288 NOTE DI CRONACA dal punto di vista economico sono complement.1ri. Quindi bisogna unirle. A parte la Francia, che vuole lo smembramento della Germania e il carbone della Ruhr e la sponda sinistra del Reno, i tre Grandi concordano su questo: ma all'atto pratico i russi vorrebbero che le regioni occidentali si unissero a quelle orientali che essi control,lano, mentre gli anglo-sassoni non ,·orrebbero la supremazia di una Prussia sovietizzata. Sicchè, mentre i primi propongono una costituzione di tipo weimariano, ';gli altri insistono per una costituzione meno centralistica. Da un punto di vista politico generale la situazione è chiara. I russi e gli anglosassoni concordano nel volere una Germania unificata, sia pure con autonomie locali più o meno larghe. Ma i primi la concepiscono solo come un'appendice del sistema orientale, gli altri come antemurale di quella che definiscono la « civiltà occident.,Ie ». È difficile, per non dire impossibile, oltrepassare questo contrasto. Lo spettacolo dei quattro interlocutori di Mosca è, in certo senso, curioso: quando l'ostacolo, che nes~ suno - è naturale - vuol definire nella sua vera consistenza, chiude il cammino, si torna indietro e si prende un'altra strada. Dopo il dibattito costituzionale, ecco sorgere l'aspetto più tecnicamente economico del problema. Quale potenziale economico deve esser dato alla Germania di domani ? Marshall e Bevin vogliono un'industria tedesca forte abbastanza per soddisfare il merc:Ho i11terno e assicurare ]a bibncia commerciale: definito questo punto, si può parlare di riparazioni. Molotov vorrebbe invece che per prima cosa si prelevasse una certa quantità di riparazioni, Ridault vuole il carbone: la Germ:rnia dovrà accontentarsi di ciò che· rimane. In questo caso la volontà francese di veder crollare la Germania va di pari passo con l'urgenza sovietica di attrezzature industriali e di materie prime. Ma gli alleati cccidentali non sembrano disposti a cedere. D'altro canto Marshall ha compiuto un'abile manovra che. può neutralizzare una azione tentata dai russi. Pareva negli ultimi tempi che l'Unione dei Sovieti mirasse atl attrarre la Germania nella 'propria orbita facendo leva persino sui residui tutt'altro che indifferenti del nazionalismo tedesco. Ora Marshall ha solle\'ato la questione delle frontiere orientali rlella Germania. La linea Orler-Neisse, stabilita a Potsclom, appare iniqua ad ogni tedesco; il Segretario americano degli esteri sostiene che questo confine deve essere riveduto e la Unione dei Sovieti, che almeno ufficiosamente sembrava incoraggiare le aspirazioni revisioniste tedesche - gli stessi comunisti delle zone inglese ed americana sono contrari alla linea dell'Oder - non può ora alieriarsi la Polonia. Domani, con una Germ:tnia filosovietica o sovietizzata la Russia potrebbe sacrificare ancora una volta la Polonia ad~una più stretta collaborazione slavo-germanica. Oggi, nella incertezza che regna sull'avvenire della Germania, l'Unione dei Sovieti deve difendere gli accordi di Potsdam e i confini dell'Oclcr. Ma in tal modo si toglie di mano una carta utile per inAuire sulla psicologia tedesca. Quindi la cronaca non può che segnalare un inasprimento del contrasto mondiale. Si potrebbe dire che la pace è in pericolo se alla determinazione americana corrispondesse un'altrettanta ferma determinazione a resistere. Ma questo ora non è e la Russia cede terreno confidando in una lentJ opera di erosione che dovrebbe av- , enire nella compagine dei suoi più potenti :t\·\'ersari per effetto di inAussi sociali "progressisti». Intanto, però, in Cina i nazionalisti, all'offensiva, hanno scacciato i comunisti dalla loro capitale di Yenan; in Grecia le forze regolari, rianimate dall'appoggio morale e materiale americano, attaccano per stroncare l'attività dei guerriglieri; e la Turchia si appresta a rinforzare la guardia agli stretti. E la politica europea ' è\ell'altra rassegna abbiamo accennato Jl tentativo britan-
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