Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

,, ÉTIENNE GILSON, ACCADEMICO DI FR.ANCI.\ ,> 271 Come si vede, riabilitando la filosofia medievale e mettendo in risalto la sua 'funzione storica nella preparnzione del mondo moderno , il Gilson fissa pure il significato storico di tutta la cultura medievale. Preoccupato di dimostrare quella continuirit che i fatti ad ogni passo mett ono in evidenza, trova che sopra tutto nella storia dell'umanesimo ques ti sono più chiari e maggiormente probanti. A questo vasto movimento egli ha dedicato il più recente periodo delle ,uc ricerche. Attorno al Petrarca si affatica per trarne sicuri mezzi di interpretazione ma non si nasconde la difficoltà del problema. Dell'umanesimo medievale ha già me sso in luce vari lati; ha dimostrato la vanità di molte formule con cui si è cercato di definirlo; ha rigettato l'antagonismo tra gli umanisti medievali e quelli del Rinascimento; più volte ne ha precisato gli stretti rapporti. Egli ha ben compreso come questo movimento raccolga in sè numerosi problemi di cultura generale e specifica che da tempo richiedono una so luzione allo storico. Nei secoli meno splendenti ma non per questo meno interessanti che ,cguono alla grandezza del sec. XIII e giungono ed anche sorpassano il Rinascimento, sotto il nome di umanesimo si coprono talvo lta rapporti nuovi tra teologia e letteratura; tra filosofia e teologia; tra sp iritualità e razionalismo. umerosi i problemi, diverse le soluzioni: gli uni e le altre contingenti al loro particolare momento storico. Al Gilson non è sfuggita la complessità dei fatti, ma egli già avverte che continuando in queste ricerche porrà un giorno far vedere nel modo più chiaro e con tutti i testi necessari, la stretta continuità di pensiero e di cultura che solida lmente unisce il Medio Evo ed il Rinascimento francese. Per ora il punto p iù avanzato a cui è giunto è segnato dal suo corso ancora inedito tenuto al Collègc dc France nell'anno 1940-41 in cui egli ha potuto precisare l'esistenza di un umanesimo francese e più propnamcntc parigino del tut to indipendente da quello italiano. Ma questa è materia ancora incandes cente a cui lo storico si avvicina da più parti e con le dovute cautele. Egli non ha ancora raggiunto una c;omplera visione che in qualche modo lo soddisfi. Più volte si è domandato: Chi oserà allo stato attuale delle ri cerche definire l'umanesimo francese '<"> PiL1 volte ha ripetuto a se stesso: Prima bisogna definire Erasmo e Petrarca cd Eloisa. Ma per ora que ste si rivelano tre impossibilità. on rimane adunquc che riprendere umilmente la lettura dei testi. Dei testi quindi egli rimane fedele lettore mentre, dopo trent'a nni di attiviti1 storica, il giornale del suo viaggio compiuto nella se lva aspra e <1>11 Ma ~.1ràmai po\~1hilctldlnirlo? Per ìl ~tedio E,c, ccl il Rina\Cinicntoha o,scn.1to chiar.1n1cn1e (Hr/oue n Abélartf. cit.. p. 164): " Il n·y a p.1~eu d'eurnre clu l\loycn Agc ni dc l.1 Rcn.1i-.-,.u1cl·.c·"-·,t 1xH1rquoi il nt: ,.1ur.1u y l'll .,,·oir <k dé-tinn1on "·

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==