Quaderni di Roma - anno I - n. 3 - maggio 1947

L'.~ssnHLAZIONE DELLE CREATURE A DIO 201 Ecco dunque il problema dei problemi, il fondamentale process'.l ser11pre e più che mai intentato al cr,istianesimo: non basta più afferm:1rc, con s. Agostino ed altri, che la presenza e l'azione divina, nella loro trascendenza ontologica, sono immanenti in noi: interior intimo meo, superior ;ummo meo; è necessario vedere come questa trascendenza immanente metta in azione le nostre umane facoltà, senza negare o diminuire, anzi acuendo e affinando la nostra potenza di giudicare, decidere, operare. La sovraeminenza deli'intervento divino, lungi dal sostituirsi al nostro personale intervento o di misconoscerlo, aggrava considerevolmente la pertata della nostra decisione e ci conferisce, con la possibilità di superare la tentazione, sia il merito d'una vittoria spirituale che la responsabilità d'una sconfitta voluta in una cosciente e imputabile aberrazione. Quel che l'analisi psicologica e l'apprezzamento morale debbono farci capire, in questo dibattito della coscienza che si è potuto chiam;ire « il combattimento spirituale» per eccellenza, è anzitutto questo: la mozione divina, per non legare la volontà umana, si nasconde più o meno sotto moventi e motivi simili in apparenza a quelli dell'ordine naturale e morale. Tederiva quindi la possibilità d'una opzione che non cagiona sempre una colpa grave, una rottura con la grazia divina, ma che in certi casi di decisiva importanza, secondo la luce o la forza occulte della mozione soprannaturale, può rendere completa e mortale la rottura tra il richiamo della ragione e della grazia unite insieme e la decisione provocata dalla passione, dallo spirito di rivolta o dalle abitudini divenute gradatamente tiranniche, che costituiscono, mediante un indurimento irrevocabile, « il peccato contro lo spirito». Così si giustificano, di fronte alla stessa ragione, quelle segrete operazioni che mettono capo alla cosiddetta oscurità e impenitenza finale. Non che ci sia stata fin dalle origini una privazione d'ogni luce e d'ogni effettiva potenza di opzione, di ciò che si chiama le grazie attuali; ma non appena la coscienza dei doni e dei rifiuti potrà essere pienamente manifestata in tutto il suo errore e in tutta la sua ostinazione, nessun rimproe giustificare ciò che chi:imtrci il t:t,!!iiodel\"opziorie ira \'c1nr:ita in grazb e il rifiuto del destino sopr:innatur:ilc. T:tli :rn:1lisi.che !!cmbrano oscure o qu:isi nrb::i.li, sono tulla\'ia la giustificazione elci pMado~si o delle :ipp:ircnti ìmp◊ssibilit:Ì dei termini della costituzione de Fide, come pure la risposta :illc obiezioni contro J':ipparentc arbitrarietà dei di\•inì giudizi rigu:irdo alla sahczza e alla perdizione, come se ci fosse una predestinazione c::i.priceios::Ci..ome .tmmctlcrc infatti che "i'orclinc cli gr::i.zia.sempre incosciente, sia tuttavi::i.dipendente.:dalle nostre dcci~ioni coscienti ? e come far capire o :Immettere che l'uomo. anche <;.enz:i:ilcun:1 conoscenza di un destino indccliuabilmcntc sopr:mn::i.t'ur:dne.on possa limitarsi ali 'ordine di n:-itur:iche solo la su:i ragione gli fa conoscere e che 1:-isu:i \'Olontà non possa rinchiuckr,i nei suoi limiti profani in un puro rnion:llismo ? Per evitare i rifiuti, le critiche. k ribellioni contro le richic~te dcll'inscgn:uncnto cri<.ti:1110n.on i: forse necessario e salutare studiare a fondo qucsw problem::i.ddla tr:i~cndenza immanente e dell':1ltcrna1i,·:1sull::i.,1ualc l'opzione respon~::ibilepub e deve pronunzi.ir~i ?

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