Quaderni di Roma - anno I - n. 4 - luglio 1947

A. D. SERTILLANGES O. P. mista, che Dio è l'autore principale di quello per l'appunto che fa la natura ? Dio, per produrre l'anima individuale, come in precedenza per far sorgere la specie, non ha che da sorpassare per virtù propria quello che la natura opera già come suo strumento. In questo Egli non si S('para da essa. Anche iP questo caso, quindi, un solo processo. La generazione <l'un )uomo è un'operazione naturale che fa capo al composto, anima e corpo, non solo al corpo. Homo generat liominem. Se fosse altrimenti, l'unione dell'anima e del corpo non sarebbe sostanziale, e non si potrebbe dire che l'uomo genera l'uomo. Perchè il corpo preso a parte non è l'uomo. E neanche l'anima sarebbe un'anima umana, ma una specie d'angelo attaccato a un corpo umano. Si evita questo dualismo antiscientifico e in disaccordo in molti modi con il pensiero cristiano<•>, soltanto facendo dell'anima stessa il « termine congiunto » della generazione corporea, benchè questa da sola non abbia il potere di far maturare tale frutto. C'è il Sole divino. L'anima nostra è un effetto d'illuminazione interiore, ancora una volta, interiore, dico, alla natura agente e ai suoi poteri. In tutta verità, bcnchè non sia affatto mediante la sola virtù propria, l'uomo genera l'uomo. La conclusione di tutto questo è che il sorgere d'un'anima, sia i'anima adamica, madre· della nostra schiatta, o una qualsiasi delle nostre anime, è un fatto naturale e divino al tempo stesso; naturale senza che la natura possa da sola rivendicarne l'onore; divino, senza che sia spezzata la continuità dei fenomeni naturali studiati dalla scienza. In modo che questa, rinchiusa nei fenomeni e nelle concatenazioni di fenomeni, non ha da preoccuparsi dell'anima spirituale nè della sua creazione. Questi sono problemi metafisici che non le competono. In compenso, la filosofia non deve tentare di risolvere i problemi positivi posti dal sorgere o dal funzionamento dell'anima con il semplice giuoco delle entità metafisiche che essa concepisce. Ci sono due dominii ben distir.ti, quantunque congiunti. Perchè questo è lo strano destino della nostra umanità, di essere assisa alla frontiera di due mondi, di appartenere a tutti e due: terra e cielo, cosa che fa la ricchezza e il pericolo <lei nostri destini, l'angoscia dei nostri pensieri riAessi, l'ambiguità delle nostre analisi e la disperazione elci nostri sistemi filosofici tra due poli che egualmente attraggono lo spirito. A. D. SERTILLANGES O. P. ( 1 ) È noto che il Concilio di \"i<"nneha definito che l'anima umana è la forma sostanziale del corpo; con cib non si intende consacrare una particobrc filosofo1, ma fo ogni modo scartare un du:llismo noci\'O, ·

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