NOTE DI CRONAC.-\ A questa tesi reca nuovi argomenti il senatore Vanderberg quando afferma che il governo di Washington ha la certezza morale che le Nazioni Unite approvano la sua politica, ma che non possono far nulla per l'esistenza del veto. In tali condizioni non rimane alla Casa Hianca che sostituirsi a\le Nazioni Unite. Nessuno pensa di negare che la critica mossa all'efficacia dell'O U sia fondata. Come ha messo in luce la questione anglo-albanese portata davanti al Consiglio di Sicurezza, il nuo,·o Istituto internazion:1lc già si rivela impotcnt,e. Il 22 ottobre cacciatorpediniere inglesi navigonti nel canale di Corfù in prossimità della costa albanese urtano contro congegni esplosivi di provenienza tedesca e riportano gravi avarie; 44 marinai rimangono uccisi. Poichè la rotta seguita cr:1 stata precedentemente rastrcl~ lata, si doveva desumere dall'incidente che gli alhanesi avevano collocato un nuovo campo minato senza darne avvertimento. Il 9 dicembre il governo di Londra chiede a Tirana scuse e riparazioni. L'Albania respinge la nota britannica e allora il 9 gennaio l'Inghilterra ricorre al Consiglio di sicurezza invocando l'articolo 35 della carta di San Francisco (situazioni suscettibili di turbare la pace e la sicurezza). li 17 febbraio !"ONU esamina la questione: il delegato inglese espone i fatti. Le navi procedevano lungo um rotta già liberata da congegni esplosivi fin dal 1944; a sinistra avev~no campi minati tedeschi e quindi erano forzate a navigare sotto costa in acque territoriali albanesi quando si i: verificato l'incidente. Ulteriori accertamenti hanno poi dimostrato che il nuovo campo minato si estendeva fino a 300 metri dalla sponda; er~l dunque impossibile ammettere l'ignoranza albanese. Quindi, concludeva il delegato, il Consiglio di sicurezza dichiari responsabile il governo di Tirana e l'inviti a trattare direttamente con l'Inghilterra, sa.l\'o a ricorrere nuovamente in caso di manC\to ~1ccordo. · Ii delegato albanese sostiene la, perfetta innocenza del suo governo il quale - egli dice - ignor.-·a l'esistenza delle mine; queste saranno state collocate da qualche altro - chissà ? - da navi greche, per esempio. Gromiko, delegato sovietico, appoggia in pieno l'Albania ed accusa l'Inghilterra di averne violato per sistema i diritti so\'rani. Conclusione: si nomina un comitato (Australia, Colombia e Polonia) il qu~1lc il 13 marzo fa sapere di non aver potuto scopfii'e nuove prove. Pochi giorni più tardi b maggioranza del Consiglio di sicurezza (sette voti) dà ragione all'Inghilterra e dichiara che i! governo di Londra ha fornito prove esaurienti delle responsabilità albanesi. Ma U.R.S.S. e Polonia votano contro e allora la risoluzione del Consiglio non ha alcun effetto. Londra propone di solloporre la vertenza alla Corte internazionale dell'Aja; Gromiko chiede di poter studiare con comodo la questione. Le cose erano a questo puhto il 9 aprile. L'episodio merita di essere esaminato con attenzione, non per 1a sua importanza intrinseca che è scarsa, ma perchè serve assai bene a mettere in luce l'efficacia della nuova procedura escogitata dai vincitori per assicurare la pace. E si tr:ttta di un problema irrilevante: figurarsi se la questione fosse stata vitale. Inutile aggiungere, poi, che anche nel caso cli un voto quasi unanime del Consiglio, le grandi Potenze hanno sempre la risorsa del veto che può paralizzare in extremis 9ualsia~i azione. Il nuovo ordine internazionale, dun9ue, è durato meno ancora che l'espt..,·e d'1111mati11; la sua efticacia è piÌI dubbia assai di quella della Lega ginevrina. E gli Stati Uniti ne traggono le conseguenze logiche naturali: il ritorno aperto e dichiar1to
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==