RASSEGNE 277 contempo maggior giustizia nella ripartiz i.;°ne dei redditi, le nuove concezioni ec onomiche invano si copriranno con la targa del liberalismo; invece di trarre i popoli occidentali dalla strada del servaggio, esse ' Contribuiranno a spingerveli irresistibilmente. Vedendo gli economisti neo-liberali rifiut are a priori ogni modificazione di struttura che potrebbe preservare dalla disoc cupazione a causa della sovraproduzione col pretesto che tali modificazioni possono condurre ad interventi troppo spinti, no n si può non pensare a Gribouillc che si get tava in acqua per non essere bagnato dalla pioggia! Se i neo-liberali e quanti invocano il « laissez-foire » fossero stati disoccupati per qualche mese, non penserebbero più che gli interventi atti a combattere la disoccupazione devono essere riliutati ad ogni cos to solo perchè rischiano di portare al co llettivismo. La posizione éhc il neo-liberalismo prende sul problema dell'occupazione to tale mostra dunque che si tratta di un simil -liberalismo, il quale, dopo aver condan nato i'! « laissez-faire » dell'antico liberalismo, torna surrettiziamente allo stesso tema. E con ciò prova che non ha nulla compres o dei problemi sociali ed economici più importanti p:r la soluzione della crisi contemporanea. Quelli che si rifanno al neo -liberalismo, come quelli che, sotto pretesto d i individualismo e di liberalismo, pretend ono di riliutare allo Stato la competenza necessaria per armonizzare gli interessi privati, non si sono resi conto che la condizione primordiale d'esistenza della libertà poli tica è l'organizzazione. degli interventi pubblic i in tal maniera da segnare i limiti de lla libertà in tutti i campi in cui vi può essere conflitto, p er permettere alla libertà di ognuno di cominciare là dove linisce la l ibertà degli altri. La libertà in società ess endo limitata per la medesima natura delle c ose, non si deve temere di vedere l'auto rità intervenire, ogni volta che è necessario, per armonizzare gli interessi privati: l'occupazione totale, condizione preliminare pe r il godimento del diritto al lavoro, non può essere garantita senza un tale intervento. Ma questo, anzichè fugare la libertà poli tica, non fa che consolidarla. A mezza strada tra il gruppo di Keynes , Beveridge e compagni ed il gruppo d i Hayek, Ropke ed altri, molti economisti che sono realisti, senza avere ancora potuto esprimere e giustilicare la loro posizione realmente liberale, cercano di instaurare un sistema nuovo in cui la libertà sia veramen te garantita dall'autorità. Di questo sistem.1 François Schaller ha cercato di tracciare le linee nel suo ricordato volume, serve ndo intelligentemente la causa del diritto al lavoro e del vero liberalismo economico.
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