva veramente, col problema ad esempio del mal di fegato o del mal di denti. Ma c'era, proprio in questo presentarsi della problematicità esistenziale in termini paradossali e nel tradursi delle intuizioni in una forma di ironia e di beffa, un significato che, se a tutta prima può anche sfuggire in un esame sommario, non può non apparire a chi vi si avvicini con attenta considerazione. Sarà allora possibile, attraverso queste brevi memorie del 1864, penetrare in profondità nel mondo di Dostojevskij e trovarne quasi la chiave rer una interpretazione; e attraverso il monologo sconcertante, sofferente e beffardo insieme del solitario del sottosuolo, si troverà con la condanna del sottosuolo stesso, quella parola di fede alla quale sempre Dostojevski j con ogni forza si avvinceva.

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