VITTORIO ~IARCOZZI S. J. gionevoli. Poichè, d'altra parte, neppure si può attribuire agli animali, come abbiamo visto, la ragione, rimane da spiegare come mai si comportino in un modo che sembra cosciente. La soluzione si trova nell'ammettere nella psiche animale, oltre l'istinto, che si può considerare una « conoscenza virtuale », un vero « piano in- ) tenzionale d'azione», eminentemente finalistico, innato, ereditario, specifico, di cui l'animale non è conscio e la cui origine si identifica coll'origine della finalità nella natura; una « facoltà conoscitiva sensibile» che permette all'animale di apprendere i11 concreto la convenienza e la non convenienza dei vari oggetti col fine proposto dall'istinto. Questa conoscenza, che, sotto certi aspetti, richiama la ragione umana, perchè permette all'animale di apprendere dei rapporti, e. sotto altri aspetti, se ne allontana, perchè tali rapporti li apprende in concreto e non già in astratto, come fa la ragione, fu definita da s. Tommaso d'Aquino « vis aestimatiua » <• 9>, e da alcuni tomisti « intelligenza analoga». È cosa degna di nota che eminenti psicologi moderni, particolarmente versati nello studio della psiche animale, abbiano ripreso il concetto del grande pensatore italiano, benchè non sempre concordino quanto alla terminologia. Il Lloyd Morgan, per esempio, chiama questa facoltà conoscitiva degli animali semplicemente «intelligenza», ma la contrappone a quella dell'uomo che chiama «ragione» e,•>. La terminologia non sembra molto indovinata, perchè può prestarsi ad equivoci; ma i concetti concordano sostanzialmente col pensiero tomistico. Per evitare tali equivoci, il Fabre denominò la facoltà conoscitiva degli animali « discernimento» e»>; il Thomas preferisce, invece, di chiamarla « intelligenz<! analoga» M. Anche il Bouvier, dell'Isti,tuto di Francia, nella prefazione all'opera ~'Hingston, adotta la soluzione di s. Tommaso d'Aquino, se scrive: « Un entomologo filosofo, J. de Joannis, sembra aver ben definita la parte psichica degli insetti al di fuori degli istinti ch~esono la trama stessa delle loro attività. Non si tratta affatto di intelligenza, se s'intende questa parola, nel senso della sana filosofia tradizionale ... ; ma si tratta di « una facoltà conoscitiva inferiore alla nostra ragione discorsiva », di un potere « di appreziazione dei mezzi in vista di un fine che viene proposto »; è nel medesimo tempo una certa facoltà di ragionare dal particolare al particolare, una specie di abbozzo delle ( 19) ST. T110\IAE, Sum. Tlieol .. P. I.. Q. LXXVIII. a. JV. ( 10) L1.0YD M0Rc11s. Jntroduction to compdl'((/Ìt·e psycology, pp. 2o6-212. ( 11 ) F.. FABRE. Som·enirs E11tomologiquu. ,o!. J\", cap. I. (:2) M. Tt10MAS, À propos de'" n1riabilité d( l'lmtinct. in Rutte des Qtteit. Scin1t., voJ 28, 1935· p. 1 04.
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