Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

202 MAURICE HLONDE°L vero, nessuna sproporzione potrebbe apparire; mentre di fronte a una fe_deltàriconosciuta, nessun orgoglio potrebbe nascere in coloro che dovranno soltanto celebrare la bontà preveniente e· gli aiuti accettati e messi a profitto, secondo la parola: misericordias Domini in aetenmm cantabo. È necessario aggiungere che l'apparente oscurità di questo potere e di questo dovere non toglie incnomamcnte che sia giustificata la nostra responsabilità. Infatti, se i moventi e i ·motivi delle nostre opzioni e decisioni sembrano e sono spesso oscuri, poichè le nostre finalità ultime c le grazie che ci sono date per realizzare il nostro destino restano in quanto tali incoscienti, pure c'è in esse una mozione sufficiente a farci trionfare liberamente nei casi decisivi da cui dipende il nostro destino, indcclinabilmente soprannaturale. A tale destinazione si riferisce infatti il giudizio supremo dell'assimilazione: termine generico esprimente un fine sublime che si applica a tutto l'ordine delle creature e che porta con sè - in ragione d'una su~rnaturalizz.azione degli esseri spirituali rimasti fedeli - un'indicibile beatitudine, ma che, d'altra parte, lascia ai ribelli impenitenti l'ineluttabile ed inesauribile riffiorso della loro ribellione contro il Salvatore misconosciuto, il quale non può che dir loro: (< ncscìo vos ))' unica eccezione alla promessa d'una beatifica assunzione. La dignità dell'uomo çonsiste infatti nell'impossibilità di sottrarsi alle sue responsabilità, alla sua ragione, alla sua libertà; in ciò sta la prova a contrario dell'immensa generosità misconoSciuta e dell'uso che i ribelli han fatto d'una potenza dat<! loro ~r la loro libera felicità. Questa verità non si potrebbe comprendere, se non si tenesse conto dell'immensa portata che ha in sè il duplice dono del Creatore e del Redentore, dono che, proprio di fronte al sacrificio del Calvario o agl'intimi preavvisi della grazia in fondo alle coscieriz.e,mette capo, se male usato, all'ingratitudine e all'odio ribelle. Quest'assimilazione della natura alla supernatura, dell'immanente al trascendente mediante un mirabile accorgimento dell'autore della grazia e della natura umana gradatamente rigenerata, deve essere connessa a tutto l'ordine storico che si svolge a partire dalla grazia del Creatore e poi attraverso la mediazione del Redentore e che costituisce questo piano d'una assimilazione progressiva. Piano che è senza resipiscenze e senza limiti, poichè la vita eterna, la contemplazione assimilatrice senza confusione è il segreto di tutta la creazione a immagine e gloria della Trinità stessa, la quale ha deliberatamente creato l'uomo a sua somiglianza per unirlo a sè attraverso e nel corpo mistico del Verbo incarnato, affinchè l'ordine uni-

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